“Mi chiamo Davide T., ho 52 anni, sono malato di sclerosi multipla dal 1993, per i primi anni in forma più tollerabile, poi, la ’stronza’ si è trasformata nella forma ’più stronza’: la secondaria progressiva. Negli anni, le ho provate veramente tutte, dagli interferone, prima quello settimanale, poi quello che mi auto iniettavo (allora le mani funzionavano!) ogni due giorni, poi è cominciato l’orribile periodo della chemio”. Inizia così la lettera d’addio scritta da Davide Trentini, l’uomo ammalato dal 1993 di sclerosi multipla che aveva chiesto di mettere fine alle proprie sofferenze.Un ultimo saluto consegnato prima della partenza all’Associazione Luca Coscioni, cui si è rivolto a fine 2016, per chiedere aiuto. Davide è morto ieri, dopo essere stato accompagnato in Svizzera da Mina Welby, come fece Marco Cappato a febbraio con dj Fabo.Nella lettera Davide racconta di “averle provate proprio tutte” e del dolore di vedere trasformato il proprio corpo, logorato dalla malattia: “Ora da 1.92 sono diventato uno sgorbio con le gambe lunghe – scrive nella missiva – gobbo fino quasi in terra, ma soprattutto dolori lancinanti e veramente insopportabili h24. Ormai passo tutti i giorni, ma proprio tutti, o in bagno sul water, o sul letto in qualche maniera, con la pasticca all’oppio per cercare di calmare i dolori”.”Non ce la faccio proprio più senza nessuna prospettiva – si legge ancora nella lettera – ogni giorno sto sicuramente peggio del giorno prima, e dopo una lunghissima riflessione ho deciso di andare in Svizzera per il suicidio assistito, devo ringraziare enormemente l’Associazione Luca Coscioni, che ha fatto una raccolta fondi per aiutarmi nella spesa, e soprattutto Marco Cappato, sempre pronto ad aiutarmi anche dal punto di vista umano”.Davide sembra lanciare poi un appello alle istituzioni: “Spero tanto che l’Italia diventi un paese più civile – scrive – facendo finalmente una legge che permetta di porre fine a sofferenze enormi, senza fine, senza rimedio, a casa propria, vicino ai propri cari, senza dover andare all’estero, con tutte le difficoltà del caso, senza spese eccessive. Spero anche che in Italia si arrivi presto alla legalizzazione, o almeno all’uso terapeutico della marijuana. Io sono, abitando in Toscana, tra i pochi in Italia a ricevere puntualmente le mie cartine di marijuana tramite l’Asl, con ricetta del medico, e conosco molto bene i suoi benefici, per fortuna sono quasi 20 anni che conosco molto bene le grandi “doti” della Maria. Tra poco partirò per la mia tanto sognata “vacanza”!!! Evviva. Salute per tutti e soprattutto tanta ma tanta serenità per tutti”.
Gentiloni: “Reddito di inclusione per 2 milioni di poveri”
Sul reddito di inclusione “il Parlamento ha approvato la legge delega, i decreti legislativi saranno approvati entro fine mese“. Lo ha detto il premier Paolo Gentiloni in occasione della firma a palazzo Chigi del memorandum d’intesa sul reddito di inclusione con l’Alleanza contro la povertà e il ministro del Lavoro Giuliano Poletti.Il reddito di inclusione è “una misura strutturale, che può crescere nei prossimi anni, che interessa circa 2 mln di persone; tra questi 7-800mila minori” ha spiegato il presidente del Consiglio.La lotta alla povertà, ha sottolineato Gentiloni, “per chi governa deve essere un assillo costante”.”Il governo e l’Alleanza contro la povertà si sono messi insieme e hanno trovato un punto di intesa rilevante, hanno lavorato insieme e si ripromettono di lavorare insieme. E’ uno dei messaggi più interessanti e da valorizzare”, ha premesso il presidente del Consiglio parlando tra l’altro, per la firma del memorandum e il reddito di inclusione, di “un primo risultato. E’ utile rivendicarlo a testa alta: è la prima volta che l’Italia si dota di uno strumento universale”.Gentiloni ha sottolineato: “Siamo tutti consapevoli della necessità di passi ulteriori, dobbiamo allargare la platea dei destinatari di questa misura e aumentare i benefici. Ma siamo passati, merito del governo Renzi, da fondi attorno a 200 mln a quelli di oggi, attorno ai 2 mld”.
Alitalia, firmato pre-accordo: ora il referendum
Prima fumata bianca nella vertenza Alitalia. dopo una maratona negoziale, cominciata ieri mattina alle 9:30 e terminata la scorsa notte alle 3:30 al ministero dello Sviluppo economico, azienda e sindacati e associazioni professionali di categoria hanno firmato, alla presenza del Governo, un “verbale di confronto”: di fatto un pre-accordo che ora passerà all’esame dei lavoratori con una consultazione referendaria. A fronte di un esito positivo, verrà sottoscritto un “accordo coerente con tale verbale”.Con la firma di questo verbale, Alitalia ritiene “rispetto a quanto deliberato dal cda, di avere sfruttato ogni flessibilità negoziale”. I sindacati e le associazioni professionali, “preso atto della grave situazione aziendale e nella prospettiva di evitare il rischio di cessazione delle attività e le relative conseguenze, concordano che quanto contenuto nel verbale sia quello che è stato possibile raggiungere nel lungo negoziato”.
Si riducono gli esuberi del personale a tempo indeterminato, che scendono dalle iniziali 1338 a 980 unità. A prevederlo è il verbale di confronto firmato, attraverso il ricorso a una serie di misure: il superamento dei progetti di esternalizzazione delle aree manutentive e di altre esternalizzazione; ricorso alla cigs entro maggio 2017 per due anni, attivazione di programmi di politiche attive del lavoro, con riqualificazione e formazione del personale , misure di incentivazione all’esodo,miglioramenti di produttività ed efficienza, con un rinvio in azienda per la definizione entro il prossimo mese.
DELRIO – “Siamo soddisfatti del lavoro ottenuto” e “crediamo di aver fatto il massimo sforzo possibile” per salvare Alitalia. Ad affermarlo il ministro delle Infrastruttue e Trasporti, Graziano Delrio. “Gli esuberi sono calati molto, anche perché sono stati ottenuti anche maggiori investimenti nel piano industriale, con più aeromobili e la manutenzione rimasta dentro l’azienda, e crediamo di aver ridotto al minimo i tagli salariali”, ha sottolineato.”C’è preoccupazione – ha detto ancora Delrio – perché Alitalia è un’azienda in grandi difficoltà. Abbiamo lavorato fin da dicembre per convincere gli azionisti a mettere denaro fresco”. Altrimenti, “l’azienda avrebbe chiuso in pochi giorni”.