Un camuffamento, di quanto accaduto, sia pure supportato da “architetture” di falsità; dalla logica che ogni giorno ci soccorre sarebbe smontabile come il nascondiglio, dietro un dito, che non dissimula la verità. Ma, ciò che nel vivere quotidiano vale; a quanto pare, troppo spesso non è regola fissa quando si entri a far riconoscere il VERO in un Tribunale. Colà, innanzitutto, vigono e predominano Autonomia e Indipendenza che, prima di contrapporsi agli altri poteri, in realtà fanno indisturbati “gol” contro quel popolo che il potere non ce l’ha.
Pertanto, nel nostro BEL PAESE, la “propugnata” cosiddetta VERITA’ PROCESSUALE molte volte ha finito col somigliare troppo ad una truffa legalizzata se, con libera interpretazione attraverso impalcature procedurali entro cui sia passata la peggiore “pokerata”, dal perseguire la VERITA’ VERA ci si sia sentiti sollevati.Tanto ci dicono i nefasti risultati dei casi di “Ingiustiziati”; nemmeno comprendenti la caterva di quanti, non essendo finiti carcerati in base a misura cautelare o per sentenza definitiva, resteranno gli “sfigati” che nessuno risarcirà. Così, oggi come ieri, quantunque senza sottrazione della libertà personale essendone, tuttavia, lasciate libere le altre conseguenze di rimetterci in denaro serenità e persino salute; d’ingiustizia subita, sul fronte civilistico amministrativo tributario e penale, ci sono molte e più novelle; d’impotenza, vestita di lame spuntate, sono le sorelle.
Trattasi di casi che nessun ristoro sembrano poter trovare, essendo frutti del sistema che, pur “garantista” facendosi passare, però ha lacune che restano incolmate e le conseguenze, per chi ne patisca, addirittura come ubbìe sono trattate. Ma, se può parlarsi di sporco gioco, per quel confronto del topo col gatto che, basato su forza soltanto, finisce male per il povero ratto; che dire, mai, nel caso di chi anche ad “ingiustiziare” si sentisse “patentato”, persino “facoltato” dalla rassegnazione del pavido “agnello” marchiato? Tanto, pur se da cuore afflitto sia maledetto quale “untore”; in piazza continuerà a pascersi, riverito, qual fosse un “redentore”. Così, se Giustizia, da chi la deve non sia fatta, se l’Ingiustizia più vile può lasciare sedia, o poltrona, che sia intatta; che regola è mai questa? Sembra, piuttosto, di un barbaro rifuso il terribile stallo e, per giunta, in ragione opposta al preteso insindacabile pregiudizio, cercherebbe paradossale avallo. Non di libertà, ma cardine d’azzardo sembra questo; tal quale l’uscio discosto che, alfine, induce ladro anche il più onesto. Però, se da “guarentigia codificata” discenda una Ingiustizia nefasta e buia; è pur vero che attinge all’ignavia di chi, continuando anche il peggio a supportare, l’intelletto di un popolo-suddito ingiùria con la quasi ineluttabile scontatezza di una mancanza di rivalsa nei confronti di chi abbia operato Ingiustizia in base ad una deriva, magari anche peggiore d’un abbaglio.
Ne consegue che, pur se la legge normalmente vuole che ognuno paghi per il proprio errore e i cocci siano suoi; per il suo “mal fatto”, si lascia che non paghi il MALGIUDICANTE e i cocci restano solo miei e tuoi. Infatti, anche nei casi in cui intervenga un risarcimento; ha il sapore di una beffa che sia lo Stato a pagare perchè, dato che lo Stato siamo Noi, saremo sempre chiamati Noi sostanzialmente a pagare; mentre, tranne l’eccezione a conferma della regola, il Malgiudicante resterà al posto indegnamente mantenuto. Perchè, poi??? Forse perchè il peggio va “supportato” da quel tanto del marasma primordiale in base al quale, si vuole, si continui in tutto e per tutto a “governare” ????????????