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Francesco e il “pugno” duro contro la Pedofilia

E’ iniziata la “tolleranza zero” di Papa Francesco contro i casi di pedofilia e abusi sui minori che negli anni hanno pregiudicato nel mondo la sacralità della Chiesa Cattolica e dei suoi “pastori”.

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Un nuovo corso è iniziato in Vaticano, senza sconti per nessuno. Dopo il clamoroso arresto dell’ex Nunzio Apostolico polacco Jozef Wesolowski, Bergoglio ha provveduto nei giorni scorsi a rimuovere il Vescovo della diocesi di Ciudad del Este, la seconda città del Paraguay, Monsignor Rogelio Ricardo Livieres Plano. L’accusa è quella di aver coperto il vicario generale della diocesi imputato di gravi atti di pedofilia, abusi su minori e malversazioni. I primissimi casi di abusi sessuali da parte di sacerdoti della Chiesa Cattolica sono emersi negli Stati Uniti e in Canada nel corso degli anni 80. Negli anni novanta, in Irlanda le prime indiscrezioni hanno fatto luce su questo perverso fenomeno che ha sconvolto la Chiesa di Dublino.

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Nel 2009 sono emersi due “terrificanti” rapporti su accuse di pedofilia che hanno svelato la dimensione estesa degli abusi e che coinvolgevano migliaia di vittime. Nel rapporto emergevano le gravi responsabilità delle gerarchie ecclesiastiche di Dublino che avevano “coperto” alcuni prelati resisi colpevoli di questi reati.

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Poi l’Irlanda nel 2010 ha assistito ad un nuovo enorme scandalo in cui è emerso che il primate della Chiesa irlandese, il Cardinale Sean Brady fosse presente a incontri nel 1975 durante i quali venne chiesto ad alcune vittime di abusi sessuali di firmare un impegno a mantenere il silenzio a proposito delle gravi accuse mosse contro il prete pedofilo Brendan Smyth.

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In una visita alla Chiesa d’Irlanda, l’allora pontefice Joseph Ratzinger (Papa Benedetto XVI°) scrisse una lettera pastorale ai fedeli e cattolici d’Irlanda dove si scusava per la condotta amorale di alcuni esponenti ecclesiastici: “i preti pedofili– scriveva Benedetto XVI- dovranno rispondere dei loro abusi davanti a Dio onnipotente, come pure davanti ai tribunali debitamente costituiti”.

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Il 5 Aprile 2013, ad appena una ventina di giorni dall’elezione di Papa Francesco al soglio pontificio, Bergoglio decide immediatamente di prendere in mano il dossier sulla pedofilia lasciatogli da Papa Benedetto. L’eredità consegnatoli dal suo predecessore è la prima priorità per purificare la Chiesa Cattolica dopo anni di omissioni e insabbiamenti.

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Nel Febbraio del 2014, il durissimo attacco dell’Onu contro il Vaticano. “La Santa Sede ha permesso abusi su migliaia di bambini”. In un rapporto del Comitato Onu sui diritti dell’infanzia, diffuso dall’ufficio delle Nazioni Unite di Ginevra, si chiede che vengano “immediatamente rimossi” e consegnati alle autorità civili tutti i prelati coinvolti in abusi su minori o sospettati di esserlo.

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L’11 Aprile di quest’anno Francesco quando incontra gli operatori cattolici che si occupano dei diritti dei fanciulli chiede scusa a nome della Chiesa con queste parole: “mi sento chiamato a farmi carico e a chiedere perdono per il male che alcuni sacerdoti hanno compiuto per gli abusi sessuali sui bambini”. Con queste affermazioni assicura al mondo che “non verrà fatto alcun passo indietro nel trattare il problema e nell’applicare le sanzioni”.

La tolleranza zero di Papa Francesco è appena iniziata.

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Data:

1 Ottobre 2014