I.N.E.T. (Institute for the New Economic Thinking) has recently published a video interview with Professor of Economics and SEJ author Andrea Terzi. In this interesting conversation with Marshall Auerback, Terzi discusses the flaws of the Eurozone’s architecture and what possible solutions could be pursued.
Terzi suggests a proposal whereby Eurozone nations agree on a 50% cut of Value Added Taxes across all 18 (soon 19) members. This creates an additional Eurozone deficit in the magnitude of 3.8% of Eurozone’s GDP. Such cut would be “funded” through issuing Eurobonds, or Union bonds, guaranteed by the ECB. The lost revenue would not be counted at the national level in the national compliance of the fiscal compact. The across-the-board criteria would establish a program that is neither a targeted bailout nor a reward for bad behavior.
This change in the fiscal stance of the entire Eurozone would immediately increase the quantity of euros in circulation, much more effectively than any quantitative easing initiative that the ECB may be undertaking. It would in turn ease credit fears without triggering additional national government spending. The result would be to dramatically ease credit tensions and foster aggregate demand and job creation in the Eurozone.
Andrea Terzi is a Professor of Economics at Franklin University Switzerland and a Research Associate at the Levy Economics Institute. He also lectures at Catholic University Milan. He is co-author and co-editor of ’Euroland and the World Economy. Global Player or Global Drag?’ New York: Palgrave MacMillan, 2007. His website is www.ateconomics.com.
Fissare l’architettura nella zona Euro
La lezione di architettura del professor Andrea Terzi
L’I.N.E.T. (Istituto del Nuovo Pensiero Economico) ha recentemente pubblicato una video intervista con il professor di economia e redattore del Social Europe Journal. Durante questa interessante conversazione con Marshall Auerback, Terzi ha discusso dei difetti dell’architettura della zona euro e quali soluzioni possibili possano essere perseguite. Terzi ha suggerito una proposta secondo cui le nazioni dell’Eurozona sono d’accordo su un taglio del 50% delle imposte sul valore aggiunto in tutti i 18 (presto 19) stati membri. Questo creerebbe un deficit supplementare nell’Eurozona nella grandezza del 3,8% del PIL. Tale taglio sarebbe “finanziato” attraverso l’emissione di Eurobond, obbligazioni dell’Unione, garantiti dalla BCE. La perdita di fatturato non sarebbe conteggiata a livello nazionale in conformità del fiscal compact del paese in questione. I criteri generali vedrebbero la creazione di un programma che non è né un piano di salvataggio mirato né una ricompensa per il cattivo comportamento. Questo cambiamento nella politica di bilancio di tutta la zona euro aumenterebbe immediatamente la quantità di euro in circolazione, molto più efficacemente di qualsiasi iniziativa di allentamento quantitativo che la BCE potrebbe intraprendere. Sarebbe, a sua volta, facilitare i timori di credito senza innescare ulteriore spesa pubblica nazionale. Il risultato sarebbe quello di facilitare notevolmente le tensioni e di favorire la domanda aggregata e la creazione di posti di lavoro nella zona euro. Andrea Terzi è professore di Economia presso l’Università Franklin in Svizzera e ricercatore associato presso il Levy Economics Institute. Insegna presso l’Università Cattolica di Milano. È co-autore e co-editore del testo “Euroland and the Word Ecomony. Global Prayer or Global Drag?” New York: Palgrave MacMillan, 2007. Il suo sito internet è www.aeconomics.com.
(Tradotto dall’articolo Fixing the Eurozone Architecture del prof. Andrea Terzi, pubblicato il 15 ottobre 2014 sul sito www.socialeuropejournal.eu.)