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DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO – Un eccesso di certificazioni?

“La scuola elementare sembra che sia diventata una clinica psichiatrica, sono tutti discalculici, disgrafici,
dislessici, asperger, autistici, ma chi l’ha detto? Ai tempi miei non c’erano queste condizioni, c’era uno che era più bravo e quell’altro un po’ meno bravo che poi si esercitava e diventava bravo. Perché patologizzare tutte le insufficienze?”

https://il-cubo.it/blog/104-i-disturbi-specifici-dell-apprendimento


Ha fatto discutere il pensiero espresso dal noto filosofo e psicanalista Umberto Galimberti. Per Galimberti
l’aumento esponenziale delle certificazioni per i Disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa) nasconde l’interesse di genitori protettivi nel facilitare il percorso scolastico dei figli piuttosto che reali difficoltà. Quanta verità c’è in queste parole?
Proviamo a fare un po’ di chiarezza. Cosa sono i disturbi specifici dell’apprendimento?
Si tratta di condizioni costituzionali geneticamente determinate non conseguenti a patologie o lesioni, bensì ad una neurodiversità, ovvero ad una particolare organizzazione funzionale già presente alla nascita (sicuramente non attribuibili a svogliatezza, pigrizia, insegnanti inadeguati…). La neurodivergenza indica qualsiasi condizione neurologica che si discosta dalla normotipicità definita dai modelli medico-culturali, influenzando diverse aree del sistema nervoso in modi unici e diversi in ciascun individuo. I DSA, quindi, sono collegati a deficit di specifici domini (lettura, scrittura e calcolo) con ricadute significative sugli apprendimenti scolastici e sull’autostima.

Cosa sono i Disturbi Specifici dell’Apprendimento?


Da cosa dipende l’aumento esponenziale di certificazioni?
Una delle motivazioni è da individuarsi nella maggiore conoscenza e consapevolezza che ha permesso l’individuazione di situazioni fino a qualche anno fa sommerse, conseguenza diretta della Legge 170 del 2010, con la quale la scuola ha assunto un ruolo di forte responsabilità. Un impegno fattivo è stato svolto anche dall’Associazione Italiana Dislessia costantemente impegnata sul territorio nella promozione di una corretta informazione e nel garantire pari diritti e opportunità.

Altri fattori determinanti sono da individuarsi nella richiesta pressante di prestazioni scolastiche, nell’incremento della complessità del materiale di studio e nell’uso eccessivo della tecnologia che incide sulla capacità di concentrazione e attenzione.

Al contempo, è estremamente importante non confondere un disturbo con una difficoltà negli apprendimenti scolastici. Le difficoltà, infatti, a differenza del disturbo possono comparire in qualsiasi fase dell’apprendimento, non derivano da cause neurobiologiche (ma ambientali, culturali, sociali…) e rispondono positivamente agli interventi didattici e/o psicologici. I Test utilizzati dall’equipe multidisciplinare hanno proprio l’obiettivo di evitare questo tipo di situazioni aiutando a identificare i DSA tempestivamente e fornendo una valutazione quali – quantitativa della posizione dello studente rispetto alla media della popolazione scolastica di riferimento.

Disturbo specifico dell’apprendimento (DSA)


Il bias di ragionamento risiede proprio in questa considerazione: le certificazioni diagnostiche non hanno la finalità di trovare una giustificazione accreditata alle fragilità scolastiche dei propri figli, ma di rilevare un disturbo del neurosviluppo. Alla scuola, dunque, spetta un compito importantissimo di osservazione, individuazione di segnali predittivi nonché di prassi didattiche flessibili. L’invito ai nostri docenti, che si dimostrano consapevoli e preparati in materia, è ben espresso dalle parole del Prof. M. Levine: “Non intendo trattare neppure due di voi allo stesso modo e niente proteste al riguardo. Alcuni dovranno scrivere lunghe relazioni, altri avranno Il permesso di farle più corte; alcuni dovranno leggere articoli chilometrici, altri articoli brevi. Così stanno le cose.

Ognuno apprende in modo diverso e se qualcuno ha esigenze particolari, me lo faccia sapere e io penserò a studiare qualcosa di più adatto a lui.
Ma non voglio sentire lamentele su quello che faccio per gli altri”.

Data:

3 Marzo 2025

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