Doppio passaporto, Moavero cancella visita a Vienna
Il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi “per ora” non si recherà a Vienna per uno degli usuali incontri bilaterali proposto dalla ministra degli Esteri austriaca”. Lo rende noto la Farnesina, spiegando che la decisione del ministro è dovuta alle “ricorrenti affermazioni circa lo studio di un disegno di legge ad hoc del Governo austriaco per conferire la cittadinanza dell’Austria e il relativo passaporto ai cittadini italiani dell’Alto Adige di lingua tedesca e ladina”. Si tratta, afferma la Farnesina in una nota, di “un’iniziativa che incrina il clima di serenità e fiducia reciproca, che costituisce la premessa indispensabile per la buona riuscita di questo tipo di incontri”.
Come sottolinea la Farnesina, “è stato spiegato, ancora una volta, che la possibile iniziativa unilaterale austriaca solleva emozioni in vari settori dell’opinione pubblica italiana e appare in sé particolarmente inopportuna, considerate le elezioni in Alto Adige”.
Inoltre, l’iniziativa austriaca “risulta difficilmente comprensibile, specie se si considera che tutti gli austriaci e tutti gli italiani già condividono la comune cittadinanza dell’Unione Europea, status ben evidenziato da un’apposita menzione sulla stessa copertina dei loro passaporto. È pertanto davvero curioso – afferma il ministero degli Esteri – che un’iniziativa di questo tipo sia discussa proprio nello Stato, l’Austria, che assicura pro tempore la presidenza UE”.
Infine, conclude la Farnesina, “dispiace rilevare come, proprio nella ricorrenza del centenario della Prima Guerra Mondiale, funestata dal sangue di tanti italiani e austriaci, l’iniziativa in questione rischi di assumere potenziali caratteri di un revanchismo anacronistico“.
“Mi chiamava idiota”, l’attacco a Mia Farrow
Soon-Yi Previn, moglie di Woody Allen da 20 anni, ha deciso di rompere il silenzio. La donna, che oggi ha 47 anni, ha rilasciato una lunga intervista a ’Vulture’, settimanale del New York Magazine. Vista da qualcuno come la vittima di un uomo potente e molto più grande di lei da altri come una Lolita, una seduttrice che non si era fatta scrupoli a tradire la madre adottiva che l’aveva portata via da un orfanotrofio, solo ora ha deciso di parlare. Ora che è vista come una complice di sorta, per le rinnovate accuse di Dylan Farrow nei confronti del padre adottivo Woody che la avrebbe molestata sessualmente, Soon-Yi ha deciso di schierarsi dalla parte del regista newyorkese la cui reputazione è crollata mentre i suoi film una volta venerati sono stati rivalutati alla luce del movimento #MeToo.
“Non sono mai stata interessata a scrivere una lettera stile ’Cara mammina’ a Mia (Farrow, ndr)”, ha subito chiarito la 47enne. “Ma quello che è successo a Woody è così sconvolgente, così ingiusto. [Mia] ha approfittato del movimento #MeToo e ha mostrato Dylan come una vittima. E un’intera nuova generazione parla di questo quando non dovrebbe”.
“La gente pensa che io sia stato il padre di Soon-Yi, che ho violentato e sposato mia figlia ritardata e minorenne”, ha detto Allen a margine dell’intervista mentre Soon-Yi parla di Mia Farrow. “Mi ha descritto come ’elegante’”, dice ad un certo punto aggiungendo subito: “Era l’unica cosa positiva che ha detto su di me”. “Ho combattuto per la mia sopravvivenza sin dall’infanzia – racconta – prima di arrivare in orfanotrofio, correvo per le strade in cerca di cibo nella spazzatura. Una volta ho mangiato una saponetta, la peggior cosa che avessi mai assaggiato, semplicemente disgustosa”.
Dopo aver raccontato del primo incontro con Mia Farrow, la 47enne dice subito che sin dall’inizio lei e l’attrice erano “come olio e acqua“, forse perché lei quando fu adottata era troppo vecchia per essere ’modellata’. “Mia non era materna con me sin dall’inizio”, aggiunge con veemenza, affermando di non avere ricordi positivi dei suoi anni con lei: “Sembra difficile da immaginare, ma non riesco davvero a inventarne uno”. L’attrice l’avrebbe spesso minacciata (“Dovrei mandarti in manicomio”) e insultata (“Sei stupida, “Sei un’idiota“), schiaffeggiandola in viso e sculacciandola con una spazzola. E arrivando anche a perdere completamente il controllo, lanciandole un coniglio di porcellana.
Quanto a Woody Allen, che entrò nella loro vita quando Soon-Yi aveva 10 anni, lei lo odiava a vista: “Lo odiavo perché stava con mia madre e non capivo perché qualcuno potesse stare con una persona tanto cattiva. E pensavo che dovesse essere come lei”.
Al via corsa agli Oscar, candidati 21 film italiani
Si sono chiuse le iscrizioni per i film di nazionalità italiana che intendono concorrere alla selezione del candidato italiano all’Oscar per il miglior film di lungometraggio in lingua straniera. Si sono candidati 21 film italiani, distribuiti nelle sale del territorio nazionale tra il 1° ottobre 2017 e il 30 settembre 2018.
Si tratta, in ordine alfabetico, di: ’A casa tutti bene’ di Gabriele Muccino, ’Caina’ di Stefano Amatucci, ’Come un gatto in tangenziale’ di Riccardo Milani, ’Dogman’ di Matteo Garrone, ’Dove non ho mai abitato’ di Paolo Franchi, ’L’esodo’ di Ciro Formisano, ’L’età imperfetta’ di Ulisse Lendaro, ’Il figlio sospeso’ di Egidio Termine, ’Lazzaro felice’ di Alice Rohrwacher, ’Manuel’ di Dario Albertini, ’Napoli velata’ di Ferzan Ozpetek, ’Nome di donna’ di Marco Tullio Giordana, ’Quanto basta’ di Francesco Falaschi, ’La ragazza nella nebbia’ di Donato Carrisi, ’Riccardo va all’inferno’ di Roberta Torre, ’Sembra mio figlio’ di Costanza Quatriglio, ’U na storia senza nome’ di Roberto Andò, ’Sulla mia pelle’ di Alessio Cremonini, ’La terra dell’abbastanza’ di Damiano e Fabio D’Innocenzo, ’The place’ di Paolo Genovese e ’Tito e gli alieni’ di Paola Randi.
La commissione istituita presso l’Anica che, su richiesta dell’Academy Awards dovrà designare il candidato italiano, si riunirà il prossimo 25 settembre.