Il 1° Maggio (giornata che celebra la Festa del Lavoro) ha preso avvio, in tutta Italia, il piano nazionale Garanzia Giovani. L’obiettivo, supportato da una dote finanziaria di oltre 1,5 miliardi di euro provenienti dall’Europa, è garantire a tutti i giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano un offerta qualitativamente valida di lavoro, apprendistato, tirocinio e formazione. L’Unione Europea, alla luce dei drammatici dati sulla disoccupazione giovanile dell’intero continente (più di 5 milioni di giovani disoccupati) ha ridisegnato le sue strategie per favorire l’occupazione dei giovani con la raccomandazione del Consiglio del 22 Aprile 2013: gli Stati sono invitati a garantire (Guarantee), a partire dal 2014, ai giovani fino ai 29 anni un offerta qualitativamente valida di lavoro, una proposta di proseguimento degli studi, un contratto di apprendistato o di tirocinio o altra misura di formazione entro 4 mesi dall’inizio della disoccupazione o dall’uscita dal sistema di istruzione formale.
(Le misure del piano “Garanzia Giovani”)
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali sta svolgendo un azione di sensibilizzazione verso le imprese, coinvolgendole attraverso la condivisione di piani e la sottoscrizione di specifici protocolli di collaborazione. Il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, Confindustria e Finmeccanica hanno siglato a Bari il 26 Marzo scorso, un protocollo d’intesa che prevede l’avvio di azioni mirate a sostenere strumenti e percorsi di orientamento e di alternanza scuola-lavoro e università-lavoro. L’obiettivo è promuovere percorsi finalizzati all’attestazione/certificazione delle competenze conseguite dai giovani in attività di tirocinio o apprendistato, sviluppare un sistema di rilevazione dei fabbisogni a medio/lungo termine delle figure professionali richieste dal mondo produttivo e altre azioni per promuovere l’occupazione giovanile. Il Ministero del Lavoro poi ha firmato altri cinque protocolli distinti: tre con le associazioni di categoria delle imprese artigiane- CNA, Confartigianato impresa e Casartigiani– e due con le associazioni del commercio –Confesercenti e Confcommercio. Analogo protocollo è stato sottoscritto il 22 Aprile nel settore agricolo tra il Ministero e la CIA (Confederazione italiana agricoltori) e AGIA (Associazione giovane imprenditori agricoli). Alla Regione Puglia sono stati destinati fondi per circa 120 milioni di euro per offrire servizio ad oltre 120 mila giovani. Il numero elevato di destinatari delle azioni ha spinto la regione a coinvolgere altri soggetti esterni nel settore delle politiche del lavoro, istruzione e formazione. L’obiettivo è quello di attivare su tutto il territorio regionale, punti di accoglienza e primo orientamento in grado di sostenere gli utenti nell’acquisire informazioni utili per aderire al programma, aiutarli ad orientarsi rispetto ai servizi disponibili e facilitare l’auto-inserimento degli utenti nel sistema informativo. La misura straordinaria concertata dalla Commissione Europea e deliberata dal Parlamento Europeo la scorsa primavera, se non sfruttata al 100%, rischia di trasformarsi nel solito treno perso da parte dell’Italia, come accade ormai da più di trent’anni con le vagonate miliardarie dei finanziamenti europei.
Al 3 Luglio (ultimo monitoraggio effettuato sul portale www.garanziagiovani.gov.it), gli iscritti ammontano a 110.333. A fronte di questo dato, si contrappone l’esimio numero delle potenziali offerte di lavoro sull’intero territorio nazionale: solo 2.215. 10.241 ragazzi sono stati già contatti dai servizi per il lavoro per un primo colloquio e profilazione.
La provenienza geografica dei giovani iscritti mostra una realtà oramai conclamata. È ancora e sempre il Sud che gronda sangue giovane. 18.218 iscritti (19%) provengono dalla Terra dei Fuochi (la Campania), 15.816 unità (16%) dalla bella e castigata Sicilia. Di questi 98 mila giovani italiani il 20% possiede una laurea, il 55% è diplomato e il restante 25% ha soltanto una licenza di terza media o inferiore.
Le criticità che la mastodontica operazione possa fallire sono dietro l’angolo. Entro la fine del mese i Centri per l’Impiego dovrebbero chiamare i giovani iscritti per un primo colloquio. Stato, Regioni e Province marciano in ordine sparso. Mentre più di 60 mila ragazzi, iscritti al portale, attendono con speranza di trovare al più presto una occupazione. Il “piano Giovani” è partito lo scorso Primo Maggio. Migliaia di ragazzi si sono affrettati, in quella celebre giornata, nell’iscriversi al portale, ma la connessione con i portali regionali ancora non era attiva. Quindi ci si poteva iscrivere ma le migliaia e migliaia di curriculum finivano nei cassetti digitali dello Stato senza dialogare con le Regioni. Considerazione di non poco conto, dato che alle Regioni spetta il compito di trasferire le informazioni ai Centri per l’Impiego, i quali entro 60 giorni devono provvedere ad effettuare un primo colloquio con gli aderenti. Una delle problematiche più urgenti da risolvere, per dare pieno esito a questo importante e strategico piano europeo per il lavoro, è quello di creare le migliori e più idonee condizioni per il buon funzionamento dei Centri per l’Impiego ( i quali da anni non “impiegano” più nessuno). La Riforma delle Province, targata Delrio ( Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri) rischia di minare e compromettere ancora di più il funzionamento dei Uffici per l’impiego, dato che questi ultimi dipendono dalle stesse province (ora sulla via dello smantellamento). Governo, Regioni e Province devono fare in fretta per evitare che come sempre l’elefantiaco sistema burocratico italico possa soffocare sul nascere uno dei tanti programmi per dare un aiuto concreto a centinaia e centinaia di ragazzi in cerca di una piccola occasione per tentare di entrare in questo difficile ed “ermetico” mercato del lavoro.