Parlare di fotografia con Enrico Duratorre ha il sapore della magnifica scoperta del vero senso della vita. Talento, dedizione e umiltà l’hanno portato a raggiungere traguardi notevoli. Fotografia e sociale sono, infatti, da sempre un binomio indissolubile nell’attività del fotografo pontino, che da qualche tempo sta portando avanti diversi laboratori di fotografia incentrati sull’aspetto emozionale, avvicinando ragazzi provenienti da diverse esperienze non sempre semplici, a quella che è una vera e propria arte visiva, rendendoli protagonisti.

- Enrico perché la scelta di unire fotografia e sociale?
L’inizio fu abbastanza casuale, fu il Presidente della Fondazione Fronzuto di Gaeta a chiedermi di organizzare un laboratorio per i suoi ragazzi, ma probabilmente lui e sicuramente io non sapevamo dove saremmo arrivati, infatti il primo laboratorio fu proprio un approccio blando alla fotografia con sei lezioni, ma poi da lì il laboratorio iniziò a decollare e con i ragazzi della Fondazione abbiamo lavorato tre anni, raggiungendo dei risultati assolutamente incredibili.
- Dopo Gaeta, anche Terracina?

Il laboratorio di Gaeta ha fatto parecchio parlare di sè e così l’Associazione Demetra di Terracina che aveva già fatto un laboratorio di fotografia incentrato sulla capacità di osservare e riprodurre gli angoli della città, curato da un’altra professionista, mi ha chiesto di portare da loro il mio laboratorio di fotografia delle emozioni. Un percorso che ha portato i ragazzi, non solo a conoscere le basi della fotografia di ritratto, ma anche i rudimenti della posa.
- Quali sono state le maggiori difficoltà?

Non è stato un percorso facile, perché nonostante i ragazzi di oggi sono abituati a scattare con gli smartphone, maneggiare una reflex con la sua imponenza ed il suo peso, ha messo abbastanza alla prova i ragazzi che inizialmente avevano quasi paura a maneggiarle.
Lentamente ho insegnato loro a maneggiare le macchine con decisione e senza paura, poi però è sorto il problema di andare in posa, perché li avrebbero dovuto mettersi in gioco senza filtri e raccontare se stessi.
Così ho lanciato la sfida ai ragazzi, scommettendo che se non fossi riuscito ad insegnar loro ad andare in posa, avrei pagato una cena, una battuta che ha sortito il suo effetto, perché alla fine della seconda lezione già tutti avevano provato a farsi fotografare.
Da quel momento è iniziato un percorso che ha stupito tutti, i ragazzi hanno iniziato a fotografarsi tra loro, curando la loro immagine, realizzando scatti incredibili che raccontano un percorso di crescita personale.
- Il laboratorio di fotografia possiamo, dunque, concludere che ha rappresentato anche un potente strumento di valorizzazione dell’autostima?
Il laboratorio ha stimolato i ragazzi facendo venir fuori una parte di loro fortemente nascosta, negli scatti si nota un grande cambiamento, le loro pose, le loro espressioni hanno avuto un profondo cambiamento, così i ragazzi hanno assunto una maggiore consapevolezza di se stessi e questo ha permesso di realizzare dei lavori straordinari che verranno presentati durante il festival “Musica in Libertà” che si terrà a Terracina preso la “Valle del Benessere” sede dell’Associazione Demetra, i prossimi 29 e 30 giugno a partire dalle ore 19.00.(*)

L’articolo dedicato al Festival è al link: https://www.internationalwebpost.org/terracina-tutto-pronto-per-la-iii-edizione-del-festival-musica-in-liberta/