The exhibition itinerary of the Gallerie d’Italia in Piazza Scala “From Canova to Boccioni. The collections of the Cariplo Foundation and Intesa Sanpaolo” cross a whole century of art history: the nineteenth century Italian.
The route begins with a magnificent sequence of thirteen plaster bas-reliefs by Antonio Canova, inspired by Homer, Virgil and Plato, owned by the Cariplo Foundation, and ends emblematically with four masterpieces by Umberto Boccioni (including “Tre donne” and “Officine a Porta Romana” of 1909-1910), belonging to the artistic heritage of Intesa Sanpaolo, fundamental for understanding the decisive transition from Divisionism to Futurism.
The protagonist is the nineteenth-century painting of Lombardy, represented by paintings that testify how Milan was in that century the greatest Italian artistic center, interpreting the demands of a rapidly changing society and the aspirations of a nation in the process of formation.
The civil dimension of Romanticism finds its maximum expression in the historical paintings of Francesco Hayez, of whom the Museum houses fundamental works. The monumental paintings of battles by Gerolamo Induno and Sebastiano De Albertis confirm, in their moving epic thrust, the decisive contribution of Lombard painting to the national Risorgimento. Alongside these examples of historical subjects, the sections of the Museum reconstruct the vicissitudes of other pictorial genres – the urban view, the perspective painting, the landscape, the scenes of popular life – that have been consacrated by exhibits and collectors as the expression of modern life.
The paintings of Giuseppe Molteni, Giovanni Migliara, Luigi Bisi, Giuseppe Canella, Luigi Premazzi and Angelo Inganni represent the real rediscovery of an important pictorial season, that of Lombard Romanticism, still little known and not adequately considered. But they also document in an exceptional way the image and transformations of the city, represented not only in its solemn monumental center, the Duomo, but also in the daily liveliness of its popular neighborhoods, along the banks of the Navigli that no longer exist today.
With Domenico and Gerolamo Induno the Naturalism opens up, dominating, especially in landscape painting, the second half of the century, becoming the premise of Divisionism experimented by Giovanni Segantini, Filippo Carcano, Giovanni Sottocornola, Angelo Morbelli. Not lacking, thanks to the presence of works by Giovanni Boldini, Telemaco Signorini, Lorenzo Delleani, Federico Zandomeneghi, Vincenzo Irolli, Antonio Mancini, the possibility of a comparison with the most innovative experiences of other Italian centers, between the Florence dei Macchiaioli, Turin and Naples.
Of particular interest for the importance and quality of the works on display is the section dedicated to Symbolism which, between the nineteenth and twentieth centuries, dominated the Italian art scene with results of European level. As witnessed by the paintings still linked to the transfiguration of the everyday life of Luigi Rossi, Emilio Gola and Leonardo Bazzaro, the masterpieces of Angelo Morbelli, Filippo Carcano and Gaetano Previati bear witness to the new divisionist technique. They appear characterized by a modern visionary force, which in the monumental surfaces painted by Giulio Aristide Sartorio, the painter of Parliament, protagonist of the great official decoration, becomes an allegory and sumptuous celebration – in the reference to Fidia and Michelangelo – of the classical tradition.
Mostre in corso presso le Gallerie d’Italia di Milano
Da Canova a Boccioni. Le collezioni della Fondazione Cariplo e di Intesa Sanpaolo
Il percorso espositivo delle Gallerie d’Italia di Piazza Scala “Da Canova a Boccioni. Le collezioni della Fondazione Cariplo e di Intesa Sanpaolo” attraversa un intero secolo di storia dell’arte: l’Ottocento italiano.
Il percorso ha inizio con una magnifica sequenza di tredici bassorilievi in gesso di Antonio Canova, ispirati a Omero, Virgilio e Platone, di proprietà della Fondazione Cariplo, e si conclude altrettanto emblematicamente con quattro capolavori di Umberto Boccioni (tra cui “Tre donne“e “Officine a Porta Romana” del 1909-1910), appartenenti al patrimonio artistico di Intesa Sanpaolo, fondamentali per comprendere il decisivo passaggio dal Divisionismo al Futurismo.
Protagonista è la pittura dell’Ottocento lombardo, rappresentata da dipinti che testimoniano come Milano sia stata in quel secolo il maggiore centro artistico italiano, interprete delle istanze di una società in rapida trasformazione e delle aspirazioni stesse di una nazione in via di formazione.
La dimensione civile del Romanticismo trova la sua massima espressione nei quadri storici di Francesco Hayez, del quale il Museo ospita opere fondamentali. I monumentali dipinti di battaglie di Gerolamo Induno e di Sebastiano De Albertis confermano, nel loro commovente slancio epico, il contributo decisivo della pittura lombarda al Risorgimento nazionale. Accanto a questi esempi di soggetti storici, le sezioni del Museo ricostruiscono le vicende degli altri generi pittorici – la veduta urbana, la pittura prospettica, il paesaggio, le scene di vita popolare – che sono stati consacrati dalle esposizioni e dai collezionisti come l’espressione della vita moderna.
I dipinti di Giuseppe Molteni, Giovanni Migliara, Luigi Bisi, Giuseppe Canella, Luigi Premazzi, Angelo Inganni rappresentano la vera e propria riscoperta di una importante stagione pittorica, quella del Romanticismo lombardo, ancora poco nota e non adeguatamente considerata. Ma documentano anche in maniera eccezionale l’immagine e le trasformazioni della città, rappresentata non solo nel suo solenne centro monumentale, il Duomo, ma anche nella vivacità quotidiana dei suoi quartieri popolari, lungo le rive dei Navigli che oggi non esistono più.
Con Domenico e Gerolamo Induno si apre il Naturalismo che domina, soprattutto nella pittura di paesaggio, la seconda metà del secolo, diventando la premessa del Divisionismo sperimentato da Giovanni Segantini, Filippo Carcano, Giovanni Sottocornola, Angelo Morbelli. Non manca, grazie alla presenza di opere di Giovanni Boldini, Telemaco Signorini, Lorenzo Delleani, Federico Zandomeneghi, Vincenzo Irolli, Antonio Mancini, la possibilità di un confronto con le esperienze più innovative di altri centri italiani, tra la Firenze dei Macchiaioli, Torino e Napoli.
Di particolare rilievo per l’importanza e la qualità delle opere esposte è la sezione dedicata al Simbolismo che, tra Ottocento e Novecento, ha dominato la scena artistica italiana con risultati di livello europeo. Lo testimoniano, accanto ai dipinti ancora legati alla trasfigurazione della realtà quotidiana di Luigi Rossi, Emilio Gola, Leonardo Bazzaro, i capolavori di Angelo Morbelli, Filippo Carcano e Gaetano Previati, realizzati con la nuova tecnica divisionista. Appaiono caratterizzati da una moderna forza visionaria, che nelle monumentali superfici dipinte da Giulio Aristide Sartorio, il pittore del Parlamento protagonista della grande decorazione ufficiale, diventa allegoria e sontuosa celebrazione – nel richiamo a Fidia e a Michelangelo – della tradizione classica.