Decreto ristori, 50 milioni di aiuti per altri codici Ateco
Alcune categorie colpite dall’ultimo dpcm potrebbero non essere previste nell’elenco stilato con il decreto legge ristori per i contributi a fondo perduto. Vengono quindi stanziati altri 50 milioni di euro che consentiranno di ’’individuare ulteriori codici Ateco riferiti a settori economici aventi diritto al contributo, a condizione che tali settori siano stati direttamente pregiudicati dalle misure restrittive introdotte dai decreti dal decreto dell’ultimo dpcm’’. E’ quanto si legge nella relazione tecnica della Ragioneria generale dello Stato.
Pensioni, 5 milioni di persone prendono meno di 1000 euro
Sono circa 5,1 milioni, quasi il 34% dei pensionati, a vivere con non più di 1000 euro al mese: quasi 1,6 mln sotto i 500 euro e quasi 3,6 mln sotto i 1000. Oltre il 21% invece percepisce redditi pensionistici mensili tra i 1.000 e i 1.500 euro; il restante 45% ha redditi pensionistici oltre i 1.500 mensili con l’8% che supera i 3000 euro. E’ quanto si legge nella relazione Inps presentata al Parlamento. Resta il gap tra uomini e donne: l’importo medio delle pensioni erogate è di 1563 euro: 1.864 per gli uomini e 1.336 per le donne. Assegno “significativamente differenziato” anche in base ai territori: dato il carattere retributivo della maggioranza delle pensioni attualmente corrisposte, l’importo medio è 1711 euro al centro-nord e 1410 euro al sud. Più di un terzo dei pensionati inoltre ricade nella fascia d’età tra 70 e 79 anni, ed un altro terzo dei pensionati è ultraottantenne, con netta predominanza delle donne.
Salario minimo, cosa cambierebbe per colf e privati
L’introduzione di un salario minimo orario di 9 euro lordi, comprensivi di Tredicesima ma non di Tfr , si trasformerebbe in un aumento netto in busta paga per circa 2,8 milioni di lavoratori, il 18,4% del totale: sarebbero infatti sottosoglia oltre 552mila mila tra colf e badanti, l’80%; oltre 2 mln di dipendenti privati, il 14,8%e 262mila operai agricoli, il 25%. E’ l’Inps a rilanciare cosi’ il tema del salario minimo nella Relazione presentata al Parlamento. Un tema a cui guarda con attenzione anche il governo che aveva, prima del lungo lockdown, aperto un tavolo di confronto con i sindacati.
L’aumento del salario così pensato peserebbe essenzialmente sulle imprese per circa 4 mld mentre pèorterebbe nella casse dello Stato circa 1,5 mld tra maggiori contributi, Irpef, Addizionali. Per i lavoratori il beneficio in termini di reddito disponibile complessivo ammonterebbe a circa 3,3 mld generando così un calo dell’intensità della povertà complessiva.
Con l’asticella del salario minimo a 9 euro ma senza Tfr nè Tredicesima, dunque con una visione piu restrittiva, ancora l’Inps, avrebbero invece una busta paga più pesante il 26,2% dei lavoratori dipendenti privati, che scenderebbero al 20,1% per una soglia di 8,50 euro e al 13,8% per una soglia di 8 euro, e il 90,2% dei lavoratori domestici che scenderero al 75,3% se l’asticella dell’aumento fosse abbassata a 8 euro.