Ieri per caso mi è capitato di scorgere due immagini che al contrario di altre persone che si sono indignate, a me col mio carattere mi hanno fatto letteralmente piegare in due dal ridere. E vi spiego il motivo: come potete ben vedere a lato delle scale (nelle foto) ci sono degli scivoli che dovrebbero (uso il condizionale), servire ai disabili motori, cioè a quelle persone che usano la carrozzina per muoversi.
Mostrandole a mio marito che esterrefatto mi ha chiesto se erano vere, mi è venuto spontaneo dire: ”A quanto pare chi le ha progettate pensa che le nostre sedie sono il frutto di un’elaborazione elettronica avanzata tale che, riesce a superare pendenze impressionati tanto che un uomo a piedi, dovrebbe praticamente scalarle. Noi invece con le nostre sedie modificate tipo le macchine dei Super eroi, riusciamo tranquillamente senza alcuno sforzo, a raggiungere la cima”.
E per questo, sono scoppiata a ridere.
Vorrei un giorno far provare ad un architetto o ingegnere che progetta gli scivoli per disabili, che cosa vuol dire usarli, facendolo sedere su una “comoda” sar.
Forse e ripeto forse, comprenderebbe meglio che è per noi una fatica immane, soprattutto per chi ha problemi anche con gli arti superiori.
Questo mio piccolo articolo non vuol scaturire alcuna polemica, ma semplicemente far notare una cosa che è lampante, ma che troppe volte non viene considerata.
Basta davvero poco per fare del mondo un posto migliore, guardiamolo con gli occhi del prossimo e impareremo molte cose a noi ignote. Tutti si ha da imparare ogni giorno. Costruiamo per migliorarci abbattendo barriere, per prima quelle mentali.