La Commissione Europea presenterà le proprie proposte per modificare il quadro regolatorio in materia di conti pubblici “nelle prossime settimane”. Lo dice il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni, intervenendo all’incontro annuale promosso dal think tank Bruegel a Bruxelles. “Nelle prossime settimane presenteremo i nostri orientamenti sui possibili cambiamenti al quadro”, che è diventato “fin troppo complesso e difficile da ‘navigare'”, dice.
Le caratteristiche del nuovo quadro, spiega, saranno “semplificazione, una più forte ownership nazionale (cioè percepire le regole come proprie e non come imposte dall’alto, ndr) e una migliore applicazione” delle regole stesse, con l’obiettivo di “supportare la sostenibilità del debito e la crescita sostenibile”. Un modo per arrivarci sarebbe “muovere verso piani macrofiscali che fissino percorsi di spesa su un arco di diversi anni, che siano coerenti con la convergenza verso livelli prudenti di debito”. Avere “un indicatore di spesa potrebbe fare molto per semplificare il sistema, tenendo il focus sui rischi di bilancio”. I piani pluriennali “potrebbero includere anche impegni per investimenti e riforme che riflettano le priorità Ue e quelle nazionali”. La Recovery and Resilience Facility “è un progetto utile a questo proposito”.
Per assicurare una maggiore “ownership”, gli Stati membri potrebbero avere una maggiore “libertà” nel proporre “traiettorie di bilancio”, a patto che “vengano rispettati i principi di base Ue, non ultimo la sostenibilità del debito”. Ad esempio, “impegni per investimenti e riforme potrebbero permettere periodi più lunghi di aggiustamento fiscale”. Tutto questo verrebbe controbilanciato da un “enforcement” più robusto a livello Ue ex post, “per esempio con sanzioni reputazionali in caso di violazione dei piani nazionali e procedure per deficit eccessivo credibili, basate sul debito. L’enforcement Ue sarebbe in funzione della gravità della situazione di bilancio”. Un quadro siffatto, per Gentiloni, “potrebbe ottenere ampio supporto da parte degli Stati membri. E’ ora di andare avanti, lasciandoci alle spalle le divisioni tradizionali”.