Degas, nato nel 1834, realizzò la sua opera tra il 1875 – 1876, e lo espose alla seconda mostra impressionista con il nome di Dans un café. Nel 1892, in seguito alla vendita all’asta di Christie’s alcuni galleristi londinesi indicarono il dipinto come L’assenzio per sottolineare l’aspetto più crudo e realistico dell’opera. Infatti la dipendenza dalla bevanda aveva creato molti problemi a Parigi, soprattutto tra la gente del popolo.

Due avventori sono seduti ai tavolini di un caffè. La protagonista è una giovane donna vestita con pesanti abiti che la coprono totalmente e un cappellino alla moda. Un paio di scarpette decorate con fiocchi bianchi spuntano poi dal bordo inferiore della gonna. Sul tavolino, di fronte alla protagonista, è posato un calice che contiene una bevanda di colore giallo chiaro. Nel tavolino di sinistra si trova poi una bottiglia trasparente e vuota posata su un vassoio di metallo. Accanto alla donna, a destra, un uomo in abiti scuri fuma da una pipa e guarda oltre il bordo del dipinto. Dietro i due personaggi si riflettono sullo specchio le loro ombre. La bevitrice sembra persa nel vuoto e mostra un’espressione triste e sofferente. Anche la sua posizione suggerisce abbandono e depressione. Infatti il busto è leggermente piegato in avanti e le spalle sono cadenti.
Conosciuto anche come I bevitori di assenzio (secondo titolo dell’opera), indica i protagonisti come bevitori della sostanza alcolica e molto diffusa alla fine dell’Ottocento. Il liquore ad alta gradazione era un macerato di varie erbe tra le quali appunto l’assenzio. Il medico francese Pierre Ordinaire fu l’inventore della bevanda che divenne in seguito nota anche con il soprannome di Fée Verte (la Fata Verde) per via del suo colore.
Molte distillerie iniziarono a distillare il macerato che divenne una bevanda alla moda sul finire dell’Ottocento. Infatti i consumatori erano soliti accompagnare il consumo con riti sociali e varie modalità. Normalmente si serviva con una zolletta di zucchero e acqua ghiacciata. Lo zucchero era posto sopra il calice e diluito lentamente con l’acqua. Questo metodo rendeva la bevanda bianca e lattiginosa sprigionando gli aromi dei componenti vegetali.
La critica ha avvicinato l’opera di Degas a quella letteraria di Emile Zola, intitolata Assommoir (L’Ammazzatoio). Infatti, qualche anno dopo la pubblicazione, lo scrittore confessò all’artista di aver preso ispirazione dai suoi dipinti per le sue storie. L’eco figurativa del dipinto è stata seguitissima: Pablo Picasso è stato uno dei principali eredi del soggetto de I bevitori di assenzio. Il significato dell’opera L’assenzio è, in ultima analisi, non una critica né tantomeno una disamina della società parigina dell’epoca, quanto una modalità di rappresentazione del desiderio di guardare voyeuristica che avrebbe percorso il cinema qualche decennio dopo, portando l’arte di Edgar Degas ad essere decisamente in avanti nel tempo. L’obiettivo dell’artista era quello di scrutare la realtà che lo circonda, senza giudizio.