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DENUNCIA OXFAM SULLE CONDIZIONI DELLO YEMEN

Oxfam ha lanciato un nuovo allarme causato dalla crisi alimentare che ha colpito lo Yemen in seguito all’aumento dei prezzi del 30% di grano, farina, olio, uova e zucchero.

Lo Yemen è dipendente per il 42% dal grano ucraino e le importazioni di generi alimentari coprono il 90% del fabbisogno del Paese. Nonostante lo sblocco dell’esportazione di grano dall’Ucraina, una crisi alimentare non potrà essere evitata nel lungo periodo.

Francesco Petrelli, responsabile della sicurezza alimentare di Oxfam Italia ha dichiarato: Non si erano mai raggiunti questi aumenti, forse solo durante l’embargo imposto al Paese dalla coalizione saudita, ma mai per un periodo così prolungato.

Mentre silos e magazzini sono ormai quasi vuoti, le aziende importatrici non sono in grado di garantire l’acquisto dei beni alimentari di base da cui dipende la sopravvivenza di 30 milioni di yemeniti.

In un paese in cui gran parte della popolazione basa la propria sopravvivenza sulla disponibilità di pane questo potrebbe avere effetti catastrofici.

Per scongiurare questa ipotesi servono perciò due elementi chiave: la piena attuazione dello sblocco dell’export di grano e cereali dall’Ucraina nel più breve tempo possibile; e che la comunità internazionale aumenti immediatamente gli aiuti, da cui dipende l’80% della popolazione, attualmente fermi al 27% di quanto richiesto dalle Nazioni Unite”.

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Nonostante negli ultimi mesi si sia registrato un allentamento delle sanzioni, il conflitto russo-ucraino ha creato uno stato di incertezza che si è ripercosso sui mercati provocando un aumento dei prezzi sui generi alimentari pari al 45%.

I generi di prima necessità come la farina, lo zucchero, l’olio, il riso, il latte e le uova hanno subito un aumento rispettivamente del 38%, del 36%, del 45%, del 30% e del 35%, facendo salire il prezzo medio del paniere alimentare del 25% rispetto all’anno precedente.

Petrelli fa anche il punto sull’aumento del costo dell’energia e sulla svalutazione monetaria, esprimendosi come segue: “Sulla crescita esponenziale del costo delle importazioni in Yemen, incidono anche le fluttuazioni dei tassi di cambio. La moneta nazionale, il rial, si è svalutato del 28% da gennaio. Allo stesso tempo anche i prezzi della benzina e del diesel sono aumentati del 43% nel primo trimestre dell’anno.

Elemento che, sommato alla siccità fuori stagione, causata dall’aumento delle temperature globali, ha messo in ginocchio agricoltura e allevamento.

Una larga fascia della popolazione ha in questi due settori la sua unica fonte di reddito, ma in questo momento i raccolti sono andati distrutti o sono stati ritardati e il bestiame sta morendo”.

Infine, lo stesso esponente dell’Oxfam lancia un appello: “In questo momento è cruciale che la comunità internazionale intervenga, pagando direttamente le importazioni di grano e cereali e alleggerendo il peso del debito estero del Paese.

Altro elemento imprescindibile è che la tregua, che scadrà il 2 agosto, venga prorogata.

Chiediamo con forza alle parti in conflitto di andare in questa direzione, come parte di un processo negoziale che porti ad una pace duratura.

La popolazione dello Yemen ha già sofferto in modo indicibile negli ultimi 7 anni e mezzo e adesso deve essere messa nelle condizioni di rialzarsi”.

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A causa di tutti questi problemi, il World Food Program è stato costretto a ridurre gli aiuti alimentari. Così facendo, circa cinque milioni di persone dovranno sopravvivere con metà del cibo necessario, mentre otto milioni con solo un quarto.

Diverse famiglie per sfamare i propri figli sono costrette a indebitarsi, in quanto il 56% delle persone sfollate non ha alcun reddito.

Nonostante ciò, Oxfam non si arrende e continua ad aiutare la popolazione più debole con cibo, acqua ed energia come ha già fatto nel 2021 con oltre 23mila famiglie.

Data:

29 Luglio 2022