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FRANCIA, SCADUTO TERMINE CANDIDATURE – Si ritirano in 218 per fermare Rassemblement National – Le Pen che accusa Macron: “Golpe amministrativo contro volontà elettori”.

Schierato in Francia il ‘fronte anti Le Pen’. Sarebbero 218 i candidati che si sono ritirati in vista del secondo turno delle legislative del 7 luglio in Francia. Alle 18 di oggi 2 luglio, ora ultima per presentare o meno la candidatura in vista del voto di domenica prossima che potrebbe consegnare le redini del Paese al Rassemblement National di Marine Le Pen e Jordan Bardella e il governo all’estrema destra, Le Monde ha contato 218 ‘ritiri’, 130 dei quali da parte della sinistra e 82 nel campo della coalizione presidenziale (Ensemble).

Dopo l’avanzata del RN al primo turno di domenica scorsa si sono moltiplicati gli appelli alla “desistenza” per favorire gli aspiranti deputati che avrebbero più possibilità di battere i lepenisti.

Bardella: “Siamo noi il vero fronte repubblicano”

“Oggi il vero fronte repubblicano siamo noi”. Così a ‘Le Figaro’ il leader del Rassemblement National, Jordan Bardella, a cinque giorni dal secondo turno delle elezioni legislative anticipate in Francia. “Se i francesi lo vorranno, avremo una maggioranza assoluta – scrive su X il delfino di Marine Le Pen rilanciando l’intervista – A differenza dei nostri avversari che vogliono solamente impedirci di vincere, noi abbiamo un’ambizione e un progetto per il Paese”.

Marine Le Pen ha accusato di “colpo di Stato amministrativo” il presidente francese Emmanuel Macron per le “voci” che circolano sulla volontà del capo dell’Eliseo di voler “contrastare il voto degli elettori, i risultati delle elezioni” formando un governo di coalizione. Intervistata da France Inter, Le Pen ha detto che Macron vuole ”impedire di realizzare la politica che i francesi vogliono”.

In uno sforzo di ‘delepenizzare’ il voto di ballottaggio di domenica, alla ricerca dei consensi della destra moderata ma anche della sinistra più oltranzista ma contraria all’estrema destra, Le Pen assicura che non entrerà a fare parte di un eventuale governo di Jordan Bardella, non si candiderà per la presidenza dell’Assemblea nazionale, e che rispetterà il ruolo di premier del 28enne presidente del Rassemblement National.

Le Pen ha quindi ammesso che, per formare un governo, sarà necessaria la maggioranza dei seggi. “E’ evidente che non possiamo accettare di andare al governo se non possiamo agire. Noi vogliamo governare”, ha affermato”, ai microfoni di France Inter.

In attesa certo del voto per le elezioni presidenziali, ha precisato che nei prossimi anni si limiterà di fare la capogruppo dei deputati di Rn e non ha precisato invece se aderirà il nuovo gruppo europeo di Viktor Orban, riservandosi di prendere una decisione dopo il risultato del ballottaggio di domenica. “Siamo concentrati su una elezione fondamentale per il futuro del Paese”.

Eliseo a Le Pen: “Golpe amministrativo? Serve sangue freddo”

L’Eliseo replica alle accuse di “golpe amministrativo”. “Avere responsabilità suppone sangue freddo e moderazione“, afferma la presidenza in una nota trasmessa a Le Figaro in cui viene richiamato “l’articolo 13 della Costituzione” sulle nomine da parte del capo di Stato. “Da 66 anni ogni settimana ci sono nomine e movimenti, in particolare in estate, indipendentemente dalle fasi politiche vissute dalle nostre istituzioni e non è previsto in alcun modo che una di queste disposizioni possa cambiare nei prossimi mesi”, aggiungono dall’Eliseo. La scorsa settimana erano già passate diverse nomine in Consiglio dei ministri. E la presidenza insiste anche su un’altra prerogativa del capo di Stato, richiamando l’articolo 8 della Costituzione secondo cui l’unico “in grado di nominare un premier e il suo governo è il presidente della Repubblica” e lo farà, “come ha indicato, dopo le elezioni legislative sulla base della composizione dell’Assemblée Nationale che i francesi eleggeranno”.

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Data:

3 Luglio 2024