All’indomani della straordinaria edizione del David di Donatello, un Marco Bellocchio particolarmente gioviale, si collega in videochiamata dalla sua quarantena a Barbarano,con un gruppo di giornalisti, per commentare ed esprimere la sua profonda gratitudine per i numerosi David ricevuti nel corso della celebrazione per il film “Il Traditore”, incluso il premio al miglior film, migliore regia e miglior attore protagonista,per l’incredibile interpretazione di Pierfrancesco Favino nei panni di Tommaso Buscetta. Riguardo quest’ultimo punto il regista ammette: “Avevo iniziato con un atteggiamento sospettoso nei suoi confronti, perché non potevo non ricordarmi di tanti personaggi storici che aveva interpretato. Ma lui è stato un grande perché ha superato l’imitazione. Ha superato i fatto che tutti noi avevamo visto tante volte Buscetta e gli ha dato un carattere originale. Io non sono un pigro ma quando hai un attore che è entusiasta che non devi stimolare è il massimo: la tua creatività si innesta nella sua e viceversa”. La stessa premiazione, nonostante un’encomiabile carriera alle spalle, dice: “è uno stimolo a continuare. La creatività non ha età.
C’è solo da sperare di andare avanti”; Bellocchio si presenta infatti carico di motivazione e di progetti per affrontare questo post pandemia, che nonostante tutto suscita preoccupazioni: “Credo che il periodo che aspetta assomiglierà molto al dopoguerra. E nel dopoguerra è nato un nuovo cinema. Anche se qualcosa del vecchio si è salvato. Credo che nel cinema ci saranno tante novità. Nulla sarà più come è stato fino al gennaio 2020. C’era stata una grande marcia in avanti per il nostro cinema. E questa pandemia ha spezzato questo trend positivo del cinema nelle sale. È chiaro che in quarantena la televisione avanza”. Fatta eccezione per alcune iniziative come l’allestimento del drive in da parte della Cineteca di Bologna, un ritorno vero e proprio alle sale per ora sembra essere più complicato del previsto. I progetti a cui avrebbe accennato il regista sono di natura distinta, da una parte una la serie tv sul rapimento Moro, “Esterno notte”,che sarà il ’controcampo’ in sei puntate del suo film sull’argomento ’Buongiorno notte’, in quanto anziché inquadrare il racconto nei fatti della prigione, ci si soffermerà su ciò che accadde fuori, con una sorta di inchiesta attorno ai personaggi che si sono schierati o meno a favore del salvataggio di Moro, parliamo del ministro dell’Interno Francesco Cossiga, il Papa, i terroristi, Eleonora Moro… d’altra parte il regista starebbe lavorando su un progetto dai risvolti più intimi e autobiografici, raccontando la storia della tragica scomparsa del fratello gemello Camillo, morto suicida nel 1968, nel film “L’Urlo”,a cui si starebbe occupando già dal 2016, essendo un progetto di suo particolare interesse.