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Post elezioni europee

I risultati delle ultime elezioni europee parlano chiaro; una forte spinta a destra, verso posizioni tendenzialmente conservatrici, ha trionfato in diversi paesi dell’Unione, a partire dai paesi della zona Visegrad, coinvolgendo poi l’ltalia con la Lega di Salvini, la Francia con il Front National della Le Pen, l’Austria del Partito Popolare dell’attuale cancelliere Sebastian Kurz e la Grecia con il partito di centrodestra Neo Demokratia, la cui vittoria ha segnato una disfatta per il primo ministro Alexis Tsipras, tenuto ad annunciare elezioni anticipate. Preso atto di questo nuovo e preoccupante assetto europeo, a Bruxelles si apre la questione del tavolo delle nomine: rinnovo della Commissione Europea e del presidente, il vertice della Bce e la presidenza dell’Europarlamento. Per la nomina del presidente della Commissione sembra che una buona percentuale dei membri, sia affine al metodo dello Spitzenkandidat, tramite il quale nel 2014 si elesse l’attuale presidente Juncker. Tale meccanismo, non menzionato all’interno dei Trattati Ue, prevede che la presidenza dell’esecutivo comunitario sia assegnata al candidato principale del partito politico europeo che ha ottenuto il maggior numero di seggi nel parlamento. Esso è frutto di un accordo tra i capi di Stato e di governo dell’Ue, l’Europarlamento e i vari gruppi politici, che ha come obiettivo quello di rafforzare la legittimità democratica dell’esecutivo europeo.

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Poichè i sondaggi riportano un Partito Popolare Europeo (Ppe) come primo partito, con il conseguimento di 179 seggi su 751, l’europarlamentare prossimo alla presidenza dovrebbe essere il bavarese Manfred Weber, nominato lo scorso 8 novembre a Helsinki, come deputato di punta del Ppe. Weber è un europeista convinto e nonostante il suo ultraconservatorismo, si oppone esplicitamente all’ondata sovranista, ponendosi anzi come obiettivo la creazione di una maggioranza forte nella sua base consensuale, con socialisti, verdi e liberali, per schierare un fronte unitario europeista contro i nazionalisti. Antonio Tajani, presidente dell’Europarlamento, in seguito alla conferenza dei presidenti, ha confermato l’approvazione di una dichiarazione che predilige il metodo del « candidato di punta ». In programma molteplici incontri, in primis il vertice informale tra capi di stato e di governo. Degno di nota l’attivismo di Macron occupato in bilaterlai con la cancelliera Angela Merkel e il presidente del Consiglie Ue, Tusk ; in previsione anche l’incontro con esponenti della fazione socialista, lo spagnolo Sanchez e il portoghese Costa, e con i liberali, l’olandese Mark Rutte e il belga Charles Michel.

Data:

29 Maggio 2019