E’ la forma di allarme sociale dilagante in questi anni! ”comprendere” il bullismo non si può: episodi sempre più violenti, specchi riflessi di disagio a vari target di età.
Non più solo circoscritto nel passaggio dall’infanzia all’adolescenza, si evolve con l’età trasformandosi in prevaricazioni sociali, lavorative, fino a ritrovarsi all’interno dei nuclei familiari e con i tristi epiloghi di cui la cronaca ci informa.
Il bullismo giovanile assume connotazioni sempre più pericolose, eseguito in branco prende di mira un ragazzo o una ragazza per offenderli moralmente e fisicamente. E’ l’espressione delle gravissime difficoltà nelle capacità socio-relazionali che annientano lo sviluppo della socialità.
Di quali contesti è figlio il bullismo? della famiglia spesso priva di ideali, di valori, di “moralità” passando ad altri ambiti sociali! Della mala educazione! della società in generale.
Dopo l‘inadeguatezza famiglia, pronta a giustificare qualsiasi comportamento dei figli, c’è la scuola, con gli insegnanti incapaci di istruire ed educare al rispetto i ragazzi. E sono li! I bulli, il branco, la vittima e gli spettatori.
Soprusi, angherie, aggressioni verso l’indifeso, insieme al branco il bullo prende forza e si “accanisce” sulla vittima, fragile, debole nel suo disagio psicologico, nella sofferenza vissuta in completa solitudine. Sulla scena ci sono tutti e mentre si consuma la violenza ci sono anche gli altri ragazzi che vi assistono, consapevoli di cosa accade ma senza reazioni..
Quante volte e per quante volte la scena si ripete: spesso, sempre più spesso, non c’è altro modo per farla finire se non il gesto estremo! Non basta indignarsi, non basta porsi delle domande sul perché accadono questi episodi! E’ importante, che la società riconosca la gravità degli atti di bullismo e delle sue conseguenze negative, sia per chi ne è vittima, sia per i potenziali delinquenti e della loro devianza. Gli interventi nell’affrontare, questo problema sociale devono partire da una maggiore sensibilizzazione, nell’adottare strategie per la prevenzione delle forme di bullismo e contrastarne tutti gli effetti negativi. Devono essere rivolti negli abiti familiari, sia delle vittime che dei bulli, per lo sviluppo e il miglioramento delle capacità socio- relazionali.
La scuola deve intervenire, sperimentando con modalità diverse, percorsi mirati all’informazione e formazione al dialogo, per socializzare e a relazionarsi con l’altro. Il dialogo con la scuola è basilare, perché la maggioranza degli episodi accadono all’interno del contesto scolastico, e solo in questo modo si potrà contrastare in modo efficace il bullismo.
Il perseguire di questi percorsi è il necessario supporto, ai Tribunali e ai Giudici minorili, costretti ad agire con leggi obsolete: inefficaci a prevenire e contrastare il bullismo, mentre sarebbe necessario istituirne, per assegnare strumenti e responsabilità d ‘intervento necessari anche alle strutture di assistenza sociale, in modo da essere sufficientemente preparate ad affrontare questo problema.