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Divieto di ingresso in discoteca per una ragazza diabetica

Tre bustine di zucchero e un succo di frutta, questo il prezioso salvavita che una ragazza diabetica portava in borsetta in caso di emergenza ipoglicemica. All’ingresso di una discoteca milanese, però, è stata fermata a causa del divieto di introdurre nel locale cibi dall’esterno. Lo zelante buttafuori ha perseverato nelle sue intenzioni anche difronte al certificato medico esibito prontamente dalla giovane. Questo l’amaro sfogo della ragazza, riportato sul sito portalediabete.org: «Ero mortificata di dover esporre le mie ragioni di fronte a tante persone, ma ancor più mortificata per l’imbarazzo di una decina di persone che erano con me per festeggiare la laurea di un’amica. Ancora una volta respinta, ho chiesto al buttafuori cosa avrei dovuto fare. Lui mi ha risposto ‘devi startene a casa’».

Sull’episodio è intervenuto il diabetologo del San Raffaele Lorenzo Piemonti, che su Facebook ha indirizzato una lettera aperta al gestore della discoteca milanese: «Diciamo che ho un hobby nella mia vita, che è quello di studiare il diabete, e quindi credo di conoscere il diabete di tipo 1 sufficientemente bene, malattia che colpisce 250.000 persone in Italia con 5.000 nuovi casi ogni anno, in aumento. E’ una malattia invisibile poiché non ha una “fisicità” prorompente come altre patologie, anche perché colpisce prevalentemente in età giovane, ma non per questo meno grave. Le persone colpite da questa malattia, in ogni istante della loro vita, devono regolare gli zuccheri nel sangue utilizzando due cose: l’insulina per abbassarli e lo zucchero per alzarli, a seconda delle necessità. Siccome l’ignoranza non è da considerarsi un difetto in assoluto ma, viceversa, è un’opportunità importante per aumentare la conoscenza, sarebbe bello – conclude il medico – riconoscere che forse c’è stato un errore in questa vicenda, scusarsi e magari cogliere l’occasione per sensibilizzare la comunità sull’importanza di questa malattia».

Come ogni 14 novembre, oggi è la Giornata Mondiale del Diabete ed è importante denunciare questi episodi affinché non si infrangano contro il muro della disinformazione gli sforzi di centinaia di persone che, ogni anno, impegnano sinergie allo scopo di accendere l’attenzione su un tema di evidente rilevanza.

Istituita nel 1991 dall’International Diabetes Federation e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel nostro Paese la giornata è organizzata dal 2002 da Diabete Italia per sensibilizzare e informare l’opinione pubblica sul diabete e sulla sua prevenzione e gestione. In campo sanitario, è il più grande evento per volontariato. Persone affette da diabete, medici, infermieri, associazioni organizzano eventi in oltre 500 città d’Italia. Il filo che unisce virtualmente tutte le città d’Italia e del mondo è la luce blu che illumina i monumenti maggiormente rappresentativi.

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Più di 400 milioni di persone nel mondo sono colpite da questa patologia. Numero, questo, con un’infausta curvatura al rialzo per i prossimi anni, non solo per via dell’aumento della popolazione e della durata media di vita, ma anche per la mancanza di esercizio fisico e di una dieta corretta. Secondo le proiezioni dell’International DiabetesFederation, nel 2040 i diabetici saranno 650 milioni se non si realizzerà una prevenzione efficace. Pur limitando gli allarmismi, i dati riferiscono che ci troviamo di fronte a una “pandemia”.

Negli USA il 10% della popolazione fra i 20 e i 79 anni ha il diabete di tipo 2 e in Asia – dove la percentuale, trascurabile nel 2000, è passata al 7,6% della popolazione (stima 2010) – si raggiungerà il 9,1% nel 2030.

La crescita è altrettanto veloce sia nei Paesi avanzati sia in quelli che hanno da poco iniziato lo sviluppo economico, fenomeno che nasconde oggettive motivazioni di base. Una scorretta ed eccessiva alimentazione, associata allo scarso movimento fisico, produce sovrappeso e obesità, che molto spesso vanno a incidere negativamente su una predisposizione genetica ereditaria a sviluppare il diabete, scatenandola. Molti studi hanno evidenziato che anche la perdita di ore di sonno aumenta il rischio di sviluppare diabete di tipo 2, influenzando il modo in cui il nostro corpo processa il glucosio. Anche i dati relativi all’incidenza del fumo di sigaretta sono definitivi: chi fuma sviluppa più spesso il diabete. Più sigarette si fumano, maggiore è il rischio.

In Italia, si calcola abbiano il diabete di tipo 2 in forma diagnosticata e seguita ben 3 milioni di persone, vale a dire il 4,9% dell’intera popolazione. Nel 2030 si prevede che le diagnosi saranno 5 milioni.

Se il diabete di tipo 1 può considerarsi la più frequente delle patologie rare (ogni anno si registrano 84 casi ogni milione di persone in Italia, poco meno di 5 mila casi), quello di tipo 2 è la forma più diffusa. Esso si manifesta dopo i 40 anni e colpisce soprattutto persone che presentano sovrappeso/obesità. La sua evoluzione è lenta e priva di sintomi: gradatamente, la persona perde la capacità di controllare l’equilibrio della sua glicemia.

Altre forme, intermedie fra il tipo 1 e 2, sono il Lada e il Mody, generalmente presenti solo in determinati ceppi familiari. Da ricordare anche il diabete di tipo secondario, cioè causato da un’altra malattia, da una terapia o da un incidente.

cms_7715/3.jpgIl diabete è una condizione cronica da cui non si può guarire. Se non si interviene, la glicemia, cioè la concentrazione di zucchero nel sangue, tende ad aumentare. Alla persona con diabete non è imposta alcuna rigida restrizione dietetica se non le linee guida che servono a migliorare la qualità di vita e che faremmo bene a seguire tutti. Già dopo i quarant’anni le principali cause di morte e invalidità sono ictus e infarti, e il diabete costituisce un potentissimo fattore di rischio. Con un adeguato intervento sullo stile di vita potrebbero essere evitati fino al 70% dei casi di diabete 2.

Esiste poi il diabete gestazionale, una forma temporanea di diabete che tende a scomparire subito dopo il parto. Circa il 7,5% delle future mamme soffre infatti di diabete di tipo 1 o 2, e una su 7 sviluppa il diabete gestazionale durante i 9 mesi. Se è vero che per le mamme il problema quasi sempre va via con il pancione, ben più serie conseguenze possono riguardare il bebè, che potrebbe crescere come se fosse in una pasticceria, quindi nascere con un metabolismo che lo predispone a un maggior bisogno energetico e a un maggior rischio cardiovascolare precoce. «Si chiama Epigenetica – spiega il ginecologo – e quando una mamma capisce che quello che mangia e quanto si muoverà in gravidanza inciderà sul cuore e sull’aorta di suo figlio, correggerà il suo stile di vita non per non ingrassare, ma per garantire un futuro sano al suo bimbo». Questo è quanto hanno spiegato gli esperti intervenuti a un incontro tenutosi in questi giorni a Milano e promosso dalla Abbott, volto ad annunciare una nuova approvazione del sistema di monitoraggio flash della glicemia: FreeStyle Libre è la tecnologia che permette di controllare i livelli di glucosio senza doversi pungere il dito con un ago. Evidenze cliniche hanno dimostrato la sicurezza del dispositivo, procurandogli il marchio CE anche per l’impiego da parte delle donne in gravidanza. Si tratta di un sensore delle dimensioni di una moneta di due euro, applicabile al braccio, che misura automaticamente la glicemia H24 per un periodo fino a 14 giorni; un lettore fa la scansione anche attraverso gli abiti, monitorando costantemente i livelli glicemici in ogni momento che il medico ritenga opportuno. Il presidio è disponibile in 40 Paesi nel mondo e può contare non solo dell’approvazione delle mamme, liberate dall’incubo del “buco al dito”, ma anche di medici e infermieri. In un momento di necessità di rilancio della Sanità e dei piani di riordino regionali, anche attraverso validi criteri di appropriatezza (sistema giusto per il paziente giusto e nel momento giusto), il nuovo dispositivo sembra pensato proprio per mettere d’accordo tutti.

Nel ricordare che una malattia così subdola non grava solo sul bilancio familiare, bensì su quello dell’intera collettività, e che i costi umani in decessi e invalidità richiedono un’urgente inversione di tendenza, valgono i consigli degli esperti:

– una volta diagnosticata la malattia, considera di doverla combattere con la stessa energia che impiegheresti se fosse un tumore: anche se non avverti alcun disturbo, la patologia esiste e va fronteggiata con molto impegno;

– assumi sempre le medicine che ti sono state prescritte e non credere mai ai ciarlatani che propongono cure alternative, c’è chi è morto per esserci cascato e aver sospeso l’insulina;

– misura la glicemia a casa come ti è stato insegnato, registra il valore e mostralo al medico;

– fai attenzione all’alimentazione, non c’è nulla di assolutamente vietato ma mangia con intelligenza: non accorciarti la vita per eccesso di cibo;

– cerca di essere quanto più attivo possibile, anche facendo solo una passeggiata al giorno;

– presta la massima attenzione ai piedi: da piccoli disturbi possono nascere grandi problemi;

– non saltare mai gli esami del sangue: l’emoglobina glicata va fatta almeno due volte l’anno;

– ricordati dei controlli periodici, inclusa una visita oculistica ed elettrocardiogramma;

– affianca alle cure del tuo medico i controlli in un centro diabetologico, la malattia è troppo complessa e pertanto richiede di essere gestita da medici esperti;

– in caso di viaggio, porta sempre una quantità di farmaco doppia e fai attenzione a portare tutte le diverse penne di insulina, non un solo tipo, se ne usi di più. Non dimenticare materiale di misurazione in abbondanza;

– tieni sempre i medicinali a portata di mano, evitandone l’esposizione a forti escursioni termiche;

– tieni a portata di mano una fonte di glucosio a rapida azione o degli snack in barrette;

– viaggi lunghi e fusi orari potrebbero alterare la tua routine quotidiana. Le persone con diabete dovrebbero cercare di rispettare l’orario dei pasti e non scombussolare troppo la loro giornata. Se indossi un microinfusore, inoltre, devi ricordare di adeguare la regolazione del nuovo orario. Chiedi al diabetologo come gestire l’insulina basale se il viaggio è lungo;

– stare seduti a lungo durante il viaggio può far crescere il livello di glicemia. Il trekking prolungato o le lunghe passeggiate, al contrario, possono farlo crollare. Tieni sempre a portata di mano degli snack;

– ricordati di viaggiare sempre con un certificato medico con data non anteriore a trenta giorni, che attesti modalità di assunzione dei farmaci, il foglietto illustrativo del farmaco e un’autocertificazione attestante che il contenitore sia anti-urto e anti-rovesciamento;

– prepara i farmaci in un sacchetto trasparente e richiudibile, separato da quello dei liquidi, e posizionalo sul nastro per i dovuti controlli in aeroporto;

– se indossi un microinfusore o un sensore per il monitoraggio continuo della glicemia, informane gli addetti alla sicurezza prima delle procedure di controllo: per alcuni device l’azienda produttrice consiglia di evitare l’ingresso negli scanner dell’aeroporto;

– non mettere mai l’insulina nel bagaglio da spedire, perché potrebbe risentire degli sbalzi di temperatura e pressione nella stiva dell’aereo. Dopo il viaggio, osserva il contenitore (o la penna) con attenzione prima di iniettare il bolo di insulina e, in caso di aspetto anomalo, cambia flacone.

La Giornata Mondiale del Diabete ha il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, del Ministero della Salute, del Coni, della Croce Rossa Italiana, dell’Anci, e di lapb, Onda e Sia, con la media partnership di Rai-Responsabilità sociale.

Anche le Farmacie Comunali italiane hanno accolto con entusiasmo la richiesta di collaborazione di Diabete Italia Onlus per la Giornata. «Il diabete è una malattia in aumento, ma non tutti sanno che le donne sono particolarmente vulnerabili – ha commentato il presidente di Assofarm, Venanzio Gizzi – crediamo che le farmacie debbano mettere la loro presenza sul territorio a disposizione di tutte quelle iniziative che mirano a rendere i cittadini più consapevoli e attenti ai corretti stili di vita».

“Pet diabetes month” è la manifestazione collaterale che ci ricorda che a soffrire di diabete non sono solo gli umani. 1 pet su 100 convive con la malattia, ma molti proprietari non lo sanno.

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Così cani e gatti diabetici non ricevono le giuste cure per una vita dignitosa e di qualità. Pertanto, anche ambulatori e cliniche veterinarie aderiscono all’iniziativa. Per scoprire la struttura veterinaria più vicina sono a disposizione la pagina Facebook e il sito www.mesedeldiabetecanegatto.it.

Per ulteriori informazioni su programmi ed eventi, consultare la pagina Facebook www.facebook.com/giornatadeldiabete e il sito http://www.giornatadeldiabete.it.

Data:

14 Novembre 2017