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Ecco i programmi elettorali

Ecco i programmi elettorali

cms_8486/manifesti_elettorali_4marzo_fg.jpgDisoccupazione, migranti, agevolazioni fiscali e abolizione della Legge Fornero. E ancora, misure a sostegno della famiglia, introduzione della pensione di cittadinanza e riduzione delle tasse. Sono questi alcuni dei temi che hanno infiammato il dibattito politico delle ultime settimane in vista delle elezioni del 4 marzo. Ma cosa prevedono i programmi elettorali dei principali partiti? Vediamo, nel dettaglio, quali sono i punti chiave dei programmi politici stilati da M5S, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Pd, Lega e Leu.

M5S – Ci sono i tagli agli sprechi e ai costi della politica, l’introduzione della pensione di cittadinanza, l’abolizione di “400 leggi inutili” ed il superamento della Legge Fornero e della cosiddetta Buona Scuola tra i “20 punti per la qualità della vita degli italiani” contenuti nel programma di governo del MoVimento 5 Stelle. ECCO IL TESTO

FORZA ITALIA/FRATELLI D’ITALIA/LEGA – Meno tasse e meno vincoli dall’Europa, ma anche più sostegno alla famiglia e più sicurezza per tutti. Sono alcuni dei 10 punti contenuti nel programma elettorale della coalizione di centrodestra, composta da Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d’Italia e Noi con l’Italia. ECCO IL TESTO

PD – “Per ogni euro investito in sicurezza, un euro andrà investito in cultura”. E’ quanto si legge sul programma elettorale del Partito Democratico che prevede, tra le altre cose, tagliare le tasse alle famiglie, introdurre il salario minimo garantito per tutti e investire in infrastrutture e “grandi opere” come la banda larga e l’alta velocità ferroviaria. ECCO IL TESTO

LEU – Dignità e diritti per tutti i lavoratori, un “Grande Piano Verde” per la tutela ambientale e la “conversione ecologica dell’economia” e una distribuzione più equa del carico fiscale. E ancora, un welfare universale, un turismo sostenibile e delle politiche attive di pace e disarmo sono tra gli obiettivi contenuti nel programma elettorale di Liberi e Uguali. ECCO IL TESTO

Meridiana diventa Air Italy

cms_8486/meridiana_volo_fg.jpgMeridiana cambia pelle e punta in alto. Confermato il cambio di nome in Air Italy, avrà un rinnovo della flotta nell’arco di 5 anni con 50 aerei per servire 10 milioni di passeggeri. L’hub principale sarà a Milano Malpensa, mentre la sede centrale rimarrà a Olbia. “Vogliamo diventare un’icona nazionale e essere un simbolo dell’Italia – afferma Akbar Al Baker, ceo di Qatar Airways, nuovo azionista dopo il closing finanziario di settembre 2017 – dimostreremo che la stella siamo noi”.

Air Italy punta a creare più di 1.500 posti di lavoro con i piani di sviluppo industriale dei prossimi anni. “È un piano ambizioso, che si basa sull’innovazione, interamente pensato per il comfort dei passeggeri – continua Al Baker – Vogliamo diventare un’icona nazionale e essere un simbolo dell’Italia, ma non ci dimenticheremo di Olbia, è la sede naturale di Meridiana e uno degli aeroporti migliori d’Europa”.

La sfida ad Alitalia è iniziata. L’obiettivo è diventare leader in Italia con una nuova flotta di 50 aerei, nuovi servizi e 10 milioni di passeggeri in cinque anni. La nuova flotta prevede una crescita che comincia dai venti nuovi Boeing 737 Max che arriveranno entro i primi tre anni. A giugno verranno inaugurate due nuove rotte da Malpensa verso New York e Miami. Da settembre sempre da Malpensa ci sarà il collegamento tra Milano e Bangkok.

Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio esprime “soddisfazione per il nuovo piano industriale di Meridiana, con la nascita di Air Italy”.

“E’ un piano ambizioso, che darà più forza a tutto il nostro Paese. Grazie a tutta la dirigenza e ai sindacati, che hanno lavorato per questo nuovo inizio che sono sicuro sarà ricco di risultati”, dice in una nota.

Valanga di scarcerazioni, boss tornano liberi

cms_8486/rit_antimafia_operazione_Agrigento2_CC.jpgValanga di scarcerazioni nell’agrigentino dove sono tornati liberi presunti boss e gregari di Cosa nostra accusati di associazione mafiosa ed estorsione. Fino a questo momento, come confermano gli inquirenti all’Adnkronos “sono più di venti le persone scarcerate sulle 57 arrestate lo scorso 22 gennaio” nel corso dell’operazione ’Montagna’.

Ma il numero potrebbe crescere“, avvertono gli investigatori sconsolati. Un blitz che aveva “decapitato Cosa nostra agrigentina”, come aveva detto il colonnello Giovanni Pellegrino, Comandante provinciale dei Carabinieri di Agrigento, commentando i retroscena del maxiblitz, definito dal Procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, come “una delle più importanti operazioni antimafia degli ultimi anni”.

“Con l’operazione vengono aggrediti due mandamenti mafiosi preesistenti – diceva ancora l’ufficiale dei Carabinieri – e messa in luce l’esistenza di una nuova ’creatura’, la ’Montagna’ a cui aderiscono, sotto l’egida, del paese di Santa Elisabetta, anche i paesi della realtà provinciale montana di Agrigento”.

Dal blitz emersero anche i due tentativi di estorsione nei confronti di coop che si occupano della gestione dell’accoglienza dei migranti. Tentativi che “però non sono andati in porto”, spiegavano gli investigatori. “Le estorsioni consistevano nella richiesta di fare assumere alle coop del personale riconducibile a Cosa nostra e dall’altra di avere una percentuale su ogni contribuito pro capite ottenuto”. E ad oggi più di venti arrestati sono stati scarcerati dal tribunale del Riesame di Palermo.

Le motivazioni del provvedimento si conosceranno solo tra 45 giorni. Solo allora la Procura potrà presentare ricorso in Cassazione. E fino ad allora i boss resteranno a piede libero. Sembra che alla base delle scarcerazioni ci sia un vizio formale. Nell’inchiesta ‘Montagna’, per la prima volta, le vittime del pizzo hanno deciso di denunciare i loro estorsori. Ma dopo le scarcerazioni vittime e carnefici potrebbero ritrovarsi nuovamente faccia a faccia.

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20 Febbraio 2018