Molte fonti, altamente credibili, riferiscono, con insistenza quasi estenuante, che nella tanto decantata e, per certi versi, vituperata eurozona il tasso di democrazia sia regredito in maniera preoccupante. L’indice di democrazia sta sprofondando sempre più e va dal pluralismo politico, alle libertà civili, dalla cultura alla partecipazione politica. Il peggior risultato, almeno fino ad oggi, va attribuito alla Grecia il cui indice democratico è precipitato vertiginosamente ed ogni giorno sprofonda sempre più. Questa constatazione non solleva affatto gli animi degli Italiani, giusto per dovere di cronaca, la Nostra bene amata Italia si colloca al 13 posto su 17: dietro di noi solo Grecia, Estonia, Slovacchia e Cipro. Il problema greco, che si configura, giorno dopo giorno e giorno per giorno anche in Italia, è che le politiche economiche e sociali non sono dettate dai politici eletti con il libero voto popolare, ma da oscuri burocrati, non meglio identificati, legati all’alta finanza internazionale. Questa nuova maniera di agire svuota di significato l’aspetto più caratterizzante delle democrazie elettive: la sovrana volontà popolare.
La Commissione Europea impone manovre finanziarie che normalmente vanno sotto il nome di: ”lacrime e sangue”, che stanno distruggendo progressivamente il tessuto sociale con gravi danni sul concetto stesso della Democrazia. Tutto questo si traduce in un lauto margine di guadagno per le grandi banche di affari, per gli speculatori e per i grossi fondi pensione privati che si arricchiscono alle spalle dei cittadini, sempre più vessati e umiliati. Si arricchiscono dalle privatizzazioni, dai tassi di interessi che gli Stati sono costretti a pagare agli speculatori finanziari e dal debito pubblico. Si arricchiscono comprando, a prezzo di svendita, i gioielli di famiglia, ovvero aziende e proprietà in mano allo Stato, che pur di far cassa, si vede costretto a vendere. Si arricchiscono, in una parola, facendo gli strozzini.
Questo arricchimento dei pochi “usurai” comporta sul territorio la chiusura di Ospedali, di Università, di Scuole, il licenziamento di decine di migliaia di dipendenti pubblici e il decurtamento di una grossa percentuale dello stipendio di chi rimane al lavoro (Grecia docet). Tutto questo non ha niente a che fare con la democrazia. Ogni giorno di più, le sovranità nazionali e i cittadini perdono, la loro indipendenza e il loro potere di decidere da chi essere governati. Piaccia o non piaccia i governi nazionali hanno perso il loro valore e la politica economica e sociale di uno Stato viene decisa da persone non democraticamente elette. Non di certo nell’interesse della popolazione. Ovunque, in tutta Europa, si assiste ad una perdita di sovranità e di democrazia e alla trasformazione di governi nazionali in esecutori materiali di decisioni prese altrove, lì dove, non si conoscono affatto né le realtà territoriali, né le tradizioni culturali.