“Il codice per le Ong è un pezzo fondamentale di una strategia d’insieme che il governo ha sui temi dell’immigrazione. Questa strategia, in collaborazione anche con le autorità libiche, sta producenti piano piano dei risultati. Vediamo, ad esempio, i flussi migratori che si stanno gradualmente riducendo. Il che vuol dire che vince lo Stato e perdono gli scafisti e i trafficanti. E’ uno spiraglio, ma è uno spiraglio su cui investire’’. Lo dice il premier Paolo Gentiloni ai microfoni del Tg1, aggiungendo che “l’Italia fa la sua parte’’ per aiutare la stabilizzazione della Libia.
’’Ma certamente, se da parte dell’Onu verrà un’iniziativa forte per favorire la stabilizzazione, tutti noi ne avremo un vantaggio. Una Libia unita e più stabile renderà a noi, al nostro lavoro sui flussi migratori, la vita più facile” sottolinea il premier.
Che sul governo – a chi gli dice ’da otto mesi l’Italia ha un nuovo governo, ci sono segnali positivi in economia: sono sufficienti?’ – aggiunge: ’’Sufficienti mai’’.
Gentiloni poi rivendica che ’’rispetto a 8-9 mesi fa, le previsioni di crescita sono raddoppiate”. Questo, assicura il premier, “vuol dire che quanto fatto, in termini di proseguire le riforme, riaggiustare i rischi che avevamo nel sistema bancario, di correggere i conti, ha funzionato. E ora siamo in grado di partecipare alla crescita che coinvolge l’insieme dell’eurozona”.
Pensione a 67 anni oppure sistema a rischio
Allarme dalla Ragioneria dello Stato sulle pensioni. Secondo un rapporto sulle tendenze di medio-lungo periodo del sistema, con il rinvio dell’aumento dell’età pensionabile si rischia il crac.
Nel rapporto ’Le tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio sanitario’, la Ragioneria rileva che “interventi legislativi diretti non tanto a sopprimere esplicitamente gli adeguamenti automatici previsti dalla normativa vigente, ma a limitarli, differirli o dilazionarli, determinerebbero comunque un sostanziale indebolimento della complessiva strumentazione del sistema pensionistico italiano volta a contrastare gli effetti dell’invecchiamento della popolazione”.
Secondo la Rgs, infatti, “verrebbe messa in discussione l’automaticità e l’endogeneità degli adeguamenti stessi, per ritornare nella sfera della discrezionalità politica con conseguente peggioramento della valutazione del rischio Paese”.
Si evidenzia inoltre che la rilevanza di una modifica normativa volta alla soppressione permanente del meccanismo di adeguamento alla speranza di vita dei requisiti di accesso al pensionamento non andrebbe a toccare “il requisito di vecchiaia che verrebbe comunque adeguato a 67 anni nel 2021, in applicazione della specifica clausola di salvaguardia introdotta nell’ordinamento su specifica richiesta della Commissione e della BCE, e successivamente mantenuto costante a tale livello”.
La Ragioneria sottolinea poi che “il processo di elevamento dei requisiti minimi e il relativo meccanismo di adeguamento automatico previsto dalla normativa vigente” in materia di pensioni, “sono stati valutati con estremo favore dagli Organismi internazionali e, in primo luogo, in ambito europeo”.
“La presenza di tali automatismi costituisce, infatti, uno dei fondamentali parametri di valutazione dei sistemi pensionistici specie per i Paesi con alto debito pubblico come l’Italia. Ciò non solo perché la previsione di requisiti minimi, coerenti con le esigenze di equilibrio finanziario del sistema pensionistico, costituisce una condizione irrinunciabile ai fini del perseguimento della sostenibilità, ma anche perché costituisce la misura più efficace per sostenere il livello delle prestazioni, in un contesto di invecchiamento della popolazione”.
Spesa aumentata dopo 20 anni – “Gli interventi adottati con la Legge di Bilancio 2017 si muovono in controtendenza” rispetto al processo di riforme adottate dal 2004 per il sistema previdenziale. “Per la prima volta, dopo oltre 20 anni, il pacchetto di misure riguardante il sistema pensionistico ha previsto un ampliamento della spesa ed una retrocessione nel percorso di elevamento dei requisiti di accesso al pensionamento” evidenzia la Ragioneria.
Gli interventi di riforma precedenti infatti, spiega, “hanno generato una riduzione dell’incidenza della spesa pensionistica in rapporto al Pil pari a circa 60 punti percentuali di Pil, cumulati al 2060. Di questi, circa due terzi sono dovuti agli interventi adottati prima” della legge Fornero “e circa un terzo agli interventi successivi, con particolare riguardo al pacchetto di misure previste con la riforma del 2011. Quest’ultimo intervento, in particolare – sostiene Rgs – fornisce un contributo rilevante alla sostenibilità del sistema pensionistico, realizzando una riduzione della spesa in rapporto al PIL che si protrae per circa 30 anni, a partire dal 2012”.
Fisco, cartelle in vacanza a Ferragosto
Anche le cartelle vanno in vacanza a Ferragosto. Dal 7 al 20 agosto l’Agenzia delle Entrate-Riscossione, guidata dal presidente Ernesto Maria Ruffini, ha disposto d’intesa con gli operatori postali il blocco della notifica di 399.428 atti che sarebbero altrimenti arrivati per posta, a cui aggiungere 70.487 da notificare attraverso la posta elettronica certificata (pec), per un totale di 469.915 cartelle e avvisi che saranno ’congelati’. La notifica riprenderà dopo il periodo di sospensione che, ovviamente, non sarà e non potrà essere un blocco totale, perché circa 14.500 atti inderogabili dovranno essere comunque inviati.
Vediamo nel dettaglio i numeri delle regioni (in Sicilia Agenzia delle entrate-Riscossione non opera). Al primo posto c’è il Lazio in cui saranno congelati 109.631 atti, seguita da Lombardia (61.608) Campania (45.947), Toscana (42.801), Veneto (27.858) e Piemonte (26.303). Subito dopo Emilia Romagna (25.228) e a seguire Puglia (22.126), Calabria (22.007), Sardegna (17.917), Liguria (14.910), Friuli Venezia Giulia (9.956), Marche (9.811), Abruzzo (9.413), Umbria (9.224), Trentino Alto Adige (6.353), Basilicata (5.439), Valle d’Aosta (1.744) e infine Molise con 1.639 cartelle e avvisi sospesi nelle due settimane di Ferragosto.