(Adnkronos) – Sul caso del pandoro ‘Pink Christmas’ griffato Chiara Ferragni la Corte d’Appello di Torino, con una nuova sentenza, ha confermato come la società Balocco abbia attuato una “pratica commerciale scorretta” a danno dei consumatori. Ne danno notizia Codacons, Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi e Adusbef che, sulla vicenda, hanno avviato un’azione inibitoria dinanzi alla giustizia torinese. La società dolciaria aveva infatti presentato ricorso d’appello contro la decisione del Tribunale di Torino dello scorso aprile che, accogliendo le richieste delle tre associazioni, confermava la pratica scorretta messa in atto dall’azienda Balocco sul caso del pandoro griffato Ferragni e l’ingannevolezza dei messaggi lanciati al pubblico sulla campagna di beneficenza associata alla vendita del prodotto. La Corte d’Appello di Torino, tuttavia, non solo ha rigettato le richieste della società, ma è tornata a condannare l’ingannevolezza della iniziativa avviata da Balocco e Chiara Ferragni. Si legge nella sentenza della Corte (V sez. civ, Presidente Emanuela Germano Cortese, Relatore Silvia Orlando): “La modalità con cui Balocco ha pubblicizzato e commercializzato il pandoro PinkChristmas costituisce pratica commerciale scorretta, in quanto contraria alla diligenza professionale e idonea a falsare in misura apprezzabile il comportamento economico, in relazione al prodotto, del consumatore medio che essa raggiunge” ma risulta anche “ingannevole perché contiene informazioni non rispondenti al vero o induce o è idonea ad indurre in errore il consumatore medio”, si legge in una nota nella quale si riportano stralci della sentenza. Come correttamente ritenuto dal Tribunale – prosegue la nota – anche la rilevante differenza di prezzo del ‘Pandoro PinkChristmas’ rispetto al pandoro Balocco di equivalente composizione e peso, ha contribuito ad indurre nel consumatore il convincimento che nel maggior prezzo vi fosse una diretta contribuzione al reperimento dei fondi utili al progetto di beneficenza, pur tenendo conto dei costi per l’uso del marchio di Chiara Ferragni, per fornire un packaging peculiare, uno zucchero a velo rosa, uno stencil in cartoncino”. “Le sentenze del Tribunale e della Corte d’Appello di Torino sono importanti perché spalancano le porte a risarcimenti in favore dei consumatori che hanno acquistato il prodotto – affermano Codacons, Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi e Adusbef – Tuttavia questa vicenda rappresenta una lezione amara: quando il marketing supera i limiti della trasparenza, le conseguenze possono essere devastanti, non solo per le aziende come Balocco, ma anche per le celebrità che prestano il proprio volto e la propria immagine”. “Balocco prende atto del decreto della Corte d’Appello di Torino, frutto di un’istruttoria sommaria e parziale che ricalca pedissequamente il contenuto della decisione dell’Agcm, già impugnata da Balocco davanti al Tribunale Regionale del Lazio”. Così l’azienda in una nota in cui sottolinea che “il collegio di difesa di Balocco, composto dagli avvocati Alessandra Bono e Alberto Improda, precisa che non si tratta di una nuova condanna, ma della conferma del decreto già emesso dal Tribunale di Torino lo scorso 23 aprile, che aveva integralmente rigettato le richieste inibitorie e risarcitorie di Codacons, Adusbef e Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi”. “Le associazioni dei consumatori hanno poi riproposto le medesime richieste dinanzi alla Corte d’Appello di Torino mediante reclamo incidentale che è stato rigettato in toto, in quanto inammissibile. La Corte d’Appello ha altresì confermato che il provvedimento reso non ha natura di giudicato; pertanto, Balocco si riserva di richiederne la revoca o la modifica, alla luce dei futuri sviluppi presso le altre sedi competenti”, prosegue la nota che conclude: “sul tema del prezzo del pandoro Pink Christmas brandizzato Chiara Ferragni e della presunta ingannevolezza della comunicazione, il collegio di difesa di Balocco confida di provare nelle sedi competenti, attraverso evidenze a supporto, la correttezza dell’operato dell’azienda e l’infondatezza di ogni pregiudizio economico nei confronti dei consumatori”. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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