Il dataset esamina l’adeguatezza dei benefici minimi di reddito per famiglie disoccupate con due figli (di 4 e 6 anni), calcolata come percentuale del reddito disponibile mediano nei vari Paesi OCSE dal 2020 al 2024. I dati mostrano una notevole variabilità tra Paesi, con livelli che spaziano da percentuali estremamente basse, come negli Stati Uniti o in Turchia, fino a valori elevati registrati nei Paesi Bassi o in Giappone. Nel 2024, la media OCSE è del 35%, stabile rispetto al 2020, ma questa apparente stabilità nasconde profonde divergenze nelle tendenze nazionali. Alcuni Paesi hanno incrementato sensibilmente l’adeguatezza dei loro benefici minimi. La Lituania, ad esempio, ha registrato un incremento pari al 79,2%, passando da un valore del 24% nel 2020 al 43% nel 2024. Questo miglioramento potrebbe riflettere importanti riforme di welfare, probabilmente indirizzate a rafforzare le reti di protezione sociale. Anche il Portogallo ha raddoppiato la propria quota, passando dal 18% al 36%, con una crescita del 100% che segnala un cambiamento significativo nel modo in cui il Paese gestisce la povertà infantile. La Spagna ha mostrato un progresso notevole, passando dal 27% al 47% e crescendo del 74%, probabilmente in seguito all’introduzione dell’”Ingreso Mínimo Vital”, una misura pensata proprio per ridurre la povertà tra le famiglie vulnerabili. Anche la Bulgaria ha visto un netto miglioramento, passando dal 10% al 23% (+130%), pur restando sotto la media OCSE. Altri Paesi dell’Europa orientale, come la Lettonia e la Slovacchia, hanno registrato aumenti più contenuti, rispettivamente del 21% e del 13,3%, ma comunque indicativi di un rafforzamento del welfare. Alcuni Paesi hanno mantenuto una certa stabilità nel tempo, come la Svezia e la Norvegia, che hanno mostrato valori stabili rispettivamente intorno al 46% e al 37%, segno che i loro sistemi di protezione sociale sono già ben strutturati. Anche la Finlandia e la Svizzera si mantengono su livelli relativamente alti, pur con lievi cali. La Nuova Zelanda e i Paesi Bassi mostrano leggere crescite, segno di aggiustamenti positivi. In altri Paesi, invece, si registrano diminuzioni significative. L’Italia rappresenta il caso più drammatico: dal 48% del 2020, si passa a un sorprendente 0% nel 2024, con una variazione del -100%. Questo dato è con ogni probabilità collegato alla sospensione del Reddito di Cittadinanza e alla sua sostituzione con l’Assegno di Inclusione, che ha criteri più restrittivi e non sempre garantisce una copertura effettiva per famiglie disoccupate con figli. Anche l’Ungheria ha subito un crollo importante, scendendo da 11% a 7% (-36,4%). Il Regno Unito è passato dal 64% al 55%, con una perdita di 9 punti percentuali (-14%), probabilmente a causa di politiche restrittive successive alla pandemia. Il Giappone, pur mantenendo un livello elevato, è sceso da 64% a 58% (-9,3%). La Danimarca ha subito una flessione da 52% a 47% (-9,6%). Altri Paesi come Francia, Germania, Austria, Irlanda e Slovenia mostrano cali meno accentuati, ma comunque rilevanti in un contesto segnato da inflazione e incertezza economica. Alcuni casi presentano andamenti irregolari. La Turchia è rimasta a zero per i primi tre anni, per poi passare al 17% nel 2023 e scendere a 11% nel 2024. Questo potrebbe riflettere cambiamenti improvvisi nel sistema di welfare o l’introduzione di misure temporanee. Gli Stati Uniti hanno avuto un picco temporaneo nel 2021, salendo al 30%, per poi tornare a valori molto bassi negli anni successivi. Questo è probabilmente legato ai sussidi straordinari erogati durante la pandemia, successivamente eliminati. Anche il Canada, la Croazia e Cipro mostrano andamenti decrescenti, segnale di sistemi di protezione sociale che non sono stati adeguati ai cambiamenti del contesto economico. Analizzando le macro-aree emerge che i Paesi nordici tendono a mantenere livelli di sostegno superiori alla media OCSE, anche se con alcune flessioni. I Paesi dell’Europa orientale partono da livelli più bassi ma in molti casi migliorano. Nell’Europa meridionale si osservano dinamiche miste, con Paesi come Spagna e Portogallo che migliorano, e altri come Grecia e Italia che arretrano. I Paesi anglosassoni presentano una forte volatilità: il Regno Unito in calo, gli Stati Uniti molto instabili, l’Australia in leggera crescita, mentre il Canada mostra un trend negativo. L’adeguatezza dei benefici minimi di reddito rappresenta un indicatore fondamentale per valutare la qualità delle politiche sociali e la capacità dei governi di garantire un’esistenza dignitosa alle famiglie più vulnerabili. Livelli pari o superiori al 50% del reddito mediano indicano un sostegno significativo, mentre valori inferiori al 30% sono considerati critici. Livelli sotto il 20% rappresentano una vera emergenza sociale. La presenza di Paesi con valori estremamente bassi, come Stati Uniti e Italia, pone interrogativi seri sulla tutela dei diritti dei bambini in famiglie disoccupate. In sintesi, nel periodo 2020-2024 si osservano dinamiche molto diverse tra i Paesi OCSE. Alcuni hanno scelto di rafforzare i sistemi di protezione sociale, spesso in risposta alla pandemia, mentre altri hanno ridotto il livello di protezione lasciando una parte della popolazione esposta al rischio povertà. Questo quadro suggerisce l’urgenza di politiche sociali più solide, universali e continuative, capaci di proteggere realmente le famiglie con minori, anche nei periodi di crisi economica e transizione politica.
Misura: Reddito netto annualizzato di famiglie selezionate disoccupate che richiedono il reddito minimo
Età dei bambini: 4 e 6 anni
Unità di misura: Percentuale del reddito familiare disponibile mediano
Time period | 2020 | 2021 | 2022 | 2023 | 2024 | Var Ass | Var Per |
Australia | 33 | 39 | 33 | 33 | 37 | 4 | 12,12121 |
Austria | 41 | 42 | 39 | 39 | 40 | -1 | -2,43902 |
Belgium | 39 | 39 | 41 | 44 | 44 | 5 | 12,82051 |
Canada | 20 | 19 | 18 | 18 | 18 | -2 | -10 |
Czechia | 41 | 38 | 37 | 38 | 38 | -3 | -7,31707 |
Denmark | 52 | 51 | 47 | 46 | 47 | -5 | -9,61538 |
Estonia | 25 | 23 | 26 | 28 | 27 | 2 | 8 |
Finland | 52 | 50 | 49 | 49 | 50 | -2 | -3,84615 |
France | 38 | 37 | 36 | 36 | 35 | -3 | -7,89474 |
Germany | 40 | 40 | 37 | 37 | 38 | -2 | -5 |
Greece | 33 | 30 | 29 | 28 | 29 | -4 | -12,1212 |
Hungary | 11 | 10 | 8 | 7 | 7 | -4 | -36,3636 |
Iceland | 47 | 47 | 45 | 45 | 46 | -1 | -2,12766 |
Ireland | 54 | 52 | 50 | 49 | 50 | -4 | -7,40741 |
Israel | 22 | 22 | 20 | 20 | 21 | -1 | -4,54545 |
Italy | 48 | 45 | 42 | 40 | 0 | -48 | -100 |
Japan | 64 | 63 | 65 | 59 | 58 | -6 | -9,375 |
Korea | 31 | 32 | 32 | 32 | 32 | 1 | 3,225806 |
Latvia | 33 | 38 | 34 | 36 | 40 | 7 | 21,21212 |
Lithuania | 24 | 42 | 39 | 39 | 43 | 19 | 79,16667 |
Luxembourg | 42 | 41 | 40 | 44 | 46 | 4 | 9,52381 |
Netherlands | 58 | 57 | 55 | 58 | 61 | 3 | 5,172414 |
New Zealand | 39 | 36 | 39 | 39 | 40 | 1 | 2,564103 |
Norway | 37 | 37 | 35 | 35 | 37 | 0 | 0 |
Poland | 25 | 21 | 21 | 22 | 23 | -2 | -8 |
Portugal | 18 | 18 | 17 | 17 | 36 | 18 | 100 |
Slovak Republic | 15 | 14 | 14 | 13 | 17 | 2 | 13,33333 |
Slovenia | 33 | 31 | 29 | 29 | 29 | -4 | -12,1212 |
Spain | 27 | 30 | 42 | 46 | 47 | 20 | 74,07407 |
Sweden | 46 | 45 | 44 | 44 | 46 | 0 | 0 |
Switzerland | 48 | 49 | 48 | 48 | 47 | -1 | -2,08333 |
Türkiye | 0 | 0 | 0 | 17 | 11 | 11 | #DIV/0! |
United Kingdom | 64 | 62 | 52 | 49 | 55 | -9 | -14,0625 |
United States | 5 | 30 | 6 | 7 | 7 | 2 | 40 |
OECD | 35 | 36 | 34 | 35 | 35 | 0 | 0 |
Bulgaria | 10 | 10 | 9 | 10 | 23 | 13 | 130 |
Croatia | 20 | 19 | 17 | 17 | 18 | -2 | -10 |
Cyprus | 44 | 42 | 39 | 38 | 37 | -7 | -15,9091 |
Malta | 49 | 47 | 46 | 45 | 51 | 2 | 4,081633 |
Romania | 7 | 5 | 5 | 5 | 10 | 3 | 42,85714 |
Fonte: OCSE
Link: https://data-explorer.oecd.org