Spegnere la fiamma tricolore o lasciarla divampare ancora? Questo è il dibattito che ha acceso Fratelli d’Italia, dopo le parole del ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani. Ciriani ha suggerito che, per guardare al futuro, potrebbe arrivare il momento di dire addio allo storico simbolo ereditato dal Movimento Sociale Italiano (MSI). Le sue dichiarazioni, pubblicate dal ‘Foglio’ e rilasciate a Stresa, hanno scatenato un acceso dibattito interno al partito.
Le Parole di Ciriani
Ciriani, un fedelissimo di Giorgia Meloni, ha dichiarato: “Se vogliamo andare avanti, e noi certamente vogliamo guardare avanti cioè al futuro, allora arriverà anche il momento di spegnere la fiamma”. Questa affermazione ha sollevato molte domande tra i membri del partito, con alcuni che si chiedono se Ciriani abbia lanciato il sasso nello stagno su input della premier per vedere l’effetto che fa, o se sia stata una sua iniziativa personale.
Reazioni e Divisioni
Il tema ha diviso il partito. Alcuni considerano quella di Ciriani una ‘fuga in avanti’ da derubricare a boutade, mentre altri la vedono come uno spunto di riflessione politica che inevitabilmente porterà ad affrontare e risolvere il tabù legato al dilemma ‘fiamma sì, fiamma no’. Guido Crosetto aveva sollevato la questione nel gennaio 2019, provocando un polverone di polemiche.
Opinioni Contrarie
Il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, si oppone fermamente all’idea di spegnere la fiamma. “Parliamo di una storia antica che ha vinto, diversamente da altre che sono state sotterrate in pochi decenni. Quasi il 30 per cento degli italiani ha messo una croce sul nostro simbolo, che contiene la fiamma tricolore”, ha dichiarato Rampelli. Anche il senatore Roberto Menia condivide questa posizione, definendo la fiamma tricolore il simbolo della sua vita.
Apertura al Cambiamento
Tuttavia, molti esponenti di spicco del partito sono aperti a una modifica del simbolo. Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha dichiarato: “Anche il mondo finirà prima o poi…”. La Russa aveva depositato nel 2012 uno dei primi vessilli di FdI senza la fiamma, ma con la dicitura “centrodestra nazionale” accompagnata da un cordino tricolore. Il capogruppo alla Camera, Tommaso Foti, ha affermato che, quando l’argomento sarà posto nelle competenti sedi politiche, non vi sarà difficoltà ad affrontarlo.
Cosa Guadagna e Cosa Perde il Partito
Il giurista Gabriele Maestri, esperto di simboli di partito, ha analizzato le possibili conseguenze di un eventuale addio alla fiamma tricolore. Secondo Maestri, i militanti dalla storia più lunga potrebbero sentirsi mutilati, ma difficilmente abbandonerebbero il partito solo per questo. Per i simpatizzanti di FdI che hanno iniziato a votare Meloni in un secondo momento, il superamento della fiamma potrebbe essere un elemento positivo, eliminando un argomento spesso utilizzato contro il partito.
La Figlia di Almirante Attacca
Giuliana de’ Medici Almirante, figlia dello storico leader missino Giorgio Almirante, ha espresso il suo disappunto per l’idea di spegnere la fiamma. “Ci stanno prendendo in giro con questa fiammella”, ha dichiarato Giuliana, attuale segretario generale della Fondazione Almirante. Ha sottolineato che chi vuole spegnere la fiamma vuole dimenticare il passato e la figura di Almirante, definendo questa proposta un’apripista per vedere che succede.
Conclusioni
Il dibattito sulla fiamma tricolore all’interno di Fratelli d’Italia è tutt’altro che risolto. Mentre alcuni membri del partito vedono la fiamma come un simbolo storico e irrinunciabile, altri sono aperti a un cambiamento per guardare al futuro. La questione rimane aperta e sarà interessante vedere come evolverà nei prossimi mesi.