Vi presento un’opera poco conosciuta, intitolata «Dio Padre dipinge l’Immacolata»: è opera del pittore spagnolo José García Hidalgo, risalente al 1690 circa e conservata nel Museo del Prado a Madrid.
Dopo il Concilio di Trento, l’arte della Controriforma svilupperà molto il tema iconografico dell’Immacolata soprattutto in area spagnola: contributo particolare alla diffusione si deve proprio all’opera di García Hidalgo che raffigura Dio Padre con tratti umani e con gli attributi del pittore nell’atto di dipingere la Vergine come Immacolata Concezione.
Il tema del quadro è una rielaborazione del soggetto iconografico di “San Luca che dipinge la Madonna”: al posto dell’evangelista c’è Dio Padre che dà gli ultimi ritocchi all’immagine dell’Immacolata. Il Creatore raffigura la Vergine, prototipo della donna che dà inizio all’umanità nuova e che offre dunque un modello ai pittori dell’epoca, non volendone creare un ritratto, ma secondo l’ideale femminile di una creazione nuova dove non pesa più il groviglio della colpa né sussiste più alcuna macchia di peccato. Così ricorda la scritta latina alla base della tela: «In spiritu sancto illam fecit».
L’ambientazione del quadro si rifà alle botteghe dei pittori del tempo: non mancano manovali e uno scelto pubblico contempla e ammira ciò che l’artista sta realizzando. In basso a sinistra, un angelo macina con energia i colori e osserva la sconfitta del diavolo che giace a terra incatenato. L’arcangelo Michele, con veste militare, minaccia l’antico avversario con una lancia e lo sottomette con il piede in atteggiamento di vittoria mentre dichiara realizzata la profezia di Genesi: «essa ti schiaccerà il capo». Il diavolo, raffigurato in forma umana, ricorda il mistero del male con cui sei chiamato a confrontarti ogni giorno, un male che spesso si incarna nelle pieghe della tua storia e dal quale cerchi di fuggire, non sempre con successo. Il demonio vomita dalla bocca una fiamma di fuoco con la scritta «Omnes in Adam peccavere»: così vuole scoraggiarti facendoti credere di non avere valore o dignità. Maria, invece, ti ricorda la santità di Colui che viene a liberarti dal peccato e a ridonarti una possibilità sempre nuova per realizzare in pienezza la tua vita.
Una coppia di angioletti nudi regge la tela al Padre mentre un terzo, inginocchiato ai suoi piedi, mostra la catena che tiene legato Satana come segno della sua impotenza di fronte al disegno di Dio. Quest’ultimo, seduto su un trono di nuvole, conclude la sua opera pittorica mentre pronuncia la frase «pulchrissima est, et macula nulla est» quale conferma del suo capolavoro. Tra gli spettatori spicca in primo piano sulla sinistra l’arcangelo Gabriele con un ramo di giglio in mano mentre ripete le stesse parole dell’Annunciazione: «Ave Maria gratia plena». È il nome nuovo che Dio le ha dato, piena del suo compiacimento: la grandezza di Maria sta nel sentirsi amata da Dio nella sua povertà e per questo si fida di Lui. Quando temi di non avere il timone di tutto quanto accade nella tua vita ricordati delle sua parole: «Io conosco i progetti che ho fatto a tuo riguardo, progetti di pace e non di sventura, per concederti un futuro pieno di speranza». Maria ha la corona di dodici stelle in testa e la luna sotto i piedi come secondo la visione dell’Apocalisse e si dichiara sposa eletta, proclamando davanti a tutta la corte celeste «Pixit sponsam qui potens est», in riferimento alla potenza dell’Altissimo che ha fatto grandi cose in lei. A ciò risponde, in alto, la discesa della colomba dello Spirito Santo: «Una es columba mea una es perfecta mea». Essa scende su Maria e la copre con la sua ombra per confermare la purezza di Colei che doveva generare il Salvatore del mondo. In mezzo a una schiera di angeli musicisti, due sostengono il quadro e un terzo mostra un cartiglio con la scritta «Venite e videte opera Dei», cantico di ringraziamento a Dio per il suo agire sugli uomini. La grandezza di Maria che il pittore vuole esprimere nella sua opera deriva dalla fiducia che ha avuto in Dio, nonostante i dubbi e le prove della sua vita. Con il salmista ti invita a non avere paura ma ad affidare «al Signore il tuo peso ed egli ti sosterrà, mai permetterà che il giusto vacilli».