DANIELA DENTE

Conosciuta per le sue “trappole” di ferro e la sua satira sociale, Daniela Dente ha anche un lato più estroso e leggero, che esterna con illustrazioni fresche e vivaci.

Pittrice, incisore e restauratrice, durante il suo percorso artistico sperimenta innumerevoli tecniche – anche complesse – come ad esempio l’anamorfosi, la pittura su vetro soffiato del ‘500, le vetrate legate a piombo, la tecnica shibori.

Quest’ultima, in particolare, è una tecnica giapponese di decorazione del tessuto che Daniela utilizza da anni sia per le sue illustrazioni, sia per la ritrattistica.

Daniela Dente

Ed è proprio nell’illustrazione che esterna il suo lato goliardico perché, come dice giustamente, “non si può sempre pensare ai mali del mondo” ma bisogna dare spazio anche al lato più infantile, più giocoso di noi stessi. In poche parole, all’innocenza.

Daniela Dente è una “Donna in nero” – pacifista e femminista – da anni in prima linea nella diffusione di valori intramontabili; l’impegno all’interno di questa organizzazione non ha fatto che acuire il suo senso di solidarietà e di giustizia “contaminando” anche la sua arte performativa nella quale tratta, appunto, le problematiche sociali contemporanee.

L’impegno sociale, unito all’arte, ha visto così nascere opere contro l’anoressia, un problema con il quale l’artista è stata a stretto contatto grazie al suo impegno presso l’Unità Pediatrica dell’Ospedale di Melzo. Oppure contro la violenza sulle donne, tema purtroppo sempre attuale.

“Casa dolce casa” by Daniela Dente

Daniela Dente trasforma così in arte sociale tutte quelle problematiche e quelle sfide che il nostro vivere quotidiano ci elargisce tanto generosamente

Trattare il sociale attraverso l’arte è un modo pacifico di affrontare temi delicati che, diversamente, potrebbero volgere alla polemica o al litigio.

L’arte è apolitica, areligiosa, non si schiera con nessuno: essa è semplicemente umana. Grazie a lei possiamo esprimere con pacata fermezza le nostre emozioni, le nostre speranze e le nostre frustrazioni, senza che queste diventino armi di distruzione di massa.

Il linguaggio non verbale dell’arte facilita la comunicazione tra le persone, tra i popoli e tra le classi sociali.

Le famose “trappole” realizzate da Daniela Dente hanno, del resto, la particolarità di essere aperte: l’intenzione dell’artista è semplicemente quella di avvertire della presenza di un problema, senza puntare il dito. Sarà lo spettatore a cogliere o meno l’invito alla riflessione e a trarne le dovute conclusioni.

“Balene volanti” – giornata mondiale per le balene by Daniela Dente

Ma se l’arte di Daniela è strettamente legata al suo impegno sociale, la vocazione alla creatività nasce a prescindere da esso. Esprimersi attraverso l’arte è da sempre stato un bisogno insito nella sua natura sensibile ed empatica. Le sue “balene volanti”, ad esempio, sono il frutto di una mano esperta che sa giocare con le linee e i colori ma anche con i tessuti, lavorati sapientemente con tecniche particolari importate dall’Oriente.

Non c’è materiale che l’artista non sappia trasformare in arte: dalla carta alla tela, dal vetro al metallo, tutto diventa un pulpito attraverso il quale diffondere il messaggio della bellezza, dell’amore e della pace.

L’intervista che segue è stata realizzata da “Tavoli HeArt” per la Social TV della storica Libreria Bocca di Milano, all’interno della splendida cornice di Galleria Vittorio Emanuele II.

La Libreria Bocca dal 1775 è locale Storico d’Italia con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali.

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