Fisco, Gualtieri: “Pagare meno, pagare tutti”
“Al vecchio slogan pagare meno, pagare tutti io ci credo”. Così il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri al Tg Post, aggiungendo : “Noi non abbandoniamo l’obiettivo di una riforma fiscale più incisiva”. Nell’ambito del progetto di riforma fiscale che il governo intende riprendere è importante il “rilancio dell’impegno per la digitalizzazione dei pagamenti e il superamento del contante”. La “semplificazione, progressività, sostegno a lavoro, impresa e famiglia saranno i cardini del lavoro sulla riforma fiscale che è nostra intenzione riprendere”.
RECOVERY FUND – “Noi siamo per un recovery fund il più ampio possibile” ha detto, spiegando che “l’interlocuzione con la Commissione Ue” continua. In questa cornice sono importanti “le risorse e come allocarle e l’equilibrio tra quelle a fondo perduto e prestiti che tuttavia sono a lungo termine”: “valuteremo su base di questi ingredienti”, afferma. Sul fronte Ue “siamo impegnati in un negoziato sul poker di strumenti di risposta dell’Europa, Sure, Mes, Bei e Recovery fund: completiamo questa costruzione e poi valuteremo con grande serenità se e come utilizzarli”. Sul Mes il ministro ha detto che “è molto importante che ci sia questa linea di finanziamento, si chiama rete di sicurezza ed è disponibile immediatamente per chi ne ha bisogno ad un tasso vicino allo zero”. Sul fatto che al momento sia stato chiesto solo da Cipro ha aggiunto: “Vedremo chi lo chiederà”. “Il fatto che esista già di per sé è un fattore di stabilità che persino se non viene utilizzato fa ridurre gli spread”, ha sottolineato.
BANCHE- Le regole sui prestiti consentono di erogarli subito “le banche si adeguino” agli esempi “più virtuosi” perché alcuni istituti sono rapidi altri meno. E sugli istituti di credito il ministro dell’Economia aggiunge: “Andrò alla commissione parlamentare sulle banche, è molto importante”.
CASSA INTEGRAZIONE – Con le nuove procedure per l’esborso della Cig “abbiamo previsto che già alla prenotazione l’Inps possa erogare il 40% delle risorse”. “Abbiamo compiuto la scelta giusta e senza precedenti di consentire di finanziare la cassa integrazione per tutti i lavoratori dipendenti”, ha detto, sulla base del principio che “nessuno deve essere lasciato indietro”. Per la Cig c’è stata “una richiesta boom, milioni e milioni di richieste e milioni erogate correttamente però in particolare quella in deroga che prevede un passaggio regionale si è rivelata troppo lenta” ha detto spiegando che con il dl Rilancio sono state introdotte procedure per accelerarla.
Ex Ilva, Patuanelli: “Da Mittal mi aspetto piano lungimirante”
“Da ArcelorMittal mi aspetto un piano industriale serio, ambizioso e lungimirante e che non rimetta in discussione l’esito del negoziato culminato con l’accordo del 4 marzo scorso”. Così il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, nella informativa sulla siderurgia in corso alla Camera.
“ArcelorMittal presenterà il piano industriale il 5 giugno prossimo”, fa sapere Patuanelli dopo che ieri la multinazionale aveva chiesto 10 giorni di proroga per la presentazione del piano industriale.
“E’ il momento di pensare, soprattutto per uscire dalla situazione di crisi e di emergenza creata dall’epidemia di Coronavirus, ad avere un piano industriale, un piano per la siderurgia certo per il paese”, ha detto ancora il ministro.
Tra i punti qualificanti dell’accordo di perfezionamento dell’acquisto da parte di ArcelorMittal degli impianti dell’ex gruppo Ilva firmato il 4 marzo scorso c’è anche “l’impegno delle parti a collaborare per la ricerca della soluzione per la gestione del personale fermo restando i risultati raggiunti su questo fronte con l’accordo sindacale del settembre 2018”, sottolinea poi Patuanelli.
Jabil, dietrofront azienda e accordo salta
Al termine di un’estenuante trattativa di tre giorni e ad un passo dall’accordo con i sindacati, con cui evitare al sito di Marcianise altri 190 licenziamenti, Jabil, multinazionale americana, ha deciso di fare marcia indietro sfilandosi dall’accordo faticosamente raggiunto nella notte e provocando la rottura del tavolo di confronto in corso al ministero del Lavoro.
Una doccia gelata per i sindacati ma anche per il governo a cominciare dal ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo che a quel punto , nell’impossibilità di accogliere le richieste aziendali ha rinviato il tutto ad un confronto diretto con i vertici americani per capire le ragioni dell’irrigidimento dell’azienda di Caserta. Incontro sospeso dunque e tanta rabbia.
Un dietrofront inspiegabile quello di Jabil, infatti, anche a detta dei sindacati. Eppure fino a quel momento le parti avevano disegnato un’intesa che avrebbe previsto il blocco dei 190 licenziamenti e l’utilizzo per questi lavoratori della Cig per Covid 19 per ulteriori 5 mesi, come stabilito dal Dl Rilancio. L’accordo avrebbe poi previsto, a sostegno dell’azienda, anche l’impiego del fondo nazionale di competenza per la formazione dei lavoratori. Non solo. Per rendere appetibile economicamente una eventuale uscita volontaria da parte dei lavoratori e per sostenere il loro ricollocamento l’intesa metteva in campo una serie di incentivi. I 190 lavoratori, dunque, sarebbero stati temporanemanete sostenuti di fatto dagli interventi dello Stato.
All’1,30 di notte, invece, il tavolo salta: agli americani non va giù la cosidetta “procedura sindacale” prevista dalla legge nel caso le aziende , al termine dello stop imposto fino al 17 agosto, volessero riattivare comunque la procedura di licenziamento per quei lavoratori che risultassero ancora in esubero. La norma prevede di prassi 45 giorni tra l’annuncio e il licenziamento.Ma l’atteggiamento di Jindal è granitico: ne bastano 6. Richiesta impossibile da accettare, dicono in coro sindacati e governo; contrasta con una legge dello Stato. Ma la multinazionale non molla e si trincera dietro “ordini” ricevuti dalla casa madre. A quel punto l’ira del ministro Catalfo monta: “se lei dice di prendere solo ordini, allora devo parlare con i vertici americani”, scandisce. E il tavolo si rompe; sarà riconvocato ad horas, spiegano ancora i sindacati. “Mai vista una arroganza così. Uno schiaffo in pieno viso a governo e lavoratori”, commenta Michele Paliani della Uilm.
Bollette, al via riduzione di 600 milioni di euro per piccole imprese
Al via la riduzione di 600 milioni di euro per le bollette dell’elettricità delle utenze non domestiche connesse in bassa tensione attraverso la diminuzione delle componenti fisse delle tariffe di trasporto, distribuzione e misura e degli oneri generali.
A pochi giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Rilancio, con la delibera approvata oggi, Arera rende operativa la misura prevista dall’art. 30 che era stata oggetto della propria segnalazione al Governo e al Parlamento, come una delle proposte a contrasto dell’emergenza Covid-19. Ai piccoli esercizi commerciali, artigiani, bar, ristoranti, laboratori, professionisti e servizi (i clienti in bassa tensione non domestici) con potenza superiore a 3 kW, per il trimestre maggio – giugno – luglio, viene azzerata la quota relativa alla potenza e applicata solo una quota fissa di importo ridotto (fissata convenzionalmente a quella corrispondente alla potenza impegnata di 3 kW), senza ridurre in alcun modo il servizio effettivo in termini di potenza disponibile.
40% famiglie in difficoltà a pagare affitto in prossimi 12 mesi
La quota di famiglie che negli ultimi 12 mesi ha accumulato ritardi nel pagamento dell’affitto è passata dal 9,6% del pre-Covid-19 al 24% durante le misure di contenimento. Per effetto del lockdown, quindi, una famiglia su quattro ha mostrato difficoltà nel pagamento dell’affitto. Un’evidenza che trova conferma anche nelle aspettative per i prossimi 12 mesi: più del 40% delle famiglie prevede di avere difficoltà a rispettare il pagamento del canone di affitto. E’ quanto emerge dall’Indagine Nomisma 2020 sulle famiglie italiane, presentata oggi in occasione dell’evento in diretta streaming organizzato da Nomisma e Crif in collaborazione con UniCredit Subito Casa dal titolo ’Fuori tutti, la voce alle famiglie. Vivere, abitare, investire: l’Oltre del Coronavirus’.
Secondo i dati raccolti da Nomisma, emerge ancora, le famiglie interessate all’affitto sarebbero 2.008.300, ma anche in questo caso, circoscrivendo l’analisi ai soli nuclei che manifestano un’effettiva capacità reddituale, la domanda effettiva tenderà a ridursi a 730.300 famiglie. Considerando le motivazioni che sorreggono il mercato dell’affitto emerge come il 54,4% delle famiglie – erano il 58% lo scorso anno – consideri l’affitto un’opzione alternativa a causa della mancanza di risorse economiche sufficienti per poter accedere al mercato della compravendita.
Diverso il quadro che proviene dal mercato delle riqualificazioni edilizie, che anche quest’anno continua ad essere caratterizzato da luci e ombre. Le intenzioni di ristrutturazione nei prossimi 12 mesi si mantengono elevate anche quest’anno e in aumento rispetto alla scorsa rilevazione passando dal 20% al 24% delle famiglie (pari a 6,2 milioni).
Considerando però l’effetto che potrebbe innescarsi attraverso l’applicazione del Decreto Rilancio, la domanda potenzialmente interessata a interventi di riqualificazione energetica sarebbe ben più ampia, arrivando a coinvolgere più di 12 milioni di famiglie.