Nato a Parigi nel 1834, ed ivi morto nel 1917, fu tra i maestri più importanti della pittura impressionista francese.
Di famiglia borghese, agiata e colta, compì diversi viaggi in Italia, soprattutto a Roma e a Napoli, studiandone la pittura, e prediligendo quella quattrocentesca.
Nel 1865 si legò al gruppo di artisti del caffè Guerbois, capitanati da Edouard Manet, che, proprio allora, stavano iniziando la loro rivolta contro l’accademismo. Questi artisti e le loro velleità di rinnovare le tecniche pittoriche influenzarono profondamente la futura arte di Degas.
Il neonato Impressionismo, in realtà, ebbe differenti punti di vista e molteplici criteri su come realizzare le nuove tecniche, a seconda delle personalità dei pittori che vollero identificarsi con questa “rivoluzione”.
Egli, a differenza dei colleghi che sostenevano l’importanza dell’immediatezza della composizione, dell’atmosfera generata dalla luce, della pittura “en plein air”, riteneva principale l’importanza degli oggetti e delle forme osservati da vicino.
Il suo sguardo d’artista, più che cogliere la realtà abbracciandola, analizzava. Egli aveva pazientemente e attentamente coltivata questa facoltà, non la possedeva per dono innato. Aveva allenato l’attenta analisi del soggetto attraverso disegni, bozzetti e schizzi di ogni tipo, come testimonia, peraltro, il lavoro di preparazione preesistente ad ogni sua opera, compresi i rapidi appunti annotati sul suo taccuino.
Passato alla storia dell’arte per la sua scelta di ritrarre il mondo della danza classica, Degas cominciò a dedicarsi a questa sua passione a partire dagli anni 70 dell’Ottocento, seguendo regolarmente gli esercizi quotidiani delle aspiranti danzatrici nelle sale della scuola di danza di Rue de Peletier, a Parigi. Lui si soffermava ore a cogliere i loro diversi atteggiamenti, per poi dare vita a piccoli e grandi dipinti dalla luce soffusa, carichi di realismo perché riproducenti i corpi tesi, lo sforzo nei volti e, con eguale potenza, sia i gesti più banali, sia la bellezza di movimenti artisticamente compiuti.
In altri quadri sono ritratti i momenti di pausa delle danzatrici, o anche l’istante che precede il movimento, con le ballerine in attesa del segnale del maestro di danza.
Nella sua arte, Degas, puntò a riprodurre l’impressione di immediatezza, ma non cedette mai alla tentazione di disegnare di getto.
Fu definito da Paul Valery (poeta, scrittore, filosofo, critico letterario e artistico suo contemporaneo) come “il più sensibile indagatore della forma umana, il più crudele animatore delle linee e degli atteggiamenti della donna […] il disegnatore più intelligente, più riflessivo, più esigente, più accanito del mondo”.
Degas mostrò un profondo interesse per la mimica dei corpi, e la sua arte vuole essere una perfetta sintesi tra l’immediatezza spontanea e il lavoro in studio. In fondo egli possedeva uno spirito artistico rigorosamente classico. Egli stesso diceva: “Oh, Giotto, lasciami vedere Parigi, e tu, Parigi, lasciami vedere Giotto.
Sicuramente nelle sue straordinarie opere pittoriche sono imprigionate quelle suggestive e soffuse suggestioni che chi ama la danza e la pratica, ben conosce
Tutto ciò ha fatto, di questo artista, un pittore unico nella storia dell’arte e tra gli stessi Impressionisti, suggellandolo, oltre i tempi, come il “pittore delle ballerine”.