La vigilia dell’esercitazione Efeso-2022, la maggiore manovra programmata dall’esercito di Ankara per quest’anno, è segnata dalle parole intimidatorie del presidente Recep Tayyip Erdogan. Egli ha fatto sapere che non è disposto a cedere neppure un centimetro del Mediterraneo Orientale, rivolgendosi alla Grecia con tono minaccioso. “Esortiamo la Grecia a tenere a bada parole e azioni, a usare la testa e tornare in sé se non vuole pentirsene come avvenuto un secolo fa. Sono serio, non sto scherzando, qualcuno è stato viziato negli anni passati e fino a quando questi vizi non saranno eliminati questo argomento rimane sensibile” ha commentato Erdogan in riferimento alle pretese territoriali della Grecia nel Mediterraneo Orientale e all’appoggio dell’Ue di cui Atene può godere. “I politici greci mirano a mutare le regole del diritto con dichiarazioni e azioni. È inaccettabile che la Turchia non possieda isole a più di due chilometri di distanza dalla propria costa mentre la Grecia abbia isole a oltre 600 km dalla terraferma. Ora a causa dell’isola di Meis (Castellorizo) pretendono 40 mila chilometri quadrati di mare. È inaccettabile” ha aggiunto il presidente turco.
Il ministro degli Esteri del governo Erdogan, dal canto suo, aveva dichiarato giorni fa di aver chiesto alla Grecia “risposte chiare rispetto alla militarizzazione delle isole dell’Egeo” di cui Ankara accusa Atene.
L’esercitazione, condotta anche con mezzi anfibi, vede coinvolti oltre 10mila militari provenienti da 37 paesi con varie mansioni, tra cui anche sabotatori, paracadutisti e subacquei incursori. Il supporto aereo è garantito dagli elicotteri Atak e dai jet da guerra F16 di fabbricazione americana in dotazione all’esercito turco. Verranno collaudati nuovi blindati (nuove versioni dei modelli Kirpi e Kobra, che Ankara ha adoperato in passato e venduto in Africa). Proprio i Paesi africani figurano tra coloro che hanno accettato l’invito di Ankara ad assistere alle operazioni.