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FACCIAMO IL PUNTO DELLA SITUAZIONE

Già da troppo tempo l’Italia sta vivendo una situazione complicata. Non perchè non sia in grado di uscirne e di ritornare al picco di benessere tipico del “bel paese”, ai suoi inizi, ma perché fondamentalmente non esiste una vera volontà di cambiamento. Così questa penisola circondata dal mare, si ritrova in mezzo ad una tempesta di dubbi e problematiche che, almeno per il momento, paiono irrisolvibili. Sappiamo che l’Italia è stata sballottata per anni da lotte ideologiche e crociate -sicuramente portate avanti non a favore dei “più”- tra una destra spesso ferma sulle sue decisioni (anche se talvolta contrastanti) e una sinistra senza ruoli, mai stata né carne né pesce.A dispetto del passato, il nuovo governo è stato costituito con l’intento di cambiare il paese. Lo scopo è quello di condurre l’Italia verso l’uscita di questa crisi dolorosa. Però scavando a fondo, ci si accorge che l’Italia stava colando a picco da parecchio tempo.

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Infatti nel paese dei magna magna, non esiste spazio per chi non ha interessi personali o di “larghe intese” da portare avanti. Ossia, se ricopri un certo ruolo, pare che prima devi “accasare” famiglia e parenti affini e poi -se capita-, svolgere il compito per cui vieni pagato profumatamente. Tornando a noi, ricordiamo che i soldi in Italia ci sono. Ce ne sono anche molti. La questione è un’altra. Il come vengono utilizzati. Se pensiamo alle ultime tragedie ambientali avvenute in Italia, ci rendiamo subito conto del modo tutto italiano con cui vengono investiti fondi e denaro.

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Ormai c’è corruzione dappertutto. L’Italia è il luogo preferito di furbi ed ingordi, che con il loro modo di fare, occultano e rovinano il lavoro di persone serie e in gamba. Per capire da dove deriva l’errore, bisogna solo girare la testa verso il passato. E se è vero che nella vita non bisogna mai guardarsi indietro, in certi casi è necessario farlo per comprendere la portata di certi sbagli e per evitare di commettere gli stessi ripetutamente. Siamo schiacciati da questa modus operandi bigotto ed estremamente individualista, che soffoca le giovani menti e i loro talenti.

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Anche la meritocrazia è diventata una lontana utopia. Forse pure le future generazioni si stanno abituando a questa maniera di vivere fatta di molta furbizia e di poco rispetto. Eh sì, perché il fatto è che a noi italiani (non a tutti ovviamente) manca il senso del rispetto della regola. Un atteggiamento che ne rispecchia un altro certamente collegato a questo: la mancanza di dignità riconosciuta all’Italia. Quanto volte capita di sentire epiteti offensivi macchiare di sporco questa meravigliosa anche se malgovernata striscia di terra? In fondo chi è l’Italia? L’Italia siamo noi e nessuno è escluso!

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Il lamento è diventata parola d’ordine e il cambiamento sembra così lontano da quello che vogliamo essere veramente. La domanda non è se Renzi riuscirà a cambiare l’Italia e a condurla verso porti sicuri, ma se tutti gli italiani -in primis chi occupa posti istuzionali funzionali al soddisfacimento degli interessi del paese o di alcuni suoi rami-, troveranno il coraggio di mettere al primo posto il bene comune. Non per raggiungere chissà quale vetta morale, semplicemente per dare una nuova opportunità di rinascita e crescita a questo paese. La sfida è aperta, sta a noi vincerla.

Data:

29 Novembre 2014