Emergenza Trump, scatta la querela
E’ stata depositato il primo ricorso giudiziario contro la dichiarazione dello stato di emergenza da parte del presidente americano Donald Trump, alla ricerca di fondi per la costruzione del muro alla frontiera con il Messico. L’Ong ’Public Citizen’ ha reso noto di aver avviato un’azione giudiziaria presso la Corte distrettuale di Washington per conto di tre proprietari di terreni texani e della Frontera Audobon Society, un parco nella valle dei Rio Grande. A questa azione si è associata anche la Contea di El Paso.
“Abbiamo querelato Trump per la sua finta emergenza nazionale. Se passa questo, non ci sarà più una idea condivisa su cosa sia una emergenza, su chi possa esserne colpito e di come potranno essere pretesi poteri di emergenza. Rifiutiamo di tollerare questo scivolamento verso l’autoritarismo” ha sottolineato l’Ong. Anche il governatore della California Gavin Newsom ha anticipato una querela.
Il console: “Italiani a Londra nonostante Brexit”
Il momento in cui la Brexit potrebbe diventare realtà si sta avvicinando: tra un mese e mezzo, il 29 marzo, con o senza accordo la Gran Bretagna potrebbe uscire dall’Unione Europea, con tutte le preoccupazioni che ne conseguono, tanto per i cittadini quando per le imprese che nel Paese vivono, lavorano e producono. Eppure c’è un dato in controtendenza: nonostante la Brexit, è costante il numero di connazionali che ancora crede nelle opportunità offerte dal Paese oltre la Manica e là sceglie di recarsi per studio o lavoro. A confermarlo il console generale d’Italia a Londra, Marco Villani.
“La tendenza degli arrivi è costante, anzi, a gennaio il numero delle registrazioni all’Aire, l’anagrafe degli italiani residenti all’estero, è cresciuto – racconta Villani in un colloquio con l’Adnkronos – lo scorso mese, infatti, abbiamo registrato 3168 italiani mentre nel corso dello scorso anno le iscrizioni sono state 30.835. Naturalmente – prosegue il console – il dato va interpretato. In parte, infatti, si tratta di persone che già si trovano nel Regno Unito e che si iscrivono perché nel clima di incertezza politica attuale sperano in questo modo poter avere più garanzie all’indomani della Brexit, ed è il cosiddetto fenomeno dell’emersione”.
“Accanto a questi, però – prosegue Villani – ci sono molti studenti che continuano a venire in Gran Bretagna perché il sistema scolastico britannico è apprezzato dai nostri connazionali. E poi i professionisti che continuano a credere in questo Paese come un Paese di opportunità per il lavoro. È chiaro che, in questo clima di attesa e preoccupazione, ci sono anche italiani hanno scelto di rientrare nel paese di origine – conclude il console – ma rispetto a coloro che arrivano il saldo resta positivo a favore di questi ultimi”.
Insulti a Finkielkraut, un identificato
Uno degli individui che ieri ha rivolto insulti antisemiti al filosofo Alain Finkielkraut è stato identificato. A confermarlo su Twitter, il ministro dell’Interno Christophe Castaner. “Un sospetto, riconosciuto come il principale autore degli insulti, è stato identificato dai nostri servizi”, si legge nel post. Come documenta un video diffuso sui social, il filosofo e accademico è stato oggetto di un’aggressione verbale lungo boulevard du Montparnasse, dove un gruppo di manifestanti fra i gilet gialli lo ha riconosciuto e ricoperto di insulti antisemiti. Sull’accaduto la procura di Parigi ha annunciato in precedenza di aver aperto un’inchiesta anche se il diretto interessato ha dichiarato oggi alla tv di non voler sporgere denuncia. L’inchiesta è stata aperta per “offesa pubblica per origine, etnia, nazione, razza o religione”.
Intanto, trecento gilet gialli si sono radunati sugli Champs-Élysées per una nuova mobilitazione pacifica, tre mesi dopo l’inizio di questo movimento di protesta. I dimostranti si sono ritrovati alle 11 vicino a Place de l’Étoile, per poi percorrere la famosa arteria parigina e raggiungere Champ-de-Mars. Ieri, il ministero dell’Interno aveva contato 41.500 manifestanti in Francia e 5000 a Parigi, cifre in calo rispetto alla settimana precedente ma regolarmente contestate dai “giubbotti gialli”. Mobilitato fin dal primo giorno di azione il 17 novembre, Martine Bonfilloup, 55 anni, è arrivato oggi “per dimostrare che il movimento non si esaurisce”. “Hai visto che la benzina è aumentata, la classe media è tassata al massimo”, ha affermato.
Diocesi Brooklyn pubblica lista di 100 preti accusati di abusi
Anche la diocesi della chiesa cattolica di Brooklyn ha pubblicato online la lista di oltre 100 sacerdoti che sono stati accusati in modo credibile di abusi sessuali su minori. Si tratta del gruppo più consistente di nomi di religiosi sospettati di pedofilia pubblicato dalla chiesa cattolica americana che nelle ultime settimane ha pubblicato analoghe liste in altre diocesi del Paese.
La diocesi di Brooklyn, si legge sul New York Times, è la più grande d’America, comprendendo sia questo borough che quello dei Queen, per un totale di 1,5 milioni di cattolici. Nella lista si fa riferimento quindi ad accuse che in diversi decenni sono state rivolte a preti che hanno servito nelle diverse parrocchie newyorkesi e nelle scuole religiose dell’area.
“Noi sappiamo che questa lista provocherà grande emozione per le vittime che hanno sofferto in modo terribile, e per questa sofferenza chiedo profondamente scusa”, ha scritto il monsignor Nicholas DiMarzio, vescovo di Brooklyn. “Ho incontrato molte vittime che mi hanno detto che la cosa principale che vogliono è che si riconosca quello che è stato fatto loro” prosegue il vescovo sottolineando che con la pubblicazione dei nomi si vuole dare questo riconoscimento, aiutando a sanare le ferite.