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FRANCIA, TRANSIZIONE ECOLOGICA TIRA IL FRENO

A sorpresa, la Francia torna al carbone… ma solo per un breve lasso di tempo, utile a gestire la transizione verso una produzione di energia più green. Ad annunciarlo è stato lo stesso governo francese; il decreto è stato già pubblicato in Gazzetta ufficiale. Ma tale misura resterà circoscritta al mese attualmente in corso e “non cambierà il calendario per la chiusura delle centrali a carbone”, come aveva sottolineato il ministero della transizione ecologica già a gennaio. L’esigenza nasce dall’attuale pressione sulla produzione di elettricità: parco nucleare, che fornisce il 70% della corrente, non riesce più a soddisfare il fabbisogno del paese.

Occorre precisare che la produzione dovrebbe attenersi alle linee guida della legge sul clima varata nel 2019; pertanto, per quel che concerne le emissioni, non dovranno essere superate le 0,7 chilotonnellate di biossido di carbonio in un anno (che vengono prodotte in circa 700 ore di funzionamento annuale). Stando a quanto affermato dalle autorità, tuttavia, il tetto è ampliato a una chilotonnellata fino alla fine di febbraio per coprire il picco di consumi invernale. “Questo corrisponde a circa 1.000 ore di funzionamento durante questo periodo” spiega il governo, che aveva promesso di dismettere le ultime centrali a carbone entro l’anno.

Gli impianti di Le Havre e Gardanne sono già stati chiusi e l’impianto di Saint-Avold chiuderà come previsto nella primavera del 2022” aveva annunciato il ministero della transizione ecologica nel gennaio scorso. La centrale di Cordemais (Loire-Atlantique), considerato il nuovo stato dell’arte, potrebbe continuare a funzionare fino al 2024, data in cui il reattore nucleare Epr di Flamanville sarà messo in funzione.

Data:

6 Febbraio 2022