I ministri degli Esteri del G7, riuniti in Canada, hanno dimostrato un’unità che alla vigilia sembrava tutt’altro che scontata. Nonostante le tensioni tra Stati Uniti ed Europa, che avevano fatto ipotizzare l’assenza di un documento finale, i Sette Grandi sono riusciti a trovare un compromesso che ha salvato la riunione. Decisiva è stata la spinta del Canada, determinato a evitare un flop nel primo evento sotto la sua presidenza e a proiettare un’immagine di coesione in un momento di rapporti non idilliaci con Washington.
L’Intesa sull’Ucraina
Fonti vicine ai lavori hanno descritto una delegazione americana sorprendentemente aperta al dialogo, grazie anche all’esito positivo dei colloqui tra Stati Uniti e Ucraina a Gedda. Questo ha ammorbidito la posizione americana, permettendo di superare il muro contro muro con l’Europa. L’attenzione si è concentrata sulle conclusioni relative all’Ucraina, dopo la risposta ambigua di Vladimir Putin alla proposta di cessate il fuoco, considerata da molti un tentativo di guadagnare tempo.
I ministri hanno ribadito “l’incrollabile sostegno all’Ucraina nella difesa della sua integrità territoriale e del suo diritto a esistere.” La Russia, si legge nel documento finale, deve accettare e attuare “un cessate il fuoco a parità di condizioni.” In una bozza precedente, il termine utilizzato era “senza condizioni,” ma è stato modificato per raggiungere un consenso. Il G7 ha inoltre minacciato ulteriori sanzioni contro Mosca nel caso in cui non accetti la tregua.
La Questione Israelo-Palestinese
Un altro compromesso significativo è stato raggiunto sulla crisi nella Striscia di Gaza. Nelle conclusioni finali manca il riferimento ai “due popoli, due Stati,” presente invece nelle bozze iniziali. Si parla invece di un generico “orizzonte politico per i palestinesi.” Nonostante ciò, il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha assicurato che la posizione dell’Italia non cambia. In un punto stampa, Tajani ha espresso soddisfazione per l’unità dimostrata dal G7 e ha sottolineato l’importanza del messaggio a favore della pace in Ucraina e in Medio Oriente. Anche la ministra canadese Melanie Joly ha evidenziato il concetto di “forte unità,” annullando però la conferenza stampa finale per partecipare alla cerimonia di giuramento del nuovo governo canadese.
Il G7 in Canada si è concluso con un messaggio di unità e compromesso, nonostante le tensioni iniziali. L’accordo finale, raggiunto grazie a un delicato equilibrio tra le posizioni dei vari Paesi, rappresenta un passo avanti importante in un momento di crisi globale. Tuttavia, le sfide rimangono: dall’ambiguità della Russia sulla tregua in Ucraina alla complessità della questione israelo-palestinese, passando per le tensioni commerciali tra Europa e Stati Uniti. Il G7 ha dimostrato che, nonostante le divergenze, il dialogo e la diplomazia possono ancora prevalere.