Il primo ministro britannico Liz Truss ha rassegnato le dimissioni a seguito di un taglio fiscale fallito, che ha scosso i mercati finanziari e che ha portato ad una rivolta all’interno del suo stesso partito conservatore.
Truss è rimasta al comando per soli 44 giorni: un record nella storia britannica.
La premier aveva improntato il suo lavoro a una visione economica che prevedeva tasse più basse e ad alta crescita, che avrebbe tratto vantaggio dalle libertà della Brexit.
Per 10 giorni della sua premiership, gli affari del governo furono sospesi in seguito alla morte della regina Elisabetta II.
Data la situazione, il primo ministro britannico ha riconosciuto di non riuscire a reggere il mandato per cui era stata eletta dal Partito conservatore. Dopo un incontro con Re Carlo ha annunciato così le sue dimissioni come leader del suddetto partito.
Le elezioni della nuova leadership all’interno del partito dovrebbero essere portate a termine entro la prossima settimana; tempistiche molto più brevi rispetto alle ultime elezioni, tenutesi quest’estate, della durata di due mesi.
Il comitato 1922, organo interno al gruppo parlamentare Tory, ha precisato che la corsa come futuro leader del partito conservatore di maggioranza e futuro premier britannico sarà ridotta a tre soli possibili candidati.
Quindi, su un gruppo che in totale conta circa 350 deputati, il papabile leader avrà bisogno del sostegno di almeno 100 per poter gareggiare alla contesa.
Pertanto si avrà un nuovo leader in carica entro venerdì 28 ottobre, prima della presentazione del bilancio.
Il nuovo ministro delle finanze Jeremy Hunt ha riferito di non volersi candidare, mentre Boris Johnson sta pensando di correre nuovamente per la leadership dei Tory.