Nell’Eurozona “la ripresa (upswing, movimento al rialzo, ndr) sta diventando sempre più solida e continua ad espandersi attraverso i vari settori e i vari Paesi. Il Pil in termini reali è cresciuto per 16 trimestri consecutivi, crescendo dell’1,7% anno su anno durante il primo trimestre del 2017”. Lo sottolinea il presidente della Bce Mario Draghi, in audizione alla commissione Econ dell’Europarlamento. “Le prospettive economiche dell’Eurozona migliorano e i rischi al ribasso vanno moderandosi. In questo contesto, serve una maggiore crescita della produttività”, evidenzia, chiarendo che “complessivamente, restiamo fortemente convinti che un ammontare straordinario di sostegno in termini di politica monetaria, anche attraverso la nostra ’forward guidance’, sia ancora necessario perché il livello attuale di sottoutilizzo delle risorse venga riassorbito e perché l’inflazione ritorni, e si stabilizzi, a livelli vicini al 2% entro un orizzonte di medio termine”.
“Sostenendo il reddito nominale, le nostre misure di politica monetaria stimolano investimenti e consumi, che sono la precondizione perché l’inflazione ritorni a livelli al di sotto, ma vicini, al 2%. E un’economia più dinamica, nel tempo, favorirà un salutare ritorno a tassi di interesse più elevati”, spiega ancora.
“La disoccupazione – prosegue Draghi – è caduta ai minimi dal 2009. La fiducia dei consumatori e delle imprese è salita ai massimi da sei anni, supportando le aspettative di un ulteriore rafforzamento nei mesi a venire. I rischi al ribasso per le prospettive di crescita stanno diminuendo ulteriormente e alcuni dei rischi estremi (tail risks, ndr) che avevamo davanti alla fine dell’anno scorso sono diminuiti in maniera apprezzabile”, afferma ancora. Draghi osserva poi che “malgrado una ripresa più solida, e guardando attraverso i dati volatili dell’indice dei prezzi al consumo nel corso dei recenti mesi, le pressioni inflazionistiche rimangono tenui”. “Le pressioni dei costi interni, in particolare dei salari, sono ancora insufficienti a supportare una convergenza durevole e autosufficiente dell’inflazione verso il nostro obiettivo a medio termine”, conclude Draghi.
Ecco il “piano segreto” della Merkel per l’Europa
“In questi giorni ho capito che non possiamo più fidarci degli altri, noi europei dobbiamo davvero prendere il nostro destino nelle nostre mani”. Così Angela Merkel ha commentato all’indomani del G7 di Taormina il mancato accordo su temi cruciali (come il clima) e il duro confronto con Donald Trump. Un’ evidente presa di distanza dagli Stati Uniti e una grande svolta che interessa tutta l’Europa, per la quale la cancelliera tedesca ha già pronto un programma di rilancio. Secondo quanto riportato dal giornale tedesco Frankfurter Allgemeine am Sonntag, la Merkel avrebbe infatti un “piano segreto” per l’Europa con “diverse sfaccettatture, non tutte di natura strettamente economica.” Nuove strategie per gli investimenti, la difesa e l’immigrazione, questi i punti toccati dal “piano segreto” e riportati dal FAZ.
Il pilastro fondamentale, quello che più di tutti ha la priorità, riguarderebbe la crisi dei migranti, il nodo forse più difficile da sciogliere. Per la cancelliera, quello dei flussi migratori nel Mediterraneo è un tema centrale per il futuro dell’Unione Europea. La soluzione dipende da una stabilizzazione della Libia e qui le prospettive sono particolarmente buie.
Altro pilastro del piano Merkel riguarderebbe la difesa. Qui, si legge sul FAZ, le prospettive sono migliori. La cancelliera vorrebbe spendere di più per la difesa e l’idea è che a Bruxelles “si potrebbe costruire un comando centrale per un impegno militare comune”. L’Inghilterra è sempre stata un ostacolo al progetto della difesa comune ma, dopo la Brexit, non rappresenta più un problema.
La terza parte del piano avrebbe a che fare con la politica economica. Il nocciolo della questione ruota attorno a una casa comune per l’Eurozona, unita da un comune Ministro delle Finanze.
Kim spara nuovo missile Scud
Il regime di Pyongyang ha proceduto al lancio di un nuovo missile balistico a partire dalle coste orientali del paese alle prime ore di oggi. A confermare separatamente la notizia sono state le autorità sudcoreane e quelle americane. Si ritiene che il test sia stato effettuato con un “missile della serie Scud”, ha reso noto un portavoce degli stati maggiori riuniti della Corea del sud, con gittata 450 chilometri.
Il test è stato effettuato nei pressi della città di Wonsan, 200 chilometri ad est di Pyongyang intorno alle 5.39 di questa mattina ora locale. Il Comando del Pacifico degli Stati Uniti ha parlato di “missile balistico a corto raggio” finito nel Mare del Giappone, e ha avvertito: “Continuiamo a seguire da vicino le azioni della Corea del nord”.
La condanna per il lancio è arrivata anche dal Giappone che ha denunciato il fatto che il missile sia entrato nella zona economica esclusiva del paese pur senza causare danni ad imbarcazioni o aerei. “Non possiamo tollerare continue provocazioni”, ha dichiarato il sottosegretario Yoshihide Suga. “Protestiamo fortemente contro la Corea del nord e condanniamo il lancio effettuato”.