Tensioni e scontri a Sainte-Soline, comune di 379 abitanti nel dipartimento di Deux Sevres, nella regione della Nuova Aquitania, nel cuore della Francia. Qui è in costruzione un mega-bacino idrico, nell’ambito di un controverso progetto per raccogliere le acque per irrigare i campi delle colture intensive e contrastare la siccità. La stampa francese ne parla come dei “bacini della rabbia”: negli ultimi due anni, questi “serbatoi sostitutivi” sono diventati il simbolo della lotta contro “la monopolizzazione dell’acqua da parte dell’agrobusiness”, secondo gli oppositori.
La protesta contro questi “mega-bacini” non è nuova. A Sainte-Soline come nella maggior parte degli altri territori interessati va avanti fin dal febbraio 2017, data di inizio dell’inchiesta pubblica relativa alla creazione di 19 bacini – numero che sarà poi rivisto al ribasso, scendendo a 16, per un totale di sei milioni di metri cubi – detti di “sostituzione” e dedicati all’irrigazione nel bacino del Sèvre Niortaise e del Mignon. Protesta tramutatasi in rabbia nello scorso ottobre, quando per la prima volta a Sainte-Soline si sono registrati scontri tra oppositori e polizia. All’epoca, il ministro dell’Interno Gerald Darmanin parlò di un “raduno molto violento” – 61 gendarmi rimasero feriti, “22 dei quali in modo grave” – e denunciò l’”ecoterrorismo” di alcuni dei manifestanti.
Negli scontri odierni, scoppiati tra manifestanti e polizia attorno alla contesa riserva idrica in costruzione a Sainte-Soline (Deux-Sèvres), sono almeno cinquanta i feriti, dei quali uno in modo grave, dove migliaia di persone si sono mobilitate nonostante il divieto di assembramento.
“Ci sono molti feriti, diverse decine, direi almeno una cinquantina di feriti con alcuni feriti gravi”, ha detto a Bfmtv Léna Lazare del movimento Soulèvements de la Terre mentre sui media francesi si rincorrono le notizie da Sainte-Soline. Secondo Le Monde, nella zona è tornata una “relativa calma” dopo scontri violenti tra manifestanti – che hanno usato petardi e molotov, come denunciato dalla gendarmeria – e forze dell’ordine, ricorse a lacrimogeni, granate stordenti e all’uso di un cannone ad acqua.
Il collettivo Bassines non merci, tra gli organizzatori della mobilitazione, scrive su Twitter di diversi manifestanti “feriti in modo grave”, mentre Soulèvements de la Terre ha denunciato difficoltà nei soccorsi. Secondo Bfmtv, si contano anche almeno 16 feriti tra gli agenti della gendarmeria, uno dei quali è grave.
“Diversi agenti della gendarmeria sono rimasti feriti”, ha confermato a il tenente colonnello Nassima Djebli, portavoce della gendarmeria. Secondo le notizie riportate da Le Figaro, cinque mezzi della gendarmeria sono stati distrutti dalle fiamme.
Il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, ha sottolineato su Twitter “la violenza contro i nostri gendarmi da parte dell’estrema sinistra a Sainte-Soline: indicibile, insopportabile. Nessuno dovrebbe tollerare questo”.
A partire dalle 13,30, i dintorni del bacino sono stati scossi da numerose esplosioni. Nella tarda mattinata aveva cominciato a sfilare un lungo corteo, formato da almeno 6.000 persone, secondo la prefettura, circa 30.000 secondo gli organizzatori – il collettivo delle associazioni Bassines non merci, il movimento ambientalista delle Rivolte della Terra e della Confederazione contadina. “L’obiettivo è avvicinarsi e accerchiare il bacino per fermare il cantiere “, ha detto un membro delle Rivolte della Terra all’inizio del corteo. Per fronteggiare i manifestanti, sono stati mobilitati più di 3.000 gendarmi e agenti di polizia.