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Europarlamento riprende i lavori

Europarlamento riprende i lavori

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Il Parlamento Europeo, riunito in questi giorni a Strasburgo per l’ultima plenaria del 2018, riprende l’attività stamattina, dopo i fatti avvenuti ieri sera nella Petite France, il centro della cittadina alsaziana, dove un 29enne del posto, conosciuto per fatti di criminalità comune e che in carcere si sarebbe radicalizzato, a quanto hanno riportato diversi media francesi, ha aperto il fuoco sui passanti, numerosi nel periodo natalizio, uccidendo tre persone. Le autorità francesi non hanno ancora confermato la motivazione terroristica dell’attacco.

La città alsaziana è famosa in Francia, e anche all’estero, per i suoi mercatini di Natale, che in queste settimane sono in pieno svolgimento in centro e attirano milioni di persone. Ieri sera il Parlamento Europeo, che si trova a circa 3 km dalla Petite France, è rimasto ’blindato’ fino a notte (nessuno poteva uscire), per disposizione delle autorità. Intorno all’1.40 il presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani ha informato l’Aula che i parlamentari che soggiornano fuori dal centro città potevano tornare a casa in taxi o in auto.

“Il Parlamento Europeo continua a lavorare”, ha scritto Tajani su Twitter. Stamani un messaggio inviato agli eurodeputati e al personale informa che “gli edifici dell’Europarlamento a Strasburgo sono aperti; la normale attività riprende stamani“. La sede del Parlamento lunedì e ieri era già più protetta del solito dalla Polizia francese, con diverse camionette a presidio, probabilmente per via della mobilitazione dei Gilets Jaunes, i Gilet Gialli, in corso da settimane nell’Esagono.

Niente sfiducia, May resiste

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Theresa May ce la fa. In un ballottaggio segreto, la maggioranza dei deputati conservatori britannici, 200 contro 117, ha votato la fiducia alla premier britannica come leader Tory. “Un numero significativo di colleghi ha votato contro di me – ha detto a premier britannica Theresa May parlando davanti a Downing Street -. Ho ascoltato quello che hanno detto, ma andrò avanti con la Brexit per gli inglesi e per dare un futuro migliore a questo Paese”. May ha poi aggiunto che giovedì si recherà a Bruxelles per cercare “rassicurazioni giuridiche e politiche che possano attenuare le preoccupazioni che hanno i deputati riguardo al blocco dell’Irlanda del Nord”. “Ma, mentre consegnare la Brexit è importante, dobbiamo concentrarci anche sugli altri problemi che le persone ritengono di vitale importanza per loro. Costruire un’economia più forte, fornire servizi pubblici di prima classe, costruire case per le famiglie che ne hanno bisogno. Lo dobbiamo alle persone che ci hanno messo qui per mettere al primo posto le loro priorità”, ha detto ancora la premier, adottando il linguaggio usato da Corbyn negli ultimi giorni.

Il voto di sfiducia era stato richiesto dai suoi compagni di partito, scontenti per la sua gestione della Brexit e per l’accordo con l’Ue. May aveva bisogno di ottenere i voti di almeno 158 dei 315 deputati Tories per rimanere alla guida del partito. Prima dell’apertura delle urne, la premier si è rivolta alla Commissione 1922 del Partito (la commissione di cui fanno parte tutti i parlamentari senza incarichi, i backbench, ndr) a cui sono pervenute in questi giorni le richieste del voto di sfiducia, promettendo di non “dare battaglia” alle prossime elezioni, ovvero di farsi da parte come leader dei Tory prima del voto in programma nel 2022.

“Il primo ministro ha ottenuto la maggioranza in Parlamento – ha commentato leader del partito laburista britannico Jeremy Corbyn -, ma il suo governo è nel caos e non è in grado di realizzare un accordo sulla Brexit che funzioni per il Paese e metta al primo posto posti di lavoro e l’economia”. “E’ chiaro che May non è stata in grado di negoziare i cambiamenti necessari in Europa”, conclude Corbyn, che ha invitato, poi, la premier a “riportare il suo triste accordo alla Camera dei Comuni la prossima settimana”.

Russiagate, 3 anni per l’ex avvocato di Trump

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Michael Cohen, ex avvocato del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, è stato condannato a tre anni di prigione da un tribunale di New York. Lo hanno riferito i media americani, secondo cui Cohen è stato condannato per aver evaso il fisco, mentito al Congresso sui suoi rapporti con i russi e violato la legge elettorale sul finanziamento. Il giudice distrettuale americano William Pauley III ha precisato che questi ha ammesso di aver effettuato i versamenti illegali “in coordinamento e sotto la direzione di Individuo uno”, che è la formula impiegata nell’indagine per indicare il presidente americano.

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13 Dicembre 2018