Prosegue la fuga da X, il social network di Elon Musk, ex Twitter, anche in ragione della discesa in campo politica del noto imprenditore sudafricano, che si è schierato al fianco di Donald Trump. Sono diverse le società, i personaggi pubblici e le aziende che, come forma di protesta, hanno deciso di sospendere o chiudere il proprio profilo perché in disaccordo con le scelte politiche perseguite dal suo proprietario.
Fa specie che lo stesso Donald Trump abbia avuto un rapporto di amore-odio con l’originario Twitter, utilizzato in maniera ritenuta controversa soprattutto in occasione dei fatti di Capitol Hill. Le sue dichiarazioni causarono dapprima la sospensione, poi la cancellazione del suo account. L’episodio, che sollevò ampi dibattiti sulla libertà di espressione all’interno dei social media, causò lo sviluppo e la nascita di una nuova piattaforma del tutto simile a Twitter, gestita direttamente da Trump e denominata “Truth”. Oggi, a distanza di soli tre anni, tutto è cambiato e X, Musk e Trump sono in completa armonia.
Tra i numerosi addii, ha fatto scalpore la posizione del noto quotidiano britannico The Guardian, che in un ultimo post ha dichiarato di non voler più condividere alcun contenuto sulla piattaforma, spiegando che “la campagna elettorale presidenziale americana è servita solo a sottolineare ciò che consideravamo da molto tempo: che X è una piattaforma mediatica tossica e che il suo proprietario, Elon Musk, è stato in grado di usare la sua influenza per modellare il discorso politico”.
L’acquisto di Twitter non si è rivelato apparentemente un investimento redditizio. In soli 2 anni l’imprenditore, che aveva pagato la piattaforma 44 miliardi di dollari, si è ritrovato tra le mani un prodotto il cui valore è sceso dell’80%, attualmente stimato “solo” 9,4 miliardi di dollari.
La parabola discendente raggruppa il numero degli account, gli accessi per singolo paese, i guai con i tribunali in alcuni importanti Paesi (Brasile su tutti), gli investimenti pubblicitari che giorno per giorno vengono meno, il disappunto dilagante sulle scelte operate a livello tecnico e, per lo più, su una morale disattesa. Lo stesso Musk rilevò il social network nel desiderio dichiarato di promuovere quella libertà di espressione che riteneva non pienamente perseguita, mentre oggi viene egli stesso accusato di influenzarlo politicamente, promuovendo contenuti e punti di vista in linea con le opinioni personali. A ciò si aggiunge l’accusa di disinformazione, causata dalla ridotta moderazione dei post, scelta che ha portato l’aumento di contenuti controversi e che ha generato il timore che la piattaforma sia meno sicura.
Elon Musk è un personaggio tra i più controversi del nostro secolo, dalle indubbie capacità imprenditoriali, che lo hanno assurto a leader della propria classe. Ambizioso, visionario, si è mostrato sempre deciso nel voler raggiungere i propri obiettivi, prescindendo anche da un profitto immediato, seguendo visioni che superavano i limiti tecnici o finanziari. È esempio di come con l’impegno e la perseveranza possa essere raggiunto qualsiasi risultato.
Ed ha continuato a mostrare lungimiranza, affiancando il candidato che ha vinto nonostante le avversità, guadagnandosi un posto nel prossimo governo che non a caso si attaglia alle proprie competenze. Alla guida del nuovo Dipartimento per l’efficienza governativa, quest’uomo impulsivo, provocatorio, esigente, creativo, potrà delineare una nuova filosofia nell’apparato statale, in linea con il programma di Trump di una nuova America.
Al netto delle accuse, la scelta di Elon Musk di acquisire anche un social network ha contribuito ad incrementare la sua popolarità e la scelta politica effettuata si è di fatto rivelata una mossa imprenditoriale. Si è pertanto palesato un suo nuovo, importante successo, nel quale nessuno credeva, tranne lo stesso, lungimirante, Musk.