Sono tanti i testimoni che hanno affermato di avere assistito al fenomeno del “fuoco fatuo”: la manifestazione improvvisa di fiammelle tra le lapidi sepolcrali, sopratutto nei cimiteri più antichi e tra le sepolture interrate.
Queste fiamme si presentano solitamente di colore bluastro e sono dovute alla naturale combustione dei gas sprigionati dal processo di decomposizione organica degli elementi, nulla di paranormale in pratica, un fenomeno assolutamente naturale che per secoli è stato ritenuto, colpa dell’ignoranza in materia, la prova dell’esistenza dell’anima umana in grado di sopravvivere alla morte.
Alla base del fenomeno, tutt’altro che anomalo, vi è l’ossidazione del fosfato e del metano, prodotti dalla decomposizione anaerobica del carbonio organico. La fuoriuscita di questi gas dal sottosuolo scatena una reazione chimica degli stessi con l’ossigeno presente nell’atmosfera che, a determinate condizioni, può provocare una luce splendente dovuta a chemiluminescenza: il famoso fuoco fatuo.
Con il termine chemiluminescenza si intende l’emissione di radiazione luminosa nell’ambiente in seguito ad una reazione chimica tra due o più reagenti, nello specifico i fuochi fatui sono freddi, non possono incendiare l’ambiente circostante.
Questa doverosa premessa, utile a spiegare razionalmente la maggior parte dei fenomeni luminosi che in passato furono classificati come di origine paranormale, non è sufficiente ad escludere l’eventuale presenza di altri fenomeni simili scientificamente ignoti e che a buon titolo potremmo collocare nella sfera del “sovrannaturale”.
In Giappone ad esempio, in cui il folklore è ancora alla base di usanze e festività molto sentite e vissute dalla popolazione, sono moltissime le leggende che citano manifestazioni spiritiche nelle quali il presunto spettro apparirebbe sotto forma di sfera luminosa o fiammella.
Non solo, tali manifestazioni potrebbero anche essere causate da entità demoniache capaci di produrre fenomeni fisici come fulmini, uragani, fiamme e sfere luminose, è un’infinità di altre manifestazioni che sarebbe fuori luogo elencare in tale contesto..
Credo sia doveroso citare i famosi “fuochi di volpe” (Kitsunebi), che secondo le credenze giapponesi sarebbero fiamme prodotte dagli “spiriti volpe” (Kitzume), esseri astuti ed imprevedibili sempre pronti a vessare il malcapitato di turno.
Non è un caso se la maggior parte degli spiriti Giapponesi hanno sembianze animali, del resto si tratta di un popolo che ha a lungo vissuto in una condizione quasi simbiotica con la natura.
I Kitsunebi apparirebbero di notte come lanterne nell’oscurità, il loro numero crescerebbe in maniera esponenziale alla vista del testimone, e poi scomparirebbero all’istante e senza lasciare traccia.
Il loro colore varierebbe così come le loro caratteristiche:
- I Kitsunebi di colore rossastro potrebbero dar origine a veri e propri incendi.
- I Kitsunebi di colore bluastro sarebbero ritenuti più nefasti, non emanerebbero calore e creerebbero un atmosfera lugubre. Questi ultimi sono spesso associati all’anima del defunto e sarebbero ritenuti portatori di disgrazie e malattie.
Mentre i “Fuochi di volpe” sarebbero fenomeni paranormali associati all’azione di un demone della cultura giapponese, sempre il folklore di questa bella e affascinante nazione ci rivela dell’esistenza degli “Hitodama”, un tipo di fuoco fatuo direttamente associato alle anime dei defunti.
Di colore verdastro, non troppo luminose, queste sfere apparirebbero nei cimiteri e a differenza dei fuochi di volpe (simili a fiammelle) sarebbero sfere perfette e dotate di una scia luminosa simile ad una piccola coda.
Molti “Manga” (fumetti giapponesi) riportano la rappresentazione dello spettro, dell’anima del caro defunto, proprio sotto forma di “Hitodama”.
Tornando in Italia, ritengo doveroso sottolineare che, in molte zone alpine e prealpine, è ancora diffusa la credenza che associa i fuochi fatui alle anime di persone avare e per questo dannate a vagare per l’eternità conservando quell’aspetto evanescente.
In Svizzera invece si credeva, in alcune zone, che i fuochi fatui fossero spiriti portatori di malattie e pestilenze, un significato negativo simile a quello che in Giappone è associato alla comparsa del fuoco di volpe azzurro.
Considerando la descrizione scientifica del fuoco fatuo, riportata all’inizio di questo articolo, è lecito supporre che in alcune aree rurali ricche di materiale organico in decomposizione, magari non visibile ma ben presente nel sottosuolo o negli acquitrini, alle fiammelle sprigionate dalla decomposizione seguivano eventuali malattie dovute proprio ai batteri provenienti dalla putrefazione organica. Quindi l’associazione tra le fiammelle azzurre e l’arrivo di un periodo nefasto ricco di malattie sarebbe da considerarsi tutt’altro che improbabile se si leggesse il folklore in chiave razionale.
Detto ciò occorre ammettere che il mistero permane, non tutto è spiegabile razionalmente.
Esistono particolari descrizioni legate al fenomeno delle sfere luminose che farebbero escludere qualsiasi legame con il fenomeno fisico di origine naturale, se pur descritto in chiave romanzata e allegorica.
In base a numerose testimonianze, queste sfere luminose potrebbero:
- spostarsi sull’acqua con movimenti circolari, a volte dando vita a spettacoli mozza fiato;
- muoversi nei boschi, tra i tronchi degli alberi, in maniera intelligente ed evitando gli ostacoli;
- Seguire il testimone restando a distanza, o fuggire da quest’ultimo dimostrando di possedere una forma di intelligenza.
Restando nell’ambito delle ipotesi, visto che non esistono prove concrete a sostegno di queste testimonianze, da considerarsi tutt’al più leggende metropolitane, se le stesse dovessero far riferimento a fenomeni effettivamente visti e quindi esistenti, sarebbe difficile collocarli nell’ambito del “normale”, troverebbero invece la giusta collocazione tra i fenomeni impropriamente detti del paranormale.
Nel corso dei miei studi ho cercato più volte di porre l’attenzione sulle similitudine tra il fenomeno delle sfere di luce intese nell’ottica del paranormale, quindi come azione di entità spiritiche, ed il fenomeno del fulmine globulare (Si tratta di un piccolo globo luminoso, di forma pressoché sferica e di diametro variabile, fermo o, più frequentemente, in rapido e casuale movimento. Si può avvistare sia in presenza sia in assenza di temporali).
Tra il fenomeno plasmatico del fulmine globulare, e la presunta manifestazione spiritica che si presenterebbe sotto forma di sfera luminosa, è possibile rintracciare le seguenti similitudini:
- Capacità di attraversare la materia (tranne il metallo);
- Capacità di apparire improvvisamente sia all’aperto che in luoghi chiusi;
- Capacità di scomparire improvvisamente lasciandosi dietro un forte odore;
Non è mia intenzione affermare che tutte le manifestazioni descritte come sfere luminose ritenute di origine paranormale siano giustificabili con il fenomeno del fuoco fatuo o con quello del fulmine globulare, ma nell’ambito di una vera ricerca tali realtà non possono né devono essere ignorate.
Il mistero legato ai fuochi fatui e alle sfere di luce ha ancora ragione di essere considerato tale?
A mio avviso si, ma non tutto ciò che non è immediatamente comprensibile deve essere considerato, per forza di cose, di origine paranormale.
In poche parole, e senza escludere l’esistenza di fenomeni scientificamente inspiegabili, occorre ammettere che questo paranormale è spesso più normale di ciò che sembra.