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Di Maio: “Da ipocriti non vedere business su immigrazione”

cms_6104/di_maio_luigi_ftg_1.jpg“Qui c’è la Procura siciliana e Frontex che accusano le Ong. Andremo fino in fondo e chiederemo al ministro dell’Interno Minniti di sapere tutto su questa vicenda, perché non può assolutamente essere lasciata così”. Lo afferma Luigi Di Maio, del Movimento 5 Stelle, in un’intervista a SkyTg24.”Questo buonismo che vedo in giro – aggiunge – è l’ipocrisia che ha nascosto per anni i miliardi di euro che si facevano e si guadagnavano sulla pelle dei migranti”.

“Credo la polemica politica sia scandalosa – dice ancora l’esponente M5S – perché qui abbiamo due rapporti Frontex che accusano le Ong di essere in combutta con gli scafisti, in uno c’è addirittura scritto che si sono usate navi delle Ong per trasportare criminali. Questo è un dato preoccupante, per questo vogliamo capire chi finanzia queste Ong (perché ricordiamoci che ’Mare nostrum’ ci costava decine di milioni di euro, queste sono imbarcazioni private che si muovono in tutto il Mediterraneo) e se ci sia una regia su questo modo di trasportare i migranti dalle acque libiche direttamente sulle nostre coste e poi queste navi ritornano nelle acque maltesi”.

“Noi siamo molto preoccupati e quando sento Saviano o il Partito democratico scandalizzarsi per le mie parole penso a una serie di ipocriti, che in questi anni – conclude Di Maio – ha sempre finto di non vedere il business sull’immigrazione che c’era in Italia e infatti poi ci siamo ritrovati con ’Mafia capitale’”.In questo momento – dice ancora Di Maio parlando con i cronisti a Mondragone – dobbiamo prima di tutto stabilizzare la Libia e smetterla di continuare a bombardare Paesi che poi ci restituiscono flussi di migranti come quelli che stiamo subendo dalla Libia. Se si devono fare salvataggi in mare si devono fare con le regole d’ingaggio della nostra Marina e non con Ong che in questo caso sono accusate di essere dei veri e propri taxi del Mediterraneo“.Saviano replica su Twitter: “Di Maio mi accosta a Mafia Capitale per i voti di chi i migranti li vorrebbe in fondo al mare. Come nel Cile di Pinochet… o era Venezuela?”.

Rottamazione cartelle, come sapere se è andata a buon fine

cms_6104/Equitalia_ftg.jpgScaduti i termini per aderire alla rottamazione delle cartelle ora la domanda è: come saprò se è andata a buon fine? Sul sito di Equitalia si ricorda che il decreto legge n. 8/2017, convertito con modificazioni dalla legge n. 45/2017, proroga al prossimo 15 giugno il termine entro cui Equitalia deve comunicare al contribuente l’ammontare complessivo delle somme dovute.

Chi ha aderito entro il 21 aprile alla definizione agevolata pagherà l’importo residuo delle somme inizialmente richieste senza corrispondere le sanzioni e gli interessi di mora. Per le multe stradali, invece, non si pagheranno gli interessi di mora e le maggiorazioni previste dalla legge.

Equitalia, come previsto dalla legge, dovrà inviare a tutti coloro che hanno aderito una comunicazione entro il prossimo 15 giugno specificando:

– quali debiti rientrano effettivamente nella definizione agevolata;

– l’ammontare dell’importo dovuto;

– la scadenza delle eventuali rate.

La comunicazione conterrà anche i relativi bollettini di pagamento.

COME PAGARE – È possibile pagare con la domiciliazione bancaria, presso le filiali bancarie, agli sportelli bancomat (ATM) degli istituti di credito che hanno aderito ai servizi di pagamento CBILL, con il proprio internet banking, agli uffici postali, nei tabaccai aderenti a ITB e tramite i circuiti Sisal e Lottomatica, sul portale Equitalia e con l’App Equiclick tramite la piattaforma PagoPa e infine direttamente agli sportelli Equitalia.

Meglio la pensione anticipata o un prestito?

cms_6104/pensionata_tavolo.jpgSi sta parlando da tempo sia di Anticipo pensionistico (cosiddetto Ape) che di Rendita integrativa temporanea anticipata (Rita) che dovrebbero essere operativi dal 1° maggio. In prossimità dell’avvicinarsi della data, dalla ’Fondazione studi dei consulenti del lavoro’ arrivano i primi chiarimenti sulle due misure.

L’Ape, battezzato definitivamente ’Anticipo finanziario a garanzia pensionistica’ nella Legge di Stabilità 2017, non è stato varato in forma solitaria ma accompagnato da Rita, che persegue le medesime finalità dell’Ape ma con una diversa dinamica di finanziamento. Sono due misure temporanee (il cui accesso sperimentale si chiuderà alla fine del 2018) che agiscono in modo complementare rispetto alle misure di sostegno al reddito già vigenti (in particolare la Naspi, Assicurazione Sociale per l’Impiego, la cui durata massima è di 24 mesi).

Ai lavoratori pubblici e privati con più di 63 anni, dal 1° maggio sarà quindi possibile richiedere tre diverse prestazioni che garantiranno un reddito ponte fino alla decorrenza della pensione di vecchiaia: reddito che potrà essere costituito da un vero e proprio prestito sulla futura pensione con tassi e condizioni agevolate e con la partecipazione dello Stato degli oneri finanziari a essi collegati (Ape volontario); da una indennità finanziata dallo Stato (Ape sociale) per soggetti che versano in uno stato di difficoltà (causato da prolungata disoccupazione, disabilità); da una nuova prestazione erogata dalle forme di previdenza complementare (Rita) che permetta di godere prima dei requisiti tradizionali già accantonati presso il proprio fondo.

In questo panorama, l’Ape privato registra anche una propria variante, aziendale, che consentirà alle imprese di partecipare all’anticipo pensionistico riducendo il peso del piano di ammortamento fino a neutralizzarlo, in accordo con il lavoratore. Vediamo ora, attraverso una serie di domande e risposte sul tema, la natura, il funzionamento e la convenienza delle due misure.

Che convenienza c’è a chiedere l’Ape privato e non un comune prestito bancario?

Il tasso annuo nominativo sarà particolarmente vantaggioso, così come le condizioni contrattuali e informative del finanziamento e delle assicurazioni obbligatorie (racchiuse in accordi-quadro di prossima emanazione). Il prestito sarà inoltre protetto da un apposito Fondo di Garanzia (L. 232/2016, art. 1, c. 173) amministrato dall’Inps che potrà coprire fino all’80% del finanziamento.

Inoltre, la metà dei complessivi costi finanziari (di interesse) e assicurativi saranno materialmente sostenuti dallo Stato grazie a un credito d’imposta erogato dall’Istituto di previdenza durante i 20 anni del piano di ammortamento con cui chi avrà richiesto l’Ape privato restituirà l’anticipo.

Tale credito fiscale attutirà il peso del prelievo delle rate, garantendo un maggiore netto di pensione finale. Inoltre, il peso delle rate di ammortamento dell’Ape nei primi vent’anni di pensione di vecchiaia dovrà permettere al pensionato di percepire un trattamento pari ad almeno 1,4 volte l’assegno previdenziale minimo, cioè 702,65 euro per il 2017.

E ancora: è stato specificato che l’insieme della rata Ape ed eventuali altri prestiti non potranno essere superiori al 30% dell’importo complessivo della pensione.

È necessario non avere un rapporto di lavoro per godere dell’Ape?

L’Ape privato e l’Ape aziendale possono essere richiesti anche in costanza di rapporto di lavoro; l’Ape sociale prevede invece come condicio sine qua non che il richiedente abbia cessato la propria attività lavorativa e non sia già titolare di un trattamento pensionistico diretto (pensione di vecchiaia, anticipata, invalidità).

Allo stesso tempo, una volta ottenuto l’Ape sociale sarà possibile accendere nuovi rapporti di lavoro subordinato o autonomo, a condizione che i redditi a essi collegati non superino le stesse soglie di cumulabilità già previste per la NASpI (8.000 euro annui per redditi di lavoro dipendente e parasubordinato, 4.800 euro nel caso di lavoro autonomo, come previsto all’art. 1 c. 183 della L. 232/2016).

– Durante la fruizione dell’Ape sociale percepisco 4.000 euro annui di reddito da lavoro autonomo: ciò comporta la decadenza dall’Ape?

No, la somma è compatibile con le soglie specificate dalla Legge di Stabilità. Sarà probabilmente necessario procedere a una comunicazione preventiva all’Inps in modo del tutto analogo a quanto già previsto per l’indennità di disoccupazione NASpI.

Qual è il trattamento fiscale dell’Ape sociale?

Sarà imponibile fiscalmente quale reddito in sostituzione di quello di lavoro dipendente, non avrà alcuna contribuzione correlata. In analogia a quanto già chiarito dalla Agenzia delle Entrate con la circolare n. 9/E del 2014 (punto 1.3), se l’Ape sociale sarà classificato come prestazione a sostegno del reddito, dovrebbe dare diritto alla fruizione delle detrazioni da lavoro dipendente e del bonus Renzi di cui all’art. 13, c. 1-bis del TUIR (Testo Unico delle imposte sui redditi).

La Rita è un prestito a garanzia pensionistico?

No, Rita è la Rendita Integrativa Temporanea Anticipata (cc. 188-192, art. 1, L. 232/2016) che consente di anticipare sotto forma di rendita il godimento del montante contributivo accumulato dai lavoratori dipendenti e autonomi iscritti a forme di previdenza complementare.

Non vi è alcun prestito da restituire, ma una corresponsione anticipata di quanto già accantonato sotto forma di rendita che ridurrà in misura corrispondente il montante contributivo.

Con la Rita perdo tutto il montante contributivo accumulato nel mio Fondo Pensione?

La Legge di Stabilità del 2017 consente di richiedere l’erogazione anticipata sotto forma di rendita temporanea dell’intero montante accumulato o di una sua parte; la Circolare COVIP n. 1174 dello scorso 22 marzo ribadisce che sarà il richiedente della Rita a decidere la percentuale di smobilizzazione della posizione maturata presso il Fondo.

Per attivare la Rita devo per forza avere chiuso il mio rapporto di lavoro dipendente?

Si, tale condizione è espressamente prevista dalla norma (L. n. 232/2016, art. 1 c. 188) dove specifica ‘a seguito della cessazione del rapporto di lavoro’. La norma non richiede però che il richiedente rimanga per tutto il tempo di godimento della Rendita privo di qualunque rapporto di lavoro.

Qual è il regime fiscale della Rita?

Ai sensi del c. 189 (art. 1 L. 232/2016), indipendentemente dalla data di maturazione del montante contributivo utilizzato, la Rendita Integrativa Temporanea Anticipata beneficia della tassazione sostitutiva con ritenuta a titolo d’imposta pari al 15% della base imponibile, con riduzione dello 0,3% per ogni anno di partecipazione a forme di previdenza complementare oltre i primi 15, con una tassazione che potrà ridursi fino al 9%. La ritenuta, in quanto a titolo d’imposta, comporta anche il risparmio delle addizionali regionali e comunali all’Irpef.

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Data:

24 Aprile 2017