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DEMOCRAZIA:TRA REALTA’ E IDEOLOGIA – Un inutile ornamento nelle case degli italiani (Arianna Ascoli – Liceo Virgilio Roma, III E)

“La democrazia è pronta a mettere in dubbio tutto tranne se stessa, cioè la necessità di discutere; essa si nutre di dubbi ed errori e si costituisce attraverso il dialogo”, Zagrebelsky.

La “Democrazia” echeggia nelle sale del potere, declamata a gran voce dai politici, temuta dagli stessi. Un ideale ideologizzato, uno strumento utilizzato a detrimento di coloro che questa parola non l’hanno mai sentita. Una parola di “Tanto non c’è differenza”, una parola che da conquista è diventata abitudine, un inutile ornamento nelle case degli italiani.

Bisognerebbe ricordarsi però, che questa non è scontata, che la Democrazia (quella con la D maiuscola) è libertà, è diritti, è lotta, è memoria.

Pensare che la Democrazia sia una, sola e inarrivabile è scorretto. Le sue forme si possono e si devono articolare diversamente, per aderire completamente al modello culturale, sociale, demografico e professionale del Paese in questione. Pensare che la Democrazia sia una, sola e inarrivabile è scorretto. Le sue forme si possono e si devono articolare diversamente, per aderire completamente al modello culturale, sociale, demografico e professionale del Paese in questione.

Una parola di “Tanto non c’è differenza”,

una parola che da conquista è diventata abitudine

Dopo aver trovato la forma primordiale, quella che costituirà lo scheletro o meglio l’embrione della nascente società, è essenziale creare i canali attraverso cui questa si svilupperà e raggiungerà tutti i cittadini. L’informazione, la conoscenza e più generalmente la cultura dovrebbero essere un punto fermo, un faro nella vita di ogni cittadino. Per permettere questo, è essenziale una discussione pura e incontaminata che deriva da un altrettanto incontaminata libertà di espressione, svincolata da ogni forma di censura.

I cittadini oggi, sono sottoposti ad una quantità impressionante di informazioni, slogan ed immagini che costituiscono una comunicazione veloce ed immediata. Quest’ultima è quasi sempre priva di una vera e propria visione di futuro, priva di un progetto politico che vada oltre alla frase d’effetto, quella da cui il lettore viene persuaso senza porsi altre domande, quasi dimenticando un proprio e remoto pensiero critico. In questo periodo, infatti, nella nostra democrazia non c’è il dialogo che questa necessita per essere definita tale: c’è una mancanza di argomentazioni, di assunzione di responsabilità e soprattutto di disponibilità all’ascolto.

Altro organo fondamentale per il funzionamento di questo apparato è la partecipazione politica, che in quanto diritto-dovere, deve essere sancita e rispettata. In Italia, ad esempio, durante le ultime elezioni a livello nazionale si è registrato, da parte della popolazione, un astensionismo del 40% circa: tasso preoccupante e non propenso a migliorare.

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C’è una mancanza di argomentazioni, di responsabilità

e soprattutto di disponibilità all’ascolto.

“Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti.” così è scritto nella Dichiarazione universale dei diritti umani (1948). Gli esseri umani infatti nascono con dei diritti intrinseci che vanno oltre il loro ruolo in una Nazione ma allo stesso tempo lo rivendicano e ne delineano i doveri fondamentali. Diritti che vanno oltre i confini, naturali e non. Da questa, che utopia non è, si passa ai fatti, alla realtà; la Dichiarazione, inoltre, condanna trattamenti crudeli, degradanti, schiavitù e tortura, rivendica il diritto alla libertà di opinione e di espressione, evidenziando il diritto alla libertà di movimento e ad una cittadinanza. E questa è utopia. Perché? Perché viviamo in un mondo patriarcale e capitalistico in cui senza i deboli, inevitabile conseguenza del sistema, non ci potrebbero essere i potenti, e senza questi ultimi non esisterebbe la società, non questa società.

Questi diritti sono strettamente legati al concetto di cittadinanza e quindi di democrazia. L’essere cittadini è infatti opposto dall’essere sudditi, è un privilegio ma comporta delle responsabilità. Come credeva Socrate, l’uomo è un essere che, per definirsi tale, deve necessariamente relazionarsi con gli altri e vivere in società.

Arianna Ascoli

Liceo Virgilio Roma, III E

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Data:

26 Febbraio 2024