Fonti Viminale, all’Ocean Viking assegnato il porto di Messina
Il Viminale ha assegnato all’Ocean Viking, con 182 migranti a bordo, come porto di sbarco Messina. Lo riferiscono fonti del ministero dell’Interno. La nave di Sos Mediterranee e Medici senza frontiere si trova da giorni a est di Linosa, affrontando condizioni metereologiche avverse. A bordo tredici minori e una neonata di otto giorni, soccorsi in tre diverse occasioni davanti alle coste della Libia.
Tassa sulle bibite, ’no’ delle associazioni di categoria
Governo al lavoro sul doppio binario Nadef-manovra di Bilancio, mentre dalle associazioni di categoria arriva la sonora bocciatura dell’ipotesi di nuove tasse sulle bibite per reperire risorse in Finanziaria. Intanto, accogliendo la richiesta del Mef, l’Istat anticipa a domani la pubblicazione dei conti economici 2018, in modo da facilitarne il recepimento nella Nota.
Attesa in Cdm venerdì prossimo, la Nadef, che contiene le stime che faranno da ossatura alla manovra, dovrebbe certificare il rallentamento dell’economia italiana, in linea con i principali istituti internazionali, e indicare un livello del prodotto non superiore al +0,5% per il 2020. L’Ocse nei giorni scorsi ha tagliato il Pil italiano per il prossimo anno a +0,4% (dal precedente +0,6%) e confermato una crescita piatta per il 2019. Nel Def di aprile il governo ha indicato un programmatico a +0,2% nel 2019 e 0,7% nel 2020.
E meno Pil vuol dire più deficit, da qui la necessità di reperire risorse taglia-disavanzo. L’obiettivo del governo è tenere l’asticella entro il 2,1% per scongiurare la scure dei 23 miliardi di rialzi Iva pronti a scattare dal primo gennaio in caso di mancato rispetto degli impegni di bilancio Ue. Per portare a casa questo risultato e avviare la fase Uno della riduzione delle tasse sul lavoro, servirebbero circa 10 miliardi di euro, oltre ai risparmi in arrivo dal calo dello spread (circa 4 mld) e da Rdc e Quota 100 (circa 5 mld).
Resta poi l’incognita debito pubblico. Nel Def di aprile il precedente governo ha indicato un rialzo al 132,6% nel 2019 (dal 132,2% del 2018) e poi un calo al 131,3% nel 2020, a patto di attuare un maxi-piano di privatizzazioni da 18 miliardi di euro, così ambizioso da venire disatteso.
Intanto l’ipotesi di aumentare il prelievo sulle bevande analcoliche per reperire le risorse agli interventi della manovra di ottobre ha visto, come prevedibile, la levata di scudi dell’associazione del settore che l’ha giudicata “discriminatoria” e “dannosa” per le pmi, per il Made in Italy e per i lavoratori del settore, a monte e a valle della catena. Il tutto a fronte di dati estremamente penalizzanti: secondo Assobibe infatti la tassa produrrebbe una contrazione delle vendite pari al 30%, minori consumi finali per l’11% del valore, 10.000 occupati a rischio nelle imprese che operano a monte (fornitori agricoli e non), nella produzione/imbottigliamento, a valle (commercio), con conseguente minor gettito Iva (-11%) e minor gettito da tasse da lavoro/reddito (-15%).
Cresce il prezzo delle stanze in affitto
Cresce la domanda delle stanze in affitto, specialmente nelle città universitarie o a forte presenza di studenti o lavoratori fuori sede, e i prezzi lievitano in Italia. L’aumento medio è del 3% nel 2019, il prezzo medio è di 328 euro al mese. A rilevare il trend è l’Ufficio studi di Idealista, la piattaforma di annunci del mercato immobiliare, che ha condotto un’indagine per l’AdnKronos nell’imminenza dell’apertura dell’anno accademico negli atenei italiani.
Quest’anno quindi si paga in media 328 euro al mese contro i 318 euro dell’anno scorso. L’andamento crescente dei prezzi non interessa tuttavia in uguale misura tutte le città monitorate e i centri di maggiore attrazione studentesca, anche se la domanda resta viva registrando un incremento addirittura del 43%, a dispetto di chi condivide la casa con altri, in primis per risparmiare. La notizia positiva però è che se aumentano i prezzi e la domanda di camere in affitto dall’altro canto sale anche l’offerta, anche se in misura minore, registrando in media un +28%.
Le piazze più gettonate sono le città universitarie, Padova spicca al primo posto con un rincaro del 18,6% e un prezzo medio di 307 euro mentre Milano è la città più cara, qui occorrono di media 465 euro al mese per una stanza.
A seguire Roma con 408 euro, mentre a Firenze si toccano i 393 euro. Sopra la media nazionale delle richieste, pari a 328 euro mensili, si colloca anche Bologna (371 euro), mentre Torino rimane appena sotto la media con 319 euro mensili. Tra gli aumenti più alti l’indagine rileva quelli di Bologna (+8,7%) e Trieste (+13,3%). Segni positivi interessano anche i capoluoghi più importanti, come Roma (2,1%), Milano (3,1%), Napoli (3,5%) e Firenze (4,5%), che resistono in terreno positivo consolidandosi tra i top valori nella graduatoria dei canoni di affitto stanze.
Mentre sul totale delle 29 città analizzate nello studio di Idealista, sono 8 quelle che perdono valore rispetto all’anno precedente. Il primato nel calo delle locazioni delle stanze spetta a Reggio Calabria (-7,9%), seguita da L’Aquila (-6,4%), Genova (-3,7%), Viterbo (2,5%) e Pisa (-2,2%). Cali meno consistenti invece in città come Perugia (-1%), Chieti (-0,6%) e Torino (-0,4%). Lo studio di idealista riscontra inoltre i canoni più bassi a L’Aquila (191 euro/mese), che precede Enna (189 euro) e Reggio Calabria (186 euro).
Il rapporto delinea anche un identikit del coinquilino italiano. L’età media è di 29 anni, segno che l’affitto della stanza singola e le case in condivisione non sono più a uso esclusivo di studenti fuori sede, ma anche di lavoratori e single. L’età dei conviventi va dai 33 anni de L’Aquila ai 24 di Viterbo. Firenze (31) tra le grandi città è quella con l’età media dei coinquilini più alta davanti a Napoli (30) Roma (29), Milano (28) e Torino (27).
Lo studio rivela che il 77% delle convivenze sono miste (uomini e donne); la coabitazione tra sole donne ricorre nel 17% dei casi; convivenze solo maschili, solo nel 5% dei casi. Ancora una curiosità sui coinquilini riguarda la presenza di animali domestici dentro casa, ammessi nel 71% dei casi. Decisamente meno graditi invece i fumatori, tollerati solo in un alloggio su due.
L’indagine online rivela che solo 1 inquilino su 2 si dice soddisfatto dell’abitazione in cui vive in condivisione. Tra i criteri di scelta della stanza il prezzo è il fattore “guida” per l’81% degli utenti, seguito dalla vicinanza ai mezzi di trasporto pubblico, ritenuta “molto importante” o “indispensabile” per il 79% dei rispondenti, e coinquilino giusto (69% delle risposte). Altre caratteristiche che motivano la scelta dell’alloggio sono lo stato dell’abitazione (arredata, ristrutturata, etc.) con il 63% delle preferenze e la vicinanza al centro (56,7%).
Gli utenti sarebbero più soddisfatti se le bollette fossero incluse nel prezzo (39% dei rispondenti), se la casa fosse dotata di mobili e elettrodomestici in buono stato (29%), con il bagno indipendente (10% delle risposte degli utenti).
Il prezzo “giusto” indicato dagli utenti per questo genere di soluzione abitativa è di 300-400 euro mensili. Interessante che il 18% dei rispondenti al questionario ritenga il prezzo corretto per la stanza ideale tra i 400 e i 500 euro.
“Potremmo concludere che la stanza ideale è un giusto compromesso tra comfort, posizione e prezzo”, osserva Vincenzo De Tommaso, responsabile dell’Ufficio Studi di idealista aggiungendo che all’inchiesta hanno risposto il 46% di lavoratori e il 44% di studenti. Dato curioso il 7% si dicono pensionati, il 3% sono persone rimaste momentaneamente senza lavoro”.
San Gimignano, sospesi 4 agenti penitenziari
Sospensione immediata per i quattro poliziotti penitenziari destinatari di provvedimento di interdizione da parte dell’autorità giudiziaria e doverose valutazioni disciplinari per i quindici che hanno ricevuto un avviso di garanzia. Non si fa attendere la reazione del Ministero della Giustizia-Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria informato dalla Procura della Repubblica di Siena della conclusione di una attività di indagine svolta in collaborazione con la stessa Polizia Penitenziaria e riguardante presunti maltrattamenti ad opera di agenti in servizio presso la Casa di Reclusione di San Gimignano, ai quali è stato contestato, fra gli altri, il reato di tortura.
L’indagine, complessa e delicata, ha interessato 15 poliziotti penitenziari in servizio presso l’istituto toscano e trae origine dalla denuncia fatta da alcuni detenuti su presunti pestaggi avvenuti all’interno del carcere. Le accuse formulate dalla Procura di Siena vanno dalle minacce alle lesioni aggravate, al falso ideologico commesso da un pubblico ufficiale, alla tortura. Nell’avviare l’iter dei provvedimenti amministrativi di propria competenza, il Dap confida in un accurato e pronto accertamento da parte della magistratura, ma al tempo stesso esprime la massima fiducia nei confronti dell’operato e della professionalità degli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria che svolgono in maniera eticamente impeccabile il loro lavoro.
“Da troppo tempo la casa di reclusione di Ranza è abbandonata al suo destino, senza direzione stabile e da mesi senza comandante e vice comandante del corpo di polizia penitenziaria” affermano, in una nota, la deputata Susanna Cenni (Pd), Andrea Marrucci, sindaco di San Gimignano, e l’assessore alle politiche sociali del Comune, Daniela Morbis. “La nostra attenzione verso la struttura è alta da anni e anche in virtù di questa attenzione sono di recente arrivati alcuni nuovi agenti – ha detto Marrucci – Appena eletti, infatti, con la parlamentare Susanna Cenni e con l’assessore Daniela Morbis abbiamo denunciato questa situazione, le difficoltà di agenti e detenuti, le carenze infrastrutturali e chiesto interventi urgenti agli enti preposti. Richiesta sfociata in una esplicita lettera di misure urgenti al ministro Bonafede”.
“La buona notizia è che il ministero ci ha finalmente risposto – ha aggiunto il sindaco – e, oltre all’arrivo di alcuni agenti, ci ha comunicato che la vicenda del comandante di reparto sarebbe stata risolta in quanto tale funzione ’è stata conferita ad un commissario capo del corpo di polizia penitenziaria’ che, dalle vie informali, sappiamo dovrebbe entrare in servizio da lunedì prossimo”. “Tuttavia restano difficili le condizioni di vita e di lavoro all’interno della struttura, e la notizia di oggi di sospensione immediata dal servizio da parte del Dap di 4 agenti per episodi verso detenuti ci ferisce e ci rammarica – continua la nota congiunta di Cenni, Marrucci e Morbis – Confidiamo nella rapida verifica da parte della magistratura e confidiamo nel corretto operato e nella professionalità degli appartenenti al corpo di polizia Penitenziaria nello svolgere il loro delicato lavoro e al tempo stesso chiediamo massima chiarezza nell’interesse di tutti. Non è un caso che da anni l’Amministrazione comunale ha individuato la figura del garante comunale dei detenuti, proprio per monitorare la situazione dei detenuti”.
“Così come torniamo a chiedere con forza che siano definitivamente affrontati i problemi di Ranza, dal sovraffollamento (il Ministero ci parla di 352 detenuti su 235 posti disponibili), al completamento della dotazione organica fino alla risoluzione definita della cronica assenza di una direzione stabile – continua Marrucci – Per parte nostra continueremo a non voltarci dall’altra parte e a denunciare le inefficienze della struttura. Con la nostra parlamentare Susanna Cenni chiederemo subito una nuova visita alla casa di reclusione”.
In una nota Donato Capece, segretario generale del Sappe, invita “tutti a non trarre affrettate conclusioni prima dei doverosi accertamenti giudiziari. Noi confidiamo nella magistratura perché la Polizia penitenziaria, a San Gimignano come in ogni altro carcere italiano, non ha nulla da nascondere”. “L’impegno del sindacato – spiega Capece – è sempre stato ed è quello di rendere il carcere una ’casa di vetro’, cioè un luogo trasparente dove la società civile può e deve vederci ’chiaro’, perché nulla abbiamo da nascondere ed anzi questo permetterà di far apprezzare il prezioso e fondamentale – ma ancora sconosciuto – lavoro svolto quotidianamente – con professionalità, abnegazione e umanità – dalle donne e dagli uomini della Polizia Penitenziaria. Negli ultimi 20 anni le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria hanno sventato, nelle carceri del Paese, più di 21mila tentati suicidi ed impedito che quasi 168mila atti di autolesionismo potessero avere nefaste conseguenze”.
Patrizio Gonnella di Antigone chiede che “a san Gimignano come a Monza si arrivi rapidamente alla definizione del processo nell’interesse della giustizia e della legalità”. “Nei casi di tortura – spiega in una nota l’associazione in prima linea nella difesa dei diritti dei detenuti – l’accertamento della verità è una corsa contro il tempo. Una corsa che deve essere facilitata dalle istituzioni. Una corsa che richiede la rottura del muro del silenzio da parte di tutti gli operatori che hanno visto gli abusi e le violenze. In questo caso siamo rinfrancati dalla prontezza del lavoro della magistratura e dalla collaborazione del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria”.
Spray in pista, confusione e un fuggi fuggi che ha provocato un bilancio di due persone contuse e di altre due intossicate. E’ successo nella notte a Milano alla discoteca ’Hollywood’, intorno alle due e mezza. Da una prima ricostruzione sembra che siano state due le persone a spruzzare una sostanza al peperoncino.