Due sono le associazioni della mente all’udire o al leggere questa parola. O la tipica forma di pane, adatta alle farciture, o la popolare serie di album di figurine, quelle dei Calciatori, in particolare. In entrambi i casi, l’associazione, è del tutto piacevole. Perché sia l’uno che l’altro, hanno accompagnato, e continuano a farlo, la vita di milioni di Italiani.
Se per la creazione dei primi dobbiamo rendere grazie ad un panettiere italiano di identità non nota, per i secondi dobbiamo rendere grazie ad una delle famiglie più influenti dell’editoria nostrana, nonché ad uno dei suoi esponenti di spicco: Giuseppe Panini.
Un eroe, un visionario. Un uomo partito dall’umile Modena e che è arrivato a conquistare il mondo col suo nome, diventato un vero e proprio marchio, riconoscibile e riconosciuto in ogni angolo del globo. Ogni appassionato di calcio ha avuto la fortuna e la possibilità di sognare quel mondo pallonaro anche attraverso le sue figurine. Ed è per questo che c’è una parte di popolazione che gli sarà per sempre grata. Ma chi era Giuseppe Panini?
Giuseppe Panini e Calciatori
È una tipica storia imprenditoriale dell’Italia del dopoguerra, marchiata da un certo romanticismo, che si intreccia di pari passo con un’altra grande storia tipicamente italiana: quella del calcio. Nel 1945 la famiglia Panini acquista un’edicola in Corso Duomo, nel pieno centro di Modena, che avvicina la famiglia al mondo editoriale. Il periodo è florido, le cose sembrano andare bene e nel 1956 Giuseppe, assieme al fratello Benito, fonda un’agenzia di distribuzione di quotidiani: l’Agenzia Distribuzione Giornali Fratelli Panini.
Nel 1960 arriva la rivoluzione paniniana. Giuseppe vuole sperimentare, crescere. Stimola con nuove idee il fratello Benito. Giuseppe sta pensando di dar vita ad una collezione del tutto nuova, mai vista prima. Il caso, volle che Benito e Giuseppe trovarono a Milano un lotto di vecchie figurine invendute delle edizioni milanesi Nannina. I fratelli lo acquistarono e imbustarono, in bustine bianche con cornicette rosse, due figurine, ciascuna a 10 lire l’una. Il successo fu enorme e inaspettato: le bustine vendute toccarono i 3 milioni.
Nel 1961 i Panini decisero di fare tutto con i loro mezzi, stampando le figurine in un piccolo laboratorio, mettendosi alla ricerca di una tipografia nel modenese che potesse accontentarli. L’origine della raccolta Panini, come tutte le storie, ha un personaggio divenuto mitico: Bruno Bolchi, mediano dell’Inter degli anni 60. Fu lui il prototipo zero. La richiesta era semplice: ricavare da una foto come quella di Bolchi una figurina a colori. A trasformare un’idea in realtà fu un certo Badolati, fotolito di Parma, impeccabile nell’esaudire i desideri dei modenesi. Nacque la figurina perfetta che diede vita all’edizione zero di una lunghissima serie di album.
Le vendite furono quintuplicate, e i milioni di bustine vendute furono 15. Era ufficialmente nata la collezione Calciatori. Il fascino del pallone è così, per sempre, immortalato grazie alle figurine.
Non una semplice figurina
Era un’Italia che non aveva paura di sognare. L’Italia generosa e coraggiosa della seconda metà del Novecento: un popolo ricco di grandi figure. E anche di magnifiche figurine. Attraverso piccoli rettangoli di carta, la famiglia Panini contribuì a diffondere l’ottimismo nel Paese del Boom. Quattro fratelli e quattro sorelle, nati in povertà, seppero immaginare il futuro, partendo da una piccola edicola. E dalle loro intuizioni, passando da buste di semplici francobolli alle bustine di calciatori e non solo, è nato un mito globale.
La storia di Giuseppe Panini e della sua famiglia non è soltanto la celebrazione dell’ingegno imprenditoriale. Dietro e dentro quegli album, tra le pagine delle raccolte, si raduna un sentimento nazionalpopolare. L’idea che nulla sia impossibile, quando la laboriosità si somma all’estro, quando la fantasia si unisce alla concretezza, quando l’immaginazione va al potere e trasforma la realtà, migliorandola.
Dal fascismo all’Emilia rossa, da Enzo Ferrari a Gianni Rivera, da Giuseppe Garibaldi a Star Wars, da Muhammad Ali a Sandokan, i Panini hanno raccolto in un’unica, ideale gigantesca figurina la storia d’Italia e del resto del mondo. Lo hanno fatto a Modena, trasformandola nella capitale planetaria del collezionismo.
Parallelamente all’attività editoriale, Giuseppe crea nel 1966 il Gruppo Sportivo Panini, l’attuale Modena Volley, che diventerà una delle più importanti società di pallavolo del mondo. Nel 1973 fonda la “Lega Pallavolo” diventandone presidente per otto anni. Nel 1980 costituisce l’Associazione Culturale B.E.I. “Biblioteca Enigmistica Italiana”, con lo scopo di promuovere la conoscenza e la pratica dell’Enigmistica, con particolare attenzione alla tradizione italiana dell’Enigmistica Classica e di curare la raccolta e la conservazione di materiali che testimoniano la vita e la storia dell’Enigmistica.
La storia di un uomo, una dinastia che si è fatta “brand”, sempre conservando un nobile attaccamento alle radici. Panini sta all’Italia come Disney sta alla America. E senza avere nulla da invidiare.