“Tutto è energia, non c’è altro da aggiungere. Fate corrispondere le frequenze di guarigione alla realtà che desiderate e non potrete fare altro che ottenerla. Non può esserci altro modo. Questa non è filosofia, è fisica”.
Qualche anno fa girava questo aforisma, attribuito erroneamente al grande Einstein. Utilizzare nomi famosi a sostegno delle proprie teorie filosofiche è un po’ di moda nei nostri tempi. Alla lunga ciò non porta buon nome a chi le diffonde. Come suol dirsi le bugie hanno le gambe corte, causando discredito anche per ciò che di buono ci sarebbe in quello che si afferma.
Mi permetto, comunque, di riprendere questa “inesattezza” per riaprire il discorso – a me caro, come sa chi mi legge – del potere terapeutico dei suoni e di tutte le frequenze presenti nell’universo (comprese quelle fotoniche) che risultano compatibili con quelle del nostro organismo a scopi di rigenerazione e benessere.
Tra le tante ricerche e i numerosi studi realizzati sull’argomento negli ultimi due secoli, uno mi ha attratto in modo particolare facendo risuonare in me (è proprio il caso di dirlo) curiosità ed interesse.
Mi riferisco ai cosiddetti “toni di solfeggio”.
Si tratta di sei suoni appartenenti ad un’antica scala che veniva utilizzata nel canto gregoriano del lontano Medioevo. Questa scala musicale fu “inventata” dal monaco Guido D’Arezzo (intorno all’anno Mille) che prese la prima nota di ogni versetto (che saliva via via di tono) dell’allora eseguitissimo “Inno a S.Giovanni”. Denominò poi questi suoni con la sillaba iniziale del versetto, dando origine a quelle note (almeno come nomi) che oggi usiamo nel mondo, a parte qualche piccola integrazione e sostituzione aggiunta nel tempo.
Negli anni settanta del 900 gli studiosi Joseph Puleo e Leonard Horowitz realizzarono approfondimenti sugli effetti di questi sei suoni a contatto col nostro corpo. Mediante uno studio approfondito sulla numerologia, Puleo “distillò” da quelle note, sei suoni “puri” applicando la riduzione teosofica sui numeri delle loro frequenze. Essa – che la maggior parte di noi profani conosce sottoforma di giochi, indovinelli o esercizi di matematica – consiste nel ridurre ad un solo numero un numero grande, sommandone più volte i singoli numeri che lo compongono. I due studiosi giunsero così alla conclusione che 3, 6 e 9, erano le vibrazioni fondamentali delle frequenze solfeggio. Successivamente completarono la scala aggiungendo altri 3 toni.
A queste frequenze “magiche” (corrispondenti, tra l’altro, alla geometria sacra del Codice da Vinci) sono state attribuite particolari virtù terapeutiche in grado di potenziare e sbloccare attitudini comportamentali funzionali alla realizzazione storica dell’individuo.
Per comprendere bene questo discorso bisogna ricordare che il nostro sistema musicale moderno non è sincronizzato con le armonie naturali dell’universo. Nel medioevo il sistema di accordatura era quello pitagorico, che si basava sull’intervallo di 5ª pura. Si procedeva di 5ª pura in 5ª pura fino ad accordare tutte le note della scala. Per comprendere bene, specifico che un intervallo (la distanza tra due suoni) è puro, o “naturale“, quando il rapporto tra le frequenze delle sue due note è uguale a una frazione di numeri interi semplici.
Con l’avvento dell’“artificiale” sistema temperato – introdotto da J.S. Bach alla fine del 1600 per semplificare l’utilizzo degli strumenti a tastiera – si è perduta la connessione col mondo dei suoni “naturali”. Ciò ha determinato interferenze nel rapporto tra la nostra fisiologia e la musica che attualmente pratichiamo.
Secondo la teoria dei suoni solfeggio, infatti, la nostra scala moderna può creare situazioni patologiche, in quanto generatrice di pensieri stereotipati e ripetitivi, emozioni soffocate, represse e scarsamente coscientizzate, che si trasformano poi in sintomi fisici che portano a disagi e malattie.
Mi fermo qui in quanto il discorso è molto complesso e tecnico, ma questo mio articolo – che ho cercato di semplificare al massimo – non vuole essere altro che uno spunto di riflessione e curiosità per approfondire questo affascinante tema attraverso fonti più idonee e autorevoli. Buona ricerca…