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Di Maio: “Lato oscuro dello Stato ci attacca”

Di Maio: “Lato oscuro dello Stato ci attacca”

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“Al Governo ci siamo noi e c’è la Lega. Ma se partiti, lobby e burocrati devono scegliere chi combattere, sono tutti d’accordo con il ’dagli addosso al Movimento 5 Stelle sempre e comunque’. Il lato oscuro dello Stato non crede neanche minimamente di poter avere qualche garanzia da noi. Questo ci deve rendere orgogliosi, ma ci deve far tenere sempre alta la guardia”. Lo scrive Luigi Di Maio su Facebook, in una lettera ai parlamentari M5S.

“Il dibattito di questi giorni è surreale: si sta descrivendo il Governo come in lite, al capolinea, in balia delle richieste del Movimento. Invece vi posso dire che tra i membri del Governo tutti vogliamo fare il reddito di cittadinanza, tutti vogliamo fare la flat tax, tutti vogliamo abolire la Fornero e sostituirla con quota 100” si legge sul social network. “C’è però chi rema contro, ovvero una parte della burocrazia dei ministeri. Non voglio generalizzare ma è chiaro ed evidente che il sistema, negli ultimi 20 anni, ha piazzato nei gangli fondamentali dello stato dei servitori dei partiti e non dello Stato. E questo mi preoccupa molto”, sottolinea.

“Ogni volta che facciamo provvedimenti dobbiamo riguardarci sempre bene il testo, perché a volte tra un passaggio e un altro viene cambiato, si modifica, viene stravolto. Quando vi dico che c’è da preoccuparsi, credetemi. Abbiamo vinto le elezioni del 4 marzo, ma il sistema è vivo e vegeto e combatte contro di noi”.

ATTACCHI– E ancora: “Ciò che ritengo inaccettabile è che adesso il bersaglio siano diventati i nostri dipendenti della comunicazione. Chiunque vive il Movimento conosce bene l’importanza delle nostre strutture di comunicazione. Sono i migliori perché, in tutti questi anni, si sono inventati ogni giorno metodi alternativi alle tecniche tradizionali per far arrivare i nostri contenuti a milioni di italiani” scrive Di Maio.

“Su di me, su Beppe Grillo e su Davide Casaleggio ne inventano di ogni tipo ogni giorno. Io sono stato addirittura accusato di corruzione dai media. Oltre ai soliti retroscena smentiti dai fatti e altre follie. Mi hanno dato per morto (politicamente) decine di volte in questi anni alimentando retroscena fasulli: prima Casaleggio e Grillo contro Di Maio, poi Casaleggio Junior e Grillo contro Di Maio, poi Grillo e Fico contro Di Maio poi Fico e Di Battista contro Di Maio, poi Fico, Grillo, Di Battista e Casaleggio contro Di Maio. Una volta anche ’il Vaticano contro Di Maio”’.

“Questo tipo di attacchi che si fonda sulle menzogne negli anni mi ha rafforzato e credo abbia rafforzato anche il Movimento, facendolo diventare a prova di bomba. La corazza indistruttibile l’hanno creata i cittadini italiani, difendendoci sempre contro queste accuse continue. E facendoli sentire in dovere di prendere le nostre difese”, conclude.

CASALINO – “Qualcuno in queste ore sta facendo la morale a Rocco Casalino -scrive Di Maio ai parlamentari M5S- perché in un audio via whatsapp ha detto a due giornalisti quello che avevamo già detto pubblicamente in questi giorni e cioè che il sistema dei mandarini di Stato ci rema contro”.

“Molti giornalisti si stanno scandalizzando per il fatto che Rocco lo abbia detto in un audio privato a due giornalisti (Pietro Salvatori e Alessandro De Angelis che non avrebbero mantenuto il segreto della conversazione, probabilmente passando l’audio a Il Giornale di Sallusti. Giornali di De Benedetti che passano veline a quelli di Berlusconi)”.

“I moralizzatori di oggi vorrebbero per caso asserire che non hanno mai ricevuto messaggi privati dai portavoce delle altre forze politiche? Vogliono per caso dire che non hanno mai rilanciato un retroscena sulla base degli spin degli uffici stampa? I giornalisti che oggi hanno rilanciato questa notizia come Alessandro Sallusti e Sergio Rizzo, non hanno vocali o sms dei portavoce di Renzi, Berlusconi o di Salvini, in cui si indica la linea politica o addirittura si attacca un esponente del loro stesso partito? Abbiano il coraggio di dire che è così. Almeno ritroviamo il sorriso”, tuona.

Salvini: “Tasse al 15% per un milione di italiani”

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“Stiamo lavorando per far pagare almeno a un 1 milione di italiani il 15% del loro fatturato“. Lo afferma il vicepremier Matteo Salvini ospite di Atreju, la festa politica di Fratelli d’Italia in corso a Roma. “Siamo al governo per starci cinque anni – spiega Salvini -. Se il prossimo anno, pagheranno solo il 15% del loro ricavato 1-1,5 milioni di italiani, sarebbe per me un’enorme soddisfazione”.
Quanto alla rinascita del centrodestra, il leader leghista smentisce che ci sia una strategia del doppio forno con M5S e Fi. Quindi rassicura i giornalisti che gli chiedono del malumore suscitato nei grillini dopo il recente vertice a palazzo Grazioli. “Ma no, no – taglia corto Salvini – io vado da Berlusconi e parlo solo di accordi locali“. “Avrei preferito ci fosse stato un governo di centrodestra – ammette il leader della Lega – ma se dovessi tornare indietro a tre mesi fa rifarei la stessa scelta, perché penso che con tutti limiti di un’alleanza composita, gli italiani abbiano trovato una dignità”. E ancora: “Per me il governo poteva essere allargato a Fratelli d’Italia, ma no a Forza Italia”. Con Giorgia Meloni, osserva Salvini, “condividiamo certi valori e, per esempio mi ricordo la battaglia di Roma che abbiamo combattuto soltanto in due contro tutto e tutti, mentre qualcuno sparava da fuori”.
Da Fiuggi, si fa sentire Antonio Tajani, numero due di Fi: “Salvini cerca di avere la botte piena e la moglie ubriaca – afferma -. Ma credo che questo matrimonio tra Lega e M5s non sia un matrimonio di lunga durata. Sarà alla fine anche lui portato a dar vita a una coalizione di centrodestra anche per far nascere un nuovo governo”.
Sulla durata dell’esecutivo, però, Salvini non ha dubbi: “Il governo durerà 5 anni – assicura -. Lo dico perché ci credo davvero. Quando io prendo un impegno, lo voglio rispettare. Poi ovviamente siamo nelle mani di Dio e di Fico, ovviamente a livello più basso, in quest’ultimo caso”. “Io Di Maio non lo conoscevo – spiega Salvini -. Fino a maggio non avevo ma parlato con lui…Ho trovato in lui una persona di parola, onesta e concreta. Con cui sto lavorando bene, con altri no”.
Il leader della Lega spende poi qualche parola sui migranti: “Se avessi rispettato tutte le regole, di immigrati ne sarebbero arrivati 100-150mila euro, come negli anni passati. Le regole sono fatte per essere cambiate” scandisce. Quindi conferma che la prossima settimana in Cdm ci sarà la manovra e il decreto migranti-sicurezza. “A Tria dico stai tranquillo, stai felice – dice Salvini -. Il mestiere del ministero del Bilancio è sempre quello di chiudere i cordoni della borsa”.
E sulle Olimpiadi non nasconde che avrebbe preferito la candidatura del tridente Torino-Milano-Cortina. “A me piaceva l’idea di un’Olimpiade italiana, un’olimpiade di tutte le Alpi e le Dolomiti – chiosa – ma qualcuno ha avuto paura. Non ho perso la speranza, una proposta olimpica italiana ci sarà. Io farò di tutto per fare le olimpiadi invernali in Italia”.

Bufera su Rocco Casalino

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Venti di bufera sul Movimento Cinquestelle e, nel mirino, finisce Rocco Casalino. L’audio ’clandestino’ del portavoce di Palazzo Chigi riempie infatti le prime pagine dei giornali, provocando un vero e proprio terremoto e scuotendo la giornata politica italiana. Nelle parole del responsabile della comunicazione pentastellato tutta la rabbia del partito contro i tecnici del ministero dell’Economia, ’colpevoli’ di ostruzionismo e di non riuscire a trovare i fondi necessari per coprire le misure previste in manovra. E’ così che Casalino paventa una “megavendetta” nei confronti degli alti dirigenti del Tesoro. “Sarà una cosa ai coltelli”, promette nella registrazione, e se “dovesse venir fuori che all’ultimo ci dicono ’i soldi non li abbiamo trovati’, nel 2019 ci concentreremo a far fuori tutti questi pezzi di m…. del Mef”.

Difeso a spada tratta dal Movimento e dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che per nulla colpito dalle affermazioni gli ha rinnovato la sua “piena fiducia”, e liquidato con una frase a mezza bocca dal leader del Carroccio Matteo Salvini – “Non mi appassionano gli audio rubati…” -, Rocco Casalino è stato invece investito dall’ondata di indignazione delle opposizioni: dal Pd a Forza Italia, al portavoce del premier l’attacco frontale al Mef proprio non si perdona.

Per i Dem, quelle del numero uno della comunicazione cinquestelle sarebbero infatti parole “inaudite”, “indegne”, “di assoluta gravità politica”, che meriterebbero l’immediata “cacciata” del portavoce, definito “picchiatore che minaccia giornalisti e funzionari dello Stato“.

Se è il Pd a dare il via alle proteste, la richiesta di dimissioni diventa tuttavia il leitmotiv della giornata delle opposizioni. Per Forza Italia, “le minacce di Casalino” diventano “un fatto politicamente gravissimo” con un’eventuale “rilevanza penale”, “dimostrano una concezione violenta del potere”, sono in definitiva “parole da sicario”, che meriterebbero “dimissioni immediate” o, perlomeno, “scuse formali”. E ancora: “Inaccettabile e minacciosa aggressione verbale ai dirigenti Mef” per Leu, l’audio di Casalino per i Verdi è qualcosa per cui il portavoce dovrebbe “essere immediatamente licenziato”. E a tuonare contro Casalino sono anche i sindacati, come la Cisl Fp per la quale “l’attacco ai dirigenti e ai tecnici del Ministero dell’Economia è davvero grave e alimenta un pregiudizio contro chi sta svolgendo semplicemente il proprio lavoro”.

Apparentemente più clemente, ma non meno incisivo, il ’collega’ di governo Giancarlo Giorgetti, sottosegretario leghista alla presidenza del Consiglio che lancia quello che sembra essere un velato avvertimento: “Dipende se il portavoce del premier ha il potere di cacciare i tecnici, non credo lo abbia… e poi – sottolinea – basta non avere il portavoce come non ce l’ho io”.

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Data:

23 Settembre 2018