Rivoluzione politica in Irlanda. Si è infatti registrato un boom elettorale del Sinn Féin (letteralmente “Noi Stessi” in gaelico irlandese), il partito nazionalista di estrema sinistra, alle elezioni politiche svoltesi nel corso del weekend. L’ex braccio politico dell’IRA, guidato da Mary Lou McDonaldha fatto registrare il 24,5% dei consensi, di fronte al 22,2% dei liberali di Fianna Fail e al 20,9% di Fine Gael, il partito di centrodestra del premier uscente Leo Varadkar. Lo scossone è quasi l’equivalente di un terremoto, in uno degli Stati europei che furono più gravemente colpiti dalla depressione economica del 2008, e la cui ripresa stenta a decollare. Il programma sociale (e socialista) radicale del Sinn Féin ha fatto breccia nell’elettorato della Repubblica, esausto a causa dei problemi abitativi, sanitari e lavorativi. È ovviamente difficile comprendere come si debba salutare il risultato: il Sinn Féin è un partito controverso, avendo appunto in passato sostenuto la violenza dell’Irish Republican Army nella tremenda guerra civile irlandese i cui strascichi si sentono ancora oggi.
Certo, la policy attuale del partito è sicuramente lontana da quel tipo di dialettica, ma la storia non si cancella con un colpo di spugna. Oltre alla crisi del 2008, potrebbe aver influito pesantemente anche il recentissimo completamento della Brexit da parte del Regno Unito: il Sinn Féin, presente anche in Irlanda del Nord con all’incirca lo stesso peso elettorale, spinge da tempo per la riunificazione dell’isola, e le spinte indipendentiste stanno trovando forza in quasi tutta l’UK a causa della scelta referendaria semi-suicida dell’elettorato britannico. Anche la Scozia, infatti, si trova in subbuglio. Una grana non da poco per il governo a guida Boris Johnson, che diventerebbe un vero e proprio guaio se agli scozzesi dovessero aggiungersi gli irlandesi del Nord. Per i britannici, però, ci sono due buone notizie: la prima è che in Irlanda del Nord si è recentemente confermato al governo il Partito Unionista Democratico, ed il Sinn Féin è quindi relegato all’opposizione (seppur con un solo seggio in meno del DUP); la seconda è che non è assolutamente detto che il Sinn Féin riesca ad entrare a far parte di un governo nemmeno in Irlanda.