E finalmente si spalanca il sipario sul palcoscenico del Teatro Ariston per la 69° edizione del festival dell’attesissimo Festival di Sanremo. Sotto la meticolosa direzione artistica di Claudio Baglioni, che con grande professionalità ha riportato la canzone ad occupare la centralità assoluta del festival, il palco dell’Ariston si presenta fresco come non mai. La linea artistica di questo festival della canzone italiana, sembra voler rispecchiare fedelmente la scena musicale italiana, putanto molto sui giovani; infatti, quest’anno predomina il rap in molte performance, che dimostra l’assunzione di una posizione non pregiudizievole nei confronti dei nuovi generi che si fanno spazio attualmente nel panorama nazionale. E ad attestarlo è la partecipazione di una rappresentanza della fusion fra trap, reggae, hip-hop qual’è la figura di Achille Lauro. Un connubio perfetto tra innovazione e tradizione, tra la fedeltà agli standard sanremesi di alcuni artisti e i tentativi di rinnovamento di altri , tra il flow del rap e la melodia della canzone italiana. Non mancano artisti storici, come Patty Pravo o Loredana Bertè , ma sono tanti i cantanti, come Ultimo o Motta, alla loro prima edizione.
La serata vola grazie alla compagnia dei simpaticissimi Virginia Raffaele e Claudio Bisio che hanno presentato i 24 partecipanti intervallati dagli interventi di egregi ospiti. Una serata ricca che ha vissuto la toccante esperienza del duetto tra padre e figlio, Andrea e Matteo Bocelli a 25 anni dall’esordio del grande tenore su quello stesso palco, la performance da brivido di una Giorgia impeccabile come non mai nel rievocare le stesse emozioni provate al primo ascolto della sua “Come vorrei”, accompagnata al piano dal maestro Baglioni, e sempre su questa linea nostalgica il suo tributo a Whitney Houston che ha fatto tremare il pubblico. Ancora nel corso della serata Claudio Santamaria nella simpatica riproposizione del Quartetto Cetro o Pierfrancesco Favino nelle vesti di Freddie Mercury, hanno reso lo spettacolo leggero e dinamico. Non sono mancati i momenti di riflessione, uno dei quali proposto dall’interpretazione di Silvestri che esplora le disperazioni più profonde e meno comprese dei giovani che si trovano ad affrontare l’ostile mondo contemporaneo. In conclusione un inizio festival pieno di emozioni, degno di dare inizio ad una kermesse all’insegna dell’armonia, come ricorda il simbolo di questa edizione, lo Yin e lo Yang, che rappresenta l’idea di armonizzare due mondi diversi.
(Foto dal sito web del Festival – si ringrazia)