Di Maio ci riprova: “Spostiamo Savona”
Far ripartire il governo gialloverde, spostando però Paolo Savona dall’Economia. E’ questa l’ultima proposta di Luigi Di Maio, che dopo un incontro informale con il Presidente della Repubblica, annuncia la mossa del cavallo: “Troviamo una persona della stessa caratura di Savona” che resterebbe comunque “nella squadra di governo in altra posizione di ministro. E’ una proposta che faccio pubblicamente”.
A stretto giro arriva anche la posizione del Quirinale, che fa sapere che al Colle l’ipotesi avanzata dal leader del Movimento 5 stelle viene valutata “con grande attenzione”.
Dal canto suo, Matteo Salvini non prende posizione. La proposta di Di Maio lo vede al lavoro per una decisione finale che però non è ancora stata presa. “Valutiamo quanto questo spostamento sia utile agli italiani, parlandone ovviamente con il professor Savona cosa che educazione vuole” afferma Salvini in serata, spiegando di star “ragionando su una squadra forte per un progetto forte”.
“La porta io non l’ho mai chiusa – aggiunge ancora Salvini -. Sono l’unico che dal 4 marzo sta lavorando come un dannato per dare un governo a questo paese però un governo con una dignità. Non è che se uno si alza male a Berlino a Parigi la mattina salta un ministro di governo italiano. Come stiamo facendo dal 4 marzo faremo la scelta migliore per il paese, delle belle idee in testa ce l’abbiamo”.
La proposta di Di Maio è semplice. Al ministero dell’Economia, non Savona, che farebbe comunque parte del cdm, ma una persona della “stessa caratura e libertà. Non una persona amica delle banche o delle agenzie di rating o degli interessi di altre nazioni”.
Per il leader del Movimento “o si va subito a votare senza cincischiare, senza illudersi che il governo tecnico sia neutrale, o facciamo partire un governo del cambiamento con un’altra persona in squadra. Non andando a togliere dunque, ma andando ad aggiungere. Il tema non era Savona in sé, ma una persona con quelle caratteristiche e quella caratura”, in grado “di andare in Europa a trattare in maniera efficace”.
Quale nome dunque per l’Economia? Non quello di Giorgetti, il cui nome, rimarca Di Maio “non è mai stato preso in considerazione”. “Lui ha detto ’non ho le competenze per andare ai tavoli’ europei” fa notare Di Maio. “Sono stati 80 giorni difficili – riconosce Di Maio – ma se deve esserci un epilogo non mi piace l’idea che sia quello di un governo tecnico, non votato dai cittadini”. Dopo 80 giorni “siamo andati al Quirinale con una lista e non ce l’hanno fatto partire” l’esecutivo M5S-Lega. Per il leader grillino, ora non restano che due strade: “andare al voto o governo politico. Spero che, se si torna al voto, si vada prima possibile, perché i cittadini si devono esprimere”.
Intanto il presidente del Consiglio incaricato Carlo Cottarelli continua ad aspettare. Dopo essere salito al Colle per due incontri informali, al mattino e al pomeriggio ha convenuto con il Capo dello Stato di attendere ancora e di non forzare i tempi, in modo che possa nascere un eventuale governo politico. Cottarelli quindi non ha sciolto la riserva neanche oggi, ma ha comunque messo a punto la lista dei ministri per quell’esecutivo di garanzia che dovrebbe portare il Paese alle elezioni, se dovesse fallire anche l’ultimo tentativo di intesa tra M5S e Lega.
L’ipotesi di un voto il 29 luglio, tuttavia, sembra sfumare, considerando che domani dovrebbe essere l’ultimo giorno utile per uno scioglimento delle Camere. Cottarelli potrebbe salire al Quirinale domani per rimettere l’incarico, nel caso andassero a buon fine i tentativi per far rinascere quell’esecutivo politico che domenica scorsa sembrava morto e sepolto, oppure per l’eventuale scioglimento della riserva.
Far ripartire il governo gialloverde, spostando però Paolo Savona dall’Economia. E’ questa l’ultima proposta di Luigi Di Maio, che dopo un incontro informale con il Presidente della Repubblica, annuncia la mossa del cavallo: “Troviamo una persona della stessa caratura di Savona” che resterebbe comunque “nella squadra di governo in altra posizione di ministro. E’ una proposta che faccio pubblicamente”.
A stretto giro arriva anche la posizione del Quirinale, che fa sapere che al Colle l’ipotesi avanzata dal leader del Movimento 5 stelle viene valutata “con grande attenzione”.
Dal canto suo, Matteo Salvini non prende posizione. La proposta di Di Maio lo vede al lavoro per una decisione finale che però non è ancora stata presa. “Valutiamo quanto questo spostamento sia utile agli italiani, parlandone ovviamente con il professor Savona cosa che educazione vuole” afferma Salvini in serata, spiegando di star “ragionando su una squadra forte per un progetto forte”.
“La porta io non l’ho mai chiusa – aggiunge ancora Salvini -. Sono l’unico che dal 4 marzo sta lavorando come un dannato per dare un governo a questo paese però un governo con una dignità. Non è che se uno si alza male a Berlino a Parigi la mattina salta un ministro di governo italiano. Come stiamo facendo dal 4 marzo faremo la scelta migliore per il paese, delle belle idee in testa ce l’abbiamo”.
La proposta di Di Maio è semplice. Al ministero dell’Economia, non Savona, che farebbe comunque parte del cdm, ma una persona della “stessa caratura e libertà. Non una persona amica delle banche o delle agenzie di rating o degli interessi di altre nazioni”.
Per il leader del Movimento “o si va subito a votare senza cincischiare, senza illudersi che il governo tecnico sia neutrale, o facciamo partire un governo del cambiamento con un’altra persona in squadra. Non andando a togliere dunque, ma andando ad aggiungere. Il tema non era Savona in sé, ma una persona con quelle caratteristiche e quella caratura”, in grado “di andare in Europa a trattare in maniera efficace”.
Quale nome dunque per l’Economia? Non quello di Giorgetti, il cui nome, rimarca Di Maio “non è mai stato preso in considerazione”. “Lui ha detto ’non ho le competenze per andare ai tavoli’ europei” fa notare Di Maio. “Sono stati 80 giorni difficili – riconosce Di Maio – ma se deve esserci un epilogo non mi piace l’idea che sia quello di un governo tecnico, non votato dai cittadini”. Dopo 80 giorni “siamo andati al Quirinale con una lista e non ce l’hanno fatto partire” l’esecutivo M5S-Lega. Per il leader grillino, ora non restano che due strade: “andare al voto o governo politico. Spero che, se si torna al voto, si vada prima possibile, perché i cittadini si devono esprimere”.
Intanto il presidente del Consiglio incaricato Carlo Cottarelli continua ad aspettare. Dopo essere salito al Colle per due incontri informali, al mattino e al pomeriggio ha convenuto con il Capo dello Stato di attendere ancora e di non forzare i tempi, in modo che possa nascere un eventuale governo politico. Cottarelli quindi non ha sciolto la riserva neanche oggi, ma ha comunque messo a punto la lista dei ministri per quell’esecutivo di garanzia che dovrebbe portare il Paese alle elezioni, se dovesse fallire anche l’ultimo tentativo di intesa tra M5S e Lega.
L’ipotesi di un voto il 29 luglio, tuttavia, sembra sfumare, considerando che domani dovrebbe essere l’ultimo giorno utile per uno scioglimento delle Camere. Cottarelli potrebbe salire al Quirinale domani per rimettere l’incarico, nel caso andassero a buon fine i tentativi per far rinascere quell’esecutivo politico che domenica scorsa sembrava morto e sepolto, oppure per l’eventuale scioglimento della riserva.
Salvini ci pensa
“Valutiamo quanto questo spostamento sia utile agli italiani, parlandone ovviamente con il professor Savona cosa che educazione vuole. Stiamo ragionando su una squadra forte per un progetto forte”. E’ quanto ha detto il leader della Lega Matteo Salvini questa sera a Genova entrando allo stadio Luigi Ferraris per assistere alla Partita del Cuore al via alle 21.30 tra la nazionale Canti e Campioni del Sorriso.
Salvini ha risposto così ai cronisti che chiedevano se la Lega sia disponibile a considerare uno spostamento di ministero per Paolo Savona. “Dal 4 marzo – ha ricordato il leader del Carroccio – stiamo ragionando solo in termini di quello che serve all’Italia. Strana questa richiesta di spostamenti da un giorno all’altro perché un ministro dell’economia non sta simpatico alla Merkel o ai tedeschi”. “La porta io non l’ho mai chiusa – ha aggiunto ancora Salvini -. Sono l’unico che dal 4 marzo sta lavorando come un dannato per dare un governo a questo paese però un governo con una dignità. Non è che se uno si alza male a Berlino a Parigi la mattina salta un ministro di governo italiano. Come stiamo facendo dal 4 marzo faremo la scelta migliore per il paese, delle belle idee in testa ce l’abbiamo”.
Il Colle non forza i tempi
Due incontri informali, al mattino e al pomeriggio, alla fine le stesse conclusioni. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il presidente del Consiglio incaricato, Carlo Cottarelli, decidono di congelare la nascita del governo di garanzia, per verificare se sia ancora possibile dar vita ad un esecutivo politico, fondato sull’intesa tra M5S e Lega.
In mezzo un colloquio, sempre informale, tra il Capo dello Stato e il leader Cinquestelle, Luigi Di Maio, che probabilmente serve a rafforzare la convinzione maturata nelle ultime ventiquattro ore: nonostante siano passati 67 giorni dalle dimissioni di Paolo Gentiloni e sia stato battuto il record di durata di una crisi di governo nella storia della Repubblica (eccetto quelle intervallate da elezioni anticipate), Mattarella non vuole lasciare nulla di intentato perchè possa vedere la luce un governo politico in grado di far partire la legislatura.
Tanto che, interpellate sull’argomento, fonti del Quirinale affermano che viene valutata “con grande attenzione” l’ipotesi avanzata dal leader M5S di affidare a Paolo Savona un dicastero diverso da quello dell’Economia. Nessuna presa di posizione specifica sull’argomento invece da parte del segretario della Lega, Matteo Salvini, che tuttavia, in generale, si dice pronto a prendere in considerazione gli elementi nuovi che emergono di minuto in minuto.
Nel frattempo Cottarelli ha comunque messo a punto la lista dei ministri per quell’esecutivo di garanzia che dovrebbe portare il Paese alle elezioni, se dovesse fallire anche l’ultimo tentativo di intesa tra M5S e Lega, meglio se all’inizio del prossimo anno dopo l’approvazione della legge di bilancio oppure tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno.
Con il passare delle ore sembra infatti sfumare l’ipotesi di un voto il 29 luglio, considerando che domani dovrebbe essere l’ultimo giorno utile per uno scioglimento delle Camere per aprire le urne entro i successivi e necessari 60 giorni. Domani quindi il presidente incaricato potrebbe salire al Quirinale per rimettere l’incarico, nel caso andassero a buon fine i tentativi per far rinascere quell’esecutivo politico che domenica scorsa sembrava morto e sepolto, oppure per l’eventuale scioglimento della riserva.
Oltre al nodo relativo al titolare del ministero dell’Economia, si tratta di capire se lo scenario potrebbe cambiare anche con l’offerta al Carroccio della guida dell’esecutivo, ruolo per il quale M5S continua a candidare Giuseppe Conte.
Tutte questioni al centro di una lunga e complessa trattativa che proseguirà nelle prossime ore, mentre Cottarelli continua ad aspettare. Composta la squadra, si tratta di capire come evitare una bocciatura nel caso il governo di garanzia effettivamente dovesse presentarsi in Parlamento.
Per ora, al di là di alcune generiche dichiarazioni generiche pro o contro, non è ancora stato verificato se esistano forze politiche che, con una serie di accorgimenti tecnici come l’astensione, consentano all’esecutivo guidato dall’ex commissario alla spending review di ottenere un via libera delle Camere, che gli consenta di non presentarsi sfiduciato agli importanti appuntamenti internazionali in agenda nel prossimo mese. E che permettano di evitare uno scioglimento immediato del Parlamento che, a questo punto, porterebbe il Paese al voto in pieno agosto.