L’Egitto ci ha abituati a scoperte sensazionali. Questa è la volta della leggendaria città di Berenice, nella quale è stato rinvenuto un vero e proprio cimitero di animali da compagnia, risalente al I secolo d. C. Un cimitero che, attualmente, viene ritenuto il più antico del mondo. Gli archeologi fino ad ora hanno numerato, per l’esattezza 585 resti fra cani, gatti e macaco. La scoperta è stata pubblicata da un team guidato dalla professoressa Marta Osypinska, archeozoologa dell’Accademia Polacca delle Scienze, sulla rivista «World Archaeology». Berenice è situata a circa 400 km a sud di Hurghada, presso il confine con il Sudan. Questo cimitero è emerso nelle dune a nord-ovest dell’importante porto antico sul Mar Rosso, che fu protagonista di un commercio rigoglioso con navi provenienti dall’Africa orientale, dall’Europa e dall’India.
Si tratta, per certi versi, di una scoperta misteriosa. Effettivamente, pare che nessuno degli animali seppellito fosse stato mummificato, una norma invece nei siti commissionati dai faraoni. E poi, non è da sottovalutare il fatto che a differenza di altre necropoli, tra le tombe non erano presenti esseri umani ma solo bestie. Gli animali furono sepolti con la stessa dignità riservata agli individui poiché furono posizionati in tombe singole che rievocano il sonno, questo è quanto sostengono gli studiosi. La maggioranza di essi indossava collari con ornamenti in stoffa, vetro, ceramica o conchiglie. Le analisi hanno mostrato che i cadaveri degli animali domestici sepolti (più del 90% sono gatti, il 5% sono cani e il resto sono scimmie) non venivano buttati alla rinfusa e, questo rito, presente in antichità non può non commuovere. Molti gatti presentavano segni di fratture o di infezioni mentre i cani erano morti in età avanzata (non avevano i denti) .
L’archeologo Wim Van Neer, studioso del rapporto fra uomini e animali nel mondo antico per il Royal Belgian Institute of Natural Sciences, ridimensiona però i risultati riportando il tutto a fini più pratici e meno sentimentali. Questa “cura” non esclude, infatti che tali animali avessero anche una loro utilità: Berenice era una città portuale, alla quale faceva comodo un esercito di gatti per tenere a bada i topi. Gli scavi tuttavia continuano alfine di scoprire quanto più possibile sui rapporti tra gli abitanti dell’antica città egizia e i loro animali domestici, un tema che negli ultimi anni ha affascinato in modo crescente archeologi e studiosi dell’antico Egitto. Un’emotività, di certo, difficile da immaginare negli uomini di duemila anni fa, e che per tale ragione risulta ancora più sconcertante. Ebbene ricordare però ciò che scrisse lo storico greco Erodoto al riguardo che non può assolutamente essere sottovalutato: “gli egizi erano soliti anche radersi le sopracciglia, in segno di lutto, quando il loro felino domestico passava a miglior vita”. Quod ut ‘omnis…